30 gennaio 2012

RESTINCO (lontano dagli occhi)

Brindisi Restinco dove da ragazzini facevamo le nostre prime escursioni nella natura, superando il traffico e il frastuono della città per assaporare il profumo e la serenità dell'incontaminato. Lì dove per arrivarci dovevamo attendere l'estate cocente, dalle lunghe giornate e ci sembrava di essere in un paradiso, accompagnato dalla musica della natura e dalla bellezza di un lago nascosto, il Cillarese, abitato da uccelli che in città non avremmo mai visto. Ora lì vi SORGE UNA DELLE PIU' ESTESE PIANTAGIONI DI PANNELLI SOLARI, che hanno sostituito quelle dei pomodori, tipici della nostra terra di Puglia, che un tempo animavano il paesaggio con le diverse tonalità di rosso e di verde, ettari di terra. Ma cosa mangeremo un giorno sulle nostre tavole? Dove andranno a vivere le Garzette, sfrattate da ruspe e trivelle? E' possibile che le amministrazioni locali possano permettere tale scempio nei pressi della riserva del Cillarese? Come mai non ci sono state limitazioni per questo fotovoltaico che produce molto di più dei limiti previsti dalla legge? Come mai per fare tutto questo la gente ha lavorato anche di notte, giungendo da ogni parte, persino dall'est europeo? Perché tanta fretta?
Vorrei tanto che qualcuno rispondesse.

29 gennaio 2012

L’ILVA INQUINA: LE CONCLUSIONI DEI PERITI CHIMICI

http://legamionicicontroinquinamento.wordpress.com

Taranto, 28 gennaio 2012: il verdetto inequivocabile dei periti chimici della procura. L’Ilva inquina e rappresenta un pericolo, non solo a causa delle diossine. Ed ora la difesa Ilva.
Taranto, 3 Dicembre 2010: inizia l’incidente probatorio , con il sopralluogo nello stabilimento dell’ILVA, per accertare se le emissioni del siderurgico più grande d’Europa siano nocive alla salute della popolazione; dopo più di un anno di indagini,  i primi risultati vedono luce nelle conclusioni da parte dei periti chimici, che mostrano il “quadro clinico” della situazione, da qui si evince la pericolosità delle emissioni, analizzando  i dati delle rilevazioni, che verranno incrociati con quelli della popolazione per stabilire il nesso tra le emissioni e vari tipi di patologie.

Dunque è scientificamente evidente che il principio di precauzione debba essere applicato in via definitiva, per risolvere completamente il problema.
Il 17 febbraio, alle ore 12.00, ci sarà la prima udienza del processo, mentre  i periti epidemiologi hanno chiesto una proroga (di un mese) per completare il loro operato attraverso un’indagine specifica sulla popolazione.
La Dott.ssa Daniela Spera, responsabile del comitato Legamjonici, ringrazia l’avvocato Maria Teresa Mercinelli, per averle dato l’opportunità di seguire, come Consulente Tecnico di Parte per conto di un allevatore, le fasi piu’ delicate dell’incidente probatorio. Un ringraziamento speciale va a Vincenzo Fornaro per la sua assidua presenza e la sua grande umanità.
La Dott.ssa Spera ringrazia, inoltre, Alessandro Marescotti, di Peacelink che con il suo prezioso lavoro di informazione e divulgazione ha fatto emergere la terribile verità della contaminazione da diossine e PCB ed ha sostenuto concretamente la famiglia Fornaro.
  
Relazione conclusiva dei periti chimici. Pdf    DOWNLOAD  

28 gennaio 2012

Dopo la Chimica e il Carbone arriva un’altra fregatura: bruciare Spazzatura

In questi giorni, in città, si è diffusa la notizia che la Centrale Edipower di Costa Morena non ha rinnovato le commesse per la fornitura di Carbone e, pertanto, se ne è paventata una sua prossima chiusura. Ciò avviene in concomitanza con il passaggio della proprietà al gruppo A2A. Una società i cui azionisti di controllo sono il Comune di Milano e il Comune di Brescia, e, che opera nel settore Energia, Gas, Rifiuti ed Acqua.



