29 luglio 2011

LA CONVERSIONE ECOLOGICA

La conversione ecologica si costruisce dal basso “sul territorio”: fabbrica per fabbrica, campo per campo, quartiere per quartiere, città per città.
Chiamando per cominciare a confrontarsi in un rinnovato “spazio pubblico”, tutti coloro che nell’attuale situazione non hanno avvenire: gli operai delle fabbriche in crisi, i giovani senza lavoro, i comitati di cittadini in lotta contro gli scempi ambientali, le organizzazioni di chi sta già provando a imboccare strade alternative: dai gruppi di acquisto ai distretti di economia solidale. E poi brandelli di amministrazioni locali, di organizzazioni sindacali, di associazioni professionali e culturali, di imprenditoria ormai ridotta alla canna del gas; e nuove leve disposte a intraprendere, e a confrontarsi con il mercato, in una prospettiva sociale e non solo di rapina.

La conversione ecologica del sistema produttivo e del modello di consumo dominanti è un’utopia?
Sì, è un’utopia concreta nel senso che aveva dato a questo termine Alex Langer. È cioè un progetto praticabile, ma al tempo stesso radicalmente alternativo allo stato di cose esistente.
Il liberismo, la tesi fantasiosa che il mercato trova da sé il rimedio ai danni che affliggono il pianeta e i suoi abitanti, inchioda i suoi fautori a un eterno presente senza passato né futuro; fermo, in politica, al giorno per giorno; in economia, ai conti delle “trimestrali”; nelle consorterie accademiche, alle lotte di potere: rendendo tutti incapaci di un approccio prospettico.

There is no alternative (non si puo' fare altrimenti) e' la sentenza con cui il liberismo e tutti coloro che ne sono succubi, giustificano l'assalto alle condizioni di vita e di lavoro di miliardi di uomini e donne. Ma la crisi economica e quella ambientale si sono incaricate di rovesciare questa tesi. Senza un radicale cambiamento di rotta il pianeta e chi lo abita non hanno futuro.

Verità e capacità di pensare il futuro sono rimaste appannaggio di chi si ribella allo stato di cose esistente. Chi guarda al futuro dal punto di vista di un mondo diverso sa ormai, in termini generali, molte cose su come deve cambiare il mondo per sopravvivere e permettere a tutti di vivere meglio. Sono “cose” che riguardano l’energia (l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili), l’agricoltura (biologica, multiculturale, multifunzionale, di piccola taglia) e la sovranità alimentare, il recupero integrale degli scarti e dei rifiuti, la salvaguardia del territorio.
L’AUTORE:
Guido Viale è nato a Tokyo nel 1943. Vive a Milano. Tra le sue pubblicazioni: Il Sessantotto - NdA Press, 2008; A casa – l’Ancora del Mediterraneo, 2001; Un mondo usa e getta – Feltrinelli, 1994 e 2000; Governare i rifiuti – Bollati Boringhieri, 1999; La parola ai rifiuti –Edicom, 2007; Azzerare i rifiuti – Bollati Boringhieri, 2008; Tutti in taxi – Feltrinelli; 1996; Vita e morte dell’automobile – Bollati Boringhieri, 2007. Prove di un mondo diverso – NdA Press, 2009; La civiltà del riuso –Laterza, 2010. Collabora ai quotidiani la Repubblica e il manifesto e a numerose riviste.

fonte : (https://www.facebook.com/notes/shake-libreria/la-conversione-ecologica/10150266884819941)

27 luglio 2011

Troppe malformazioni nei neonati a Brindisi, arriva una interrogazione parlamentare.