Il capo degli industriali locali: Marinò, ha colto la palla al balzo per lanciare l’idea di una conversione della Centrale a Carbone in Inceneritore con recupero energetico (Termovalorizzatore),  di rifiuti sia pure trattati (CDR). Anzi, ha fatto di più proponendo di bruciare in questo “futuro” impianto, oltre ai rifiuti nostri anche quelli di Napoli che oggi vengono trasportati ad Amsterdam.
Crediamo, aldilà della smentita ufficiale: “voleva essere una provocazione”,  che egli si sia fatto invece un calcolo logico. Poiché un inceneritore per essere economicamente sostenibile deve bruciare a regime 200 mila tonnellate di rifiuti, nel caso di Brindisi, dopo aver bruciato le 40 mila circa  prodotte in città si passerebbe a bruciare i rifiuti degli altri con gran guadagno economico di chi gestirà questo lucroso business.

Quindi tutto bene!! E invece NO.

Purtroppo, si sottace che nel processo di combustione vengono prodotti: gas, diossine, metalli pesanti e polveri sottili altamente dannosi per l’uomo perchè inquinano aria, acqua, terreni.
Studi epidemiologici, anche recentissimi, condotti in Paesi sviluppati e basati su campioni di popolazione molto vasti, evidenziano una correlazione forte tra patologie tumorali (sarcoma) e l’esposizione a diossine derivanti da inceneritori e attività industriali.
Non a caso, in Italia, nell’art. 216 del testo unico delle leggi sanitarie, gli Inceneritori sono classificati come fabbriche insalubri di prima classe e come tali “Debbono essere isolate nelle campagne e tenute lontane dalle abitazioni” (D.M. 5/9/94 –Elenco delle industrie insalubri;  R.D. 1265/1934 Testo unico delle leggi sanitarie).

Su questa vicenda invitiamo, pertanto, la classe politica e i cittadini ad esprimersi sullo sviluppo che vogliamo, per  evitare che la città Brindisi diventi  “La pattumiera d’Italia” e non solo metaforicamente, con tutto quello che ciò comporta in termini di morti e malattie (non dimentichiamo che nel nostro territorio esistono già una Mega-Centrale a Carbone a Cerano e un importante Polo Chimico, entrambi con grossi problemi di inquinamento ambientale).

Pensiamo, quindi, che la chiusura dell’impianto a Costa Morena con l’avviamento dei lavori di smantellamento e bonifica del sito, debbano diventare occasione di lavoro per molti anni, anche per quelle maestranze che ci lavorano dentro e, al termine dei quali si potrà restituire Costa Morena al Porto di Brindisi finalmente disponibile per lo sviluppo di attività portuali oggi impedite.

Riteniamo, infine, che le Autorità amministrative debbano porre maggiore attenzione al ciclo dei rifiuti, che deve essere basato su una strategia Rifiuti Zero, impostata su una comunicazione capillare fatta casa per casa, ove possibile anche con incentivi economici, per convincere i cittadini a fare la Raccolta differenziata, con realizzazione di impianti di compostaggio per la frazione umida-organica e riciclo e riuso di materiali quali il vetro, la plastica, la carta e cartone. Tale gestione del ciclo dei rifiuti rappresenta una opportunità di sviluppo e lavoro per la nostra città.

26 gennaio 2012

La Valle resiste, la Valle non si ferma.

Il movimento No al carbone di Brindisi, in merito agli arresti compiuti questa mattina in Val di Susa, esprime la più profonda disapprovazione verso questa ennesima prova di forza compiuta dallo Stato, ai danni di una popolazione che cerca solo di difendere la propria valle.

Un vera e propria repressione poliziesca, sostenuta da una ben mirata azione mediatica,  che ha come unico scopo quello di piegare e intimidire l'intero movimento No Tav.

Noi che viviamo a Brindisi, in un territorio che da decenni è stuprato dal potere politico ed economico, non possiamo che esprimere solidarietà verso gli attivisti arrestati e dare pieno sostegno al popolo della Valle.  Il movimento No al carbone appoggierà non solo virtualmente, attraverso la comunicazione e l'informazione in rete, ma anche partecipando fianco a fianco nelle manifestazioni o, come già è successo nell'ottobre scorso, dando ospitalità al movimento No Tav e collaborando a iniziative d' informazione pubblica.
Perchè la Tav,  altro non è che una grande opera pubblica inutile, buona soltanto ad ingrossare le casse della mafia e dei partiti.
La valle resiste, la valle non si ferma.
 

17 gennaio 2012

Lettera aperta al sindaco di Taranto: ma lei è davvero in buona fede?

Signor Sindaco ma lei è  davvero in buona fede?

Le poniamo questa domanda dopo aver ascoltato la trasmissione di Radio1 non tanto per le inesattezze che ha riportato quanto per aver nascosto quella parte di Verità che avrebbe cambiato totalmente lo scenario delle sue dichiarazioni, atte a crearsi un’immagine di paladino dell’ambiente e della salute che  le sta lentamente scivolando sotto le scarpe.

Sono mesi che il “Comitato Donne per Taranto” le sta indirizzando lettere per avere risposte  riguardo all’ordinanza del Quartiere Tamburi e che stiamo affermando, con dati alla mano, che le sue dichiarazioni sono fuorvianti e dal nostro modesto punto di vista “pericolose” per la salute dei bambini; ma ciò che ci lascia allibite è la sua capacità di continuare su questa linea. E allora ci chiediamo se davvero lei sia in buona fede!

La sua laurea in medicina (con tesi annessa) è davvero un valore aggiunto o solo il suo coniglio nel cilindro da tirar fuori da abile prestigiatore, nei momenti in cui mancano le argomentazioni ed è necessario stupire in qualche modo il pubblico? E sì signor sindaco perché un medico dovrebbe sapere che la concentrazione di sostanze nel terreno come quelle ritrovate sono pericolose per la salute, in modo particolare quella dei bambini e un medico non può, non deve, dire il contrario.

Ma andiamo per ordine.
Anzitutto lei continua a parlare di “Ordinanza del Berillio”.

Le vogliamo ricordare, per l’ennesima volta, che dalla relazione tecnica descrittiva dei suoli redatta a giugno 2010, si evidenzia che il suolo profondo è contaminato non solo da Berillio (come lei imperterrito continua a dichiarare), ma anche da Antimonio, Idrocarburi, Arsenico, Cromo, Nichel, Cobalto, e il suolo superficiale (per intenderci quello che i bambini toccano, ingeriscono, respirano..) oltre che da Berillio (che a quanto pare a lei piace molto) anche da Piombo, Antimonio, Zinco, PCB, Idrocarburi, tutti con valori che vanno ben oltre quelli tabellari previsti dal D.lgs 152/06, tanto da configurarsi come rischio sanitario non accettabile.

Non dimentichi che l’analisi di rischio parlava di rischio tossico non accettabile anche per il Piombo, dato che l’Arpa  non ha mai contestato e che quindi va ritenuto fuori da ogni contestazione.

Il Piombo, come lei medico dovrebbe sapere, è un elemento che può causare numerosi effetti indesiderati, come anemia, danni ai reni, danni al sistema nervoso, danni cerebrali, diminuzione della capacità di apprendimento, disturbi comportamentali nei bambini, come aggressività, comportamento impulsivo ed iperattività, oltre a poter entrare nel feto attraverso la placenta della madre e causare serio danneggiamento del sistema nervoso e del cervello nei bambini non nati.

Ma lei che è un medico, tutte queste cose le sa, ed è per questo che  le poniamo la domanda: “ma lei è davvero in buona fede?” 

Il fatto che si ostini a parlare SOLO di Berillio, con fare da prestigiatore, dimenticando o meglio volendo far dimenticare che ci sono altre sostanze PERICOLOSE per la salute dei bambini, come la vede? Si dia da solo la risposta perché noi ce la siamo già data.

Inoltre lei continua ancora ad affermare che le istituzioni hanno dichiarato che non c’è pericolosità per quei terreni ma lei sa benissimo che questa non è la Verità o per lo meno non è TUTTA la Verità!

Le Istituzioni avevano chiesto che le analisi fossero ripetute, cosa che a distanza di oltre un anno e mezzo NON ci risulta sia stato fatto.
Vorremmo  ricordarle quanto veniva dichiarato da Arpa Puglia ad agosto 2010 con documento indirizzato a Regione Puglia, Comune e Provincia: “è necessario verificare la correttezza dei dati, ripetendo le analisi…” e ancora: “nel caso  in cui la ripetizione delle prove analitiche dovesse confermare il dato, bisognerebbe effettuare una serie di campioni nel suolo superficiale all’intorno dei due hot spot al fine di circoscrivere il plume di contaminazione, sia orizzontalmente che verticalmente e intervenire con misure di messa in sicurezza di emergenza nell’area interessata dalla contaminazione”.

Lo stesso  Istituto Superiore di Sanità in data 7/09/2010 dichiarava: “per quanto riguarda i superamenti dei valori di PCB, si concorda pienamente sulla ripetizione delle analisi nei punti contaminati” e ancora: “si suggerisce di effettuare uno studio per la determinazione dei valori di fondo per il parametro Berillio in zone non impattate dalle attività industriali di Taranto…

Allora Signor Sindaco la domanda iniziale ha un senso perché davvero non capiamo se a lei queste cose sfuggono o se, pur conoscendole, preferisce non prenderle in considerazione.