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
dai dati di uno studio realizzato da undici ricercatori presentata a un recente convegno di neonatologia che si è tenuto a Brindisi, emerge che in quella sola città si sono registrate, tra il 2001 e il 2008 176 anomalie
congenite nei neonati di diversa gravità su 7.644 neonati, approssimativamente il 18 per cento in più rispetto al dato riportato dal registro europeo; lo studio è il prodotto di una collaborazione interistituzionale che vede in primo piano l'istituto di fisiologia clinica del Cnr di Lecce e di Pisa, che da anni lavora su aspetti sanitari di notevole rilevanza pubblica; l'unità operativa di neonatologia dell'ospedale Perrino di cui è responsabile Giuseppe Latini; la Asl di Brindisi e l'università di Pisa. Ne sono autori: Emilio Gianicolo, Antonella Bruni, Enrico Rosati, Saverio Sabina, Roberto Guarino, Anna Pierini, Gabriella Padolecchia, Carlo Leo, Maria Angela Vigotti, Maria Grazia Andreassi e Giuseppe Latini, che ha dato l'input allo studio sulla base dei dati osservati nel suo reparto; l'eccesso è maggiore, e sfiora quasi il 68 per cento, se si analizzano le malformazioni congenite di tipo cardiovascolare;
dicono i ricercatori, «si è registrata una più alta presenza di anomalie congenite a Brindisi - si legge nelle conclusioni dello studio - specialmente per le cardiopatie congenite, dopo averla confrontata con la media europea»;
si tratta di un'indicazione inquietante che imporrebbe, come è stato peraltro suggerito, l'istituzione in Puglia, di un registro delle malformazioni congenite, cosi, come esiste per esempio, per la mortalità o per i ricoveri per malattie neoplastiche;
gli studiosi suggeriscono anche che non si abbandonino le ricerche e si prosegua con studi di tipo eziologico e comunque appare essenziale che si studi l'origine del fenomeno che potrebbe essere in relazione con l'inquinamento prodotto dal polo industriale;
le anomalie congenite rappresentano una questione cruciale per la sanità pubblica;
il lavoro degli undici ricercatori ha un obiettivo ben preciso: stimarne la diffusione a Brindisi, città con alto tasso di inquinamento e per questo sono stati tenuti sotto osservazione i neonati da zero a 28 giorni di età, nati tra il 2001 e il 2009, da madri residenti in Brindisi, ovunque abbiano partorito, dimessi con una diagnosi di anomalia congenita;
i casi sono stati classificati in vaste categorie e validati con un database di terapia intensiva neonatale, e in particolare sono state quindi comparate la prevalenza delle anomalie congenite registrate a Brindisi con quelle riportate dalla rete di sorveglianza europea sulle anomalie congenite (Eurocat);
l'esito dell'indagine risulta essere di notevole rilievo perché, per la prima volta, nel capoluogo si ha la misura di un indicatore sanitario, le malformazioni congenite, diverso dalla mortalità o dai ricoveri per malattie neoplastiche o di altro tipo. I dati sono stati verificati incrociandoli con altri disponibili presso l'Utin (unità di terapia intensiva neonatale) di Brindisi dal 1986 -:
se quanto sopra esposto corrisponda a verità;
in particolare se confermi o smentisca il contenuto e l'esito dell'indagine degli undici ricercatori in ordine all'inusuale numero di gravi anomalie tra i neonati di Brindisi;
quali urgenti iniziative di competenza si intendono promuovere, e adottare in relazionarla vicenda sopra evidenziata.
(4-12400)

24 luglio 2011

Dopo il sit-in la lettera aperta di Haralambides.

“Cari Amici, le mie dichiarazioni in merito al progetto LNG rese nel corso dello scorso comitato portuale hanno riacceso la discussione a tal punto che è stata organizzata una manifestazione all’esterno dell’Autorità portuale. Al fine di evitare incomprensioni e azioni non necessarie, questo è ciò che intendevo dire: in linea di massima sono favorevole al progetto perché credo nei benefici del gas naturale quale fonte di energia alternativa, in particolare quando le altre scelte sono limitate e le restanti non sono sufficienti a soddisfare le nostre necessità energetiche.

Ad ogni modo ho anche dichiarato di essere consapevole delle preoccupazioni che suscita il caso specifico; per quanto mi riguarda, o per quanto possa contribuire, mi piacerebbe aprire un dialogo sincero, obiettivo e reale con tutti, così che tutte le voci e i punti di vista siano ascoltati. Lo farò organizzando a Brindisi una conferenza internazionale sull’energia all’inizio del prossimo anno.