Ci chiediamo con quale coraggio lei continua a dire che “è tutto a posto” che non ci sono problemi” quando, invece, le ripetizioni delle analisi non sono state effettuate?
Quando, nonostante tutto, quei terreni non sono stati MAI messi in sicurezza?

Lei sa benissimo che sta omettendo una parte di Verità che cambierebbe il senso delle sue dichiarazioni!
n tutto questo tempo di “attese”, lei è così sicuro che tutti i bambini entrati in contatto con quel terreno non siano stati contaminati da queste sostanze e non possano essere potenziali “malati”?
E’ così convinto che la sua opera di minimizzazione (e non solo la sua) e la mancanza di verità e di coraggio nel prendere decisioni, coerenti anzitutto con la sua professione (che sbandiera in ogni dove) e poi con il suo ruolo di tutore della salute pubblica,  non abbiano contribuito a rendere i figli di quel Quartiere, per esempio affetti da Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD)? Una delle tante malattie per cui è stata accertata la relazione con la contaminazione da Piombo.
E’ questo è solo uno dei tanti scenari di patologie possibili per quei bambini!

Tutto ciò signor Sindaco la lascia davvero dormire tranquillo mentre continua la sua scalata per le prossime elezioni?
E allora ci risponda: lei è davvero in buona fede?

Se a questo punto come dichiara quell’ordinanza “è stata vana” e quindi non ha più motivo di esistere, perché non ha il coraggio di ritirarla?
Non le sembra anche questo un atteggiamento alquanto privo di ogni logica?

La nostra domanda iniziale assume poi un sapore ancor più amaro in riferimento alla sua ultima affermazione, quando cioè dichiara “stiamo lavorando per spostare le scuole o le residenze così come spostare quelle persone che abitano proprio in vicinanza della grande Industria!

Ma se per un attimo ascoltasse le sue dichiarazione come semplice cittadino, non si renderebbe conto da solo che stridono parecchio?
Non si accorgerebbe da solo che c’è una sorta di ambiguità e di controsenso?

Nell’arco di 5 minuti lei afferma che “non c’è pericolo” che “la grande industria non inquina più” ma, contemporaneamente, che è necessario spostare gli abitanti prossimi alla grande Industria.

                                                                  Paradossale,  non le sembra?!!

Questo è tutto ciò che è capace di mettere in atto?
La deportazione di una fetta di cittadinanza che si sta vedendo negare diritti fondamentali quali la Salute, la Vita e ora anche la LIBERTA’?!

No, signor Sindaco noi non ci stiamo (e siamo in tanti a non “starci”!): se “qualcuno” si deve spostare o meglio deve “sloggiare” (deve CHIUDERE!)  non sono certo gli abitanti dei Tamburi;
e se a lei questa lettera non è andata giù, sappia che è solo un antipasto perché ad ogni affermazione lontana dalla Verità, da oggi in poi, ci troverà sempre pronti a chiederle: ma lei è davvero in buona fede?”

Balestra Rosella per il Comitato Donne per Taranto;
D’Andria Paola per Ail Taranto

16 gennaio 2012

Tutte le foto della campagna.

Le chiamano “mamme Nac”, e sono le donne che sperano di restituire un futuro migliore, e pulito, ai propri figli. La sigla sta per “Mamme No al carbone” immortalate insieme ai bimbi nella campagna informativa “Io ci metto la faccia” lanciata dagli ambientalisti brindisini in lotta per chiedere uno studio epidemiologico sulle malformazioni neonatali, che a Brindisi supera del 18 per cento il dato europeo. La percentuale indicata è il risultato di uno studio condotto dai ricercatori del Cnr di Lecce e di Pisa presso il reparto di Neonatologia dell'ospedale Perrino e della Asl di Brindisi. Studi secondo i quali su 7.644 neonati venuti al mondo negli anni fra il 2001 e il 2009, 176 sono affetti da patologie: tradotto vuol dire il 18 per cento di malformazioni congenite in più al resto del continente, tasso che raggiunge la soglia vertiginosa del 67 per cento in più rispetto alla media europea per le malattie cardiovascolari. Sulla base di questi risultati gli ambientalisti hanno chiesto agli enti locali la messa a punto di una ricerca epidemiologica, a sostegno della quale è stata avviata una petizione popolare che ad oggi ha raggiunto la soglia di 6mila firme. Dopo aver sottoscritto la petizione le mamme Nac, che hanno eletto a simbolo della lotta l’ormai celebre “passeggino rosso”, hanno deciso di metterci la faccia e quella dei propri bambini, su manifesti virtuali lanciati in rete grazie al progetto grafico di Gianni Delle Gemme e Mosè Ferrari. Nei venticinque scatti, nati da un’idea di Ornella Tarullo, ci hanno messo la faccia anche i papà.  
(tratto da un articolo pubblicato su Repubblica.it di SONIA GIOIA)




#7 I costi esterni del carbone.