Tuttavia, essendo un professore universitario da 30 anni, non riesco a prendere una posizione, qualunque essa sia, basandomi solamente sulla politica o su argomenti non sufficientemente documentati né comprovati. In conclusione, proprio come voi, anche io vorrei saperne di più sul progetto e, come ho già detto, sul suo impatto sulla società, sull’economia e sul benessere dei brindisini. Spero che questo renda la mia posizione sull’argomento un po’ più chiara. Saluti a tutti.
Hercules Haralambides”


20 luglio 2011

SALUTE E AMBIENTE: SI FACCIANO A BRINDISI CONTROLLI E INDAGINI COME A TARANTO

Comunicato stampa  ASS. SALUTE PUBBLICA 

Salute pubblica condivide le preoccupazioni dell'associazione Alta Marea rispetto all'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dell'Ilva di Taranto. Correttamente l'autorizzazione viene vista come un “passo indietro” perchè, fra gli altri, rinvia a data da destinarsi il controllo in continuo delle diossine, esclude dal monitoraggio le emissioni delle cokerie, consente un incremento consistente della capacità produttiva e chiede di misurare gli inquinanti presenti in acqua non nel punto di uscita dalla fabbrica ma quando si sono già diluiti in mare.

Salute Pubblica ritiene che le istituzioni, accettando una siffatta autorizzazione, abbiano contraddetto le affermazioni degli anni scorsi e si stupisce del loro generale compiacimento per il così scarso risultato ottenuto.

Salute pubblica guarda con attenzione anche al procedimento penale in corso a Taranto con ipotesi di reato di disatro colposo e doloso avviato in seguito alla denuncia di alcuni allevatori.

Da tempo, famiglie residenti nei pressi delle centrali a carbone e del polo chimico di Brindisi hanno indirizzato un analogo esposto alla locale Procura della Repubblica. Tuttavia, se nel caso del procedimento tarantino la procura ha richiesto l'avvio di una indagine epidemiologica volta ad accertare eventuali danni sanitari collegati all'inquinamento, nel caso brindisino non ci risulta sia stato fatto altrettanto.

A Brindisi, inoltre, fatte salve le autocertificazioni delle industrie (registro INES) nulla si sa sulla dispersione in aria acqua e suolo di inquinanti quali per esempio gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), le diossine, l'arsenico, il mercurio ed altri metalli pesanti nonché delle sostanze radioattive emmesse dal carbone. A ciò si aggiunga che a Brindisi, sul versante sanitario, si è ancora in attesa dei dati del registro tumori. Dati che sono stati, al contrario, già resi pubblici a Lecce e recentemente a Taranto.

In più, di fronte ai pochi ma significativi dati sanitari ad oggi disponibili si riscontra da parte delle istituzioni una sostanziale indifferenza. Ci riferiamo, tra gli altri, al dato delle malformazioni alla nascita a Brindisi che risulterebbero al di sopra della media europa; all'eccesso di decessi per tumore al polmone tra le donne di Ceglie Messapica e ad alcuni eccessi tra le donne di Torchiarolo.

Salute Pubblica si appella ai cittadini e alle istituzioni affinché non si abbassi la guardia nel richiedere con forza i controlli ambientali, soprattutto delle sostanze che non sono misurate dalle centraline di monitoraggio, ma che non per questo sono meno pericolose poiché – allo stesso modo di quelle misurate - si disperdono nell'ambiente ed entrano nella catena alimentare.

Salute pubblica si appella infine alle istituzioni preposte affinché effettuino quelle indagini sanitarie non ancora svolte in vicinanza delle fonti di rischio ed approfondiscano i dati significativi già resi pubblici e che da tempo avrebbero dovuto essere oggetto di attenzione.

1 luglio 2011

Il campionamento sul camino E312 “a sorpresa” richiede sempre una telefonata di preavviso di almeno 90 minuti.