Produrre energia bruciando carbone significa sostenere ingenti spese sanitarie, ma questo è un argomento tabù. Non ne parla nessuno, le Autorità locali compreso il Governo nazionale fanno finta di non sapere e invece lo sanno benissimo.
In base ad un rapporto della European Environment Agency ,l'Agenzia ufficiale dell'Unione Europea incaricata del monitoraggio ambientale, pubblicato il 24 novembre scorso, l'inquinamento industriale delle piu' grandi sorgenti di emissione europee e' costato ai cittadini dell'Unione tra i 102 e i 169 miliardi di Euro.

In questo documento, disponibile online all'indirizzo www.eea.europa.eu sono documentati in dettaglio i costi per la salute e per l'ambiente relativi a 622 impianti industriali europei, che corrispondono ad appena il 6% dei 10000 impianti monitorati dall'agenzia, ma producono il 75% dei costi "scaricati" dall'industria sulla collettivita'.
Tra questi 622 la Puglia compare gia' nelle primissime posizioni, con la Centrale Termoelettrica Federico II di Brindisi che si colloca al 18mo posto in classifica, con costi per la collettivita' stimati tra i 536 e i 707 milioni di euro.

"Le stime dei costi sono calcolate usando le emissioni dichiarate dagli stessi stabilimenti", ha dichiarato la professoressa Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'Agenzia Europea per l'Ambiente. "Con gli strumenti correntemente utilizzati dai decisori politici per la stima dei danni alla salute e all'ambiente - ha aggiunto la McGlade - abbiamo messo in evidenza alcuni costi invisibili dell'inquinamento, che non possiamo piu' permetterci di ignorare".

Il rapporto e' stato costruito a partire dai dati pubblicamente disponibili sul Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti E-PRTR (consultabile su prtr.ec.europa.eu), che sono stati rielaborati con metodi analitici gia' collaudati nel programma europeo "Clean Air for Europe".

Dal calcolo dei costi - segnala l'agenzia - sono stati esclusi alcuni aspetti del danno industriale alla salute e all'ambiente, come l'esposizione dei lavoratori agli agenti inquinanti e i "danni acidi" (acid damage) che colpiscono gli edifici storici e i monumenti.
Gli agenti inquinanti considerati nel rapporto sono l'anidride carbonica, gruppi di inquinanti atmosferici (ossidi di azoto, anidride solforosa, ammoniaca, composti organici volatili non metanici e polveri sottili), metalli pesanti (arsenico, cadmio, cromo, piombo, mercurio e nichel) e microinquinanti organici (benzene, idrocarburi policiclici aromatici e diossine).

Il rapporto e' stato accolto criticamente dall'Arpa Puglia, che in un comunicato del direttore Giorgio Assennato ha dichiarato che "ci sono dei limiti molto seri in questa metodologia, a cui è associata un'alta incertezza delle stime" e che "non hanno molto senso" i dati aggregati relativi ai costi espressi in milioni di euro.

Ma anche di fronte a queste osservazioni, il dato ufficiale fornito dall'Agenzia Europea per l'Ambiente mantiene la sua autorevolezza, in quanto fornito da un organismo tecnico sovranazionale super-partes, che riveste un ruolo ufficiale di supporto alle decisioni politiche.
Per questo motivo, indipendentemente dalle polemiche a livello tecnico-scientifico, questi numeri sono destinati ad avere forti ripercussioni sul piano politico, e i benefici portati Enel in termini di lavoro e occupazione dovranno essere calcolati al netto dei pesanti valori di costo indicati nelle stime europee.

15 gennaio 2012

#6 Intervento del Dott. Stefano Montanari


Il dott. Stefano Montanari, studioso di nanopatologie, illustra il processo di formazione e le conseguenze per la salute del materiale particolato.
Nel video Montanari cita Lavoisier, e si pone in maniera retorica una domanda: -dove va a finire tutto ciò che residua dalla combustione?-
Ecco dove sono andati a finire oltre 100 mila tonnellate di rifiuti tossici pericolosi prodotti dalla centrale Federico II di Brindisi dal 2000 al 2008.