Comunicato stampa.
Nei giorni scorsi abbiamo appreso che, dopo un campionamento effettuato nell’area agglomerato e precisamente sul camino E312, l’ARPA Puglia ha riscontrato, ancora una volta, valori troppo alti, ben lontani da quel 0,4 ng/mc di diossine e furani previsto dalla legge regionale.
Il valore medio delle emissioni, infatti, è risultato pari a 0,70 ng/mc a cui è stato già decurtato, così come prevede la legge, il 35% che costituisce uno scarto per colmare eventuali errori durante la misurazione (“incertezza della misura”).

Ma è bene che la gente sappia tutta la verità:

1) Il campionamento è sempre stato eseguito per non più di 7 – 8 ore, durante la mattina, a partire dalle ore 9,00. Non è MAI stato eseguito di notte, quando, a causa dell’oscurità, più facilmente si potrebbero immettere in atmosfera fumi e polveri senza che essi siano visibili.

2) Il campionamento è sempre stato eseguito solo sul camino E312 che, pur rappresentando la fonte più temibile di emissione in atmosfera di diossine e furani, potrebbe non essere l’unica. Nella sola area Ilva vi sono oltre 200 camini che non sono mai stati campionati nemmeno una volta.

3) Il campionamento dell’Arpa Puglia viene eseguito manualmente e non in continuo e attraverso 2 modalità:

Con Preavviso: alcuni giorni prima i dirigenti dell’Arpa chiamano la direzione Ilva e avvisano del loro ingresso.

Senza Preavviso: 90 minuti prima di entrare, i dirigenti dell’Arpa chiamano la direzione Ilva e avvisano del loro ingresso che avverrà poco più tardi. Si noti, dunque, che i controlli definiti “senza preavviso” prevedono, in realtà, un intervallo di c.a un’ora e mezza, tempo ampiamente sufficiente per permettere ai tecnici dell'Ilva di “correre ai ripari”, aumentando l' iniezione di carbone attivo per il filtraggio delle polveri, oppure abbassando il regime degli impianti. Il tempo richiesto, riferiscono dall'Arpa, è dovuto alla preparazione del pontone che deve essere predisposto per la salita dei tecnici sulla ciminiera.

4) Il campionamento viene eseguito solo una o due volte durante l'anno.

5) Il campionamento in questione viene effettuato solo sulle diossine e furani e non su altri elementi pericolosi (es. metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, ecc).

6) Il campionamento in questione non viene mai effettuato sulle emiissioni non convogliate (quelle non diffuse tramite camini) e provenienti dalle “aree basse”che non sono mai state censite, come più volte documentato dal sottoscritto, anche durante la notte, per mezzo di telecamera ad infrarossi. Lo stesso rapporto dei carabinieri ci riferisce di “esplosioni” e “bagliori” di fumi intensi e vapori derivanti dallo scarico di scorie liquide delle acciaierie nei carri di trasporto verso i forni. I carabinieri del Noe, altresì, specificano che queste emissioni, non convogliate, sono capaci di propagarsi oltre il muro di recinzione ed dei confini stessi dell’ILVA

Alla luce di quanto fin qui esposto, si può intuire che il campionamento in oggetto, non potrà mai essere esaustivo ed efficace, considerando la sua limitatezza sia dal punto di vista temporale, sia nel numero delle sostanze campionate che nel numero delle fonti di emissione.

Esprimo, infine, il mio compiacimento nei confronti del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Lecce che è riuscito ad evidenziare numerose e gravi “anomalie” reiterate quasi quotidianamente all’interno dell’area industriale, al punto che lo stesso Nucleo ha chiesto espressamente alla Procura di Taranto di adottare “un provvedimento cautelare reale diretto ad evitare il protrarsi delle attività illecite e del conseguente inquinamento…”

Considerando la gravità degli episodi descritti e della presumibile incidenza sulla salute degli abitanti, rimango, invece, abbastanza perplesso per il temporeggiamento della Procura nell’avanzare, al Giudice per le indagini preliminari, una richiesta di sequestro degli impianti per motivi cautelari, così come suggerito dal Nucleo Operativo Ecologico dei C.C. di Lecce.

Taranto, li 1 luglio 2011

Prof. Fabio Matacchiera

(Presidente Fondo Antidiossina Taranto Onlus)