14 gennaio 2012

#5 Il carbone pulito non esiste. Il carbone è radioattivo.


                            Il carbone pulito non esiste. Il carbone è radioattivo.
"Il 90% degli elementi radioattivi emessi dalle centrali a carbone è costituito dal 210Polonio e dal 210 Piombo.
Il primo impiega più di quattro mesi a dimezzare la propria radioattività, il secondo 22 anni. Il che significa che quando una particella di 210-Piombo, trasportata dalle polveri emesse dalle centrali, si deposita nei polmoni o in qualsiasi parte del nostro organismo, irradierà le nostre cellule per buona parte della nostra vita.
Secondo uno studio dell’agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (APAT), la via principale di ingresso nell’organismo umano delle sostanze radioattive emesse dalle centrali a carbone è l’ingestione, cioè l'alimentazione, che complessivamente rappresenta il 78 - 98% di tutte le possibili vie di contaminazione, se si utilizzano, secondo alcuni modelli di simulazione, solo prodotti locali.
I prodotti alimentari più significativi ai fini della valutazione della dose di radiazioni sono i cereali e gli ortaggi." 
18 ottobre 2009 - Maurizio Portaluri (Medicina Democratica)
Nell'ottica di una capillare informazione riportiamo da un sito di "Agenda 21" della Regione Puglia ,  uno studio sulla radioattivita' del carbone :è un articolo lungo ma merita sicuramente la nostra attenzione. 
Per stimolarne la lettura vi antecipiamo una delle conclusioni :
In queste condizioni il problema della valutazione dei flussi di radioattività conseguenti all'esercizio delle centrali a carbone diviene di particolare interesse dal momento che in particolari condizioni metereologiche il pennacchio della centrale potrebbe raggiungere anche altezze notevoli. In tal caso i materiali volanti potrebbero coprire distanze molto grandi prima della ricaduta, determinando un contributo non solo a livello locale ma anche su scala globale.
                       Leggi lo studio tratto da" Agenda 21 della terra d'Arneo"

13 gennaio 2012

"io ci metto la faccia!" #4 _ INTERVENTO DEL DR. GHIRGA _


  Inquinamento ambientale come fattore di rischio per l'insorgenza del cancro dell'infanzia.

    Intervento del Dott.Ghirga Giovanni all'incontro pubblico tenutosi al Teatro Chiabrera
    di Savona il 23/10/2009.


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12 gennaio 2012

"io ci metto la faccia!" #3 CENTRALI A CARBONE E MERCURIO


Le emissioni di mercurio delle centrali stanno avvelenando il mondo.
Un nuovo studio dimostra che il mercurio emesso nell'atmosfera entra nella catena alimentare.

Uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Washington (UW) e pubblicato il 19 Dicembre sulla rivista scientifica  Nature Geoscience conclude che il mercurio rilasciato dalle industrie della  Ohio River Valley  sta danneggiando il cervello dei bambini di tutto il mondo, in quanto riesce a circolare nella parte più alta dell'atmosfera per “lunghi periodi di tempo” prima di ricadere sulla superficie della terra.
Nell'intervista rilasciata in una conferenza stampa 
(https://www.washington.edu/news/articles/upper-atmosphere-facilitates-changes-that-let-mercury-enter-food-chain) 
il Dr Seth Lyman, autore dello studio afferma che “il mercurio emesso viene depositato anche lontano dalla fonte di produzione, persino dall'altra parte del globo e potrebbe ritrovarsi dietro la porta di chiunque”.
Il mercurio inoltre, raggiunta sia la parte più alta della troposfera che quella più bassa della stratosfera, viene trasformato in mercurio ossidato, che può depositarsi nell'ecosistema acquatico ed entrare nella catena alimentare. L'alta atmosfera agisce infatti come un reattore chimico che rende il mercurio più stabile e in grado di depositarsi negli ecosistemi: il mercurio ossidato rimane ovunque per ore o addirittura mesi  prima di depositarsi sul terreno, dove i batteri provvedono a trasformarlo nel famigerato methyl-mercurio che ritroviamo poi persino nel pesce fresco. Questo metallo pesante è anche una potente neurotossina collegata a molte disabilità dello sviluppo infantile, tra cui autismo, deficit dell'attenzione e iperattività, danni cognitivi e problemi comportamentali. L'esposizione può cominciare in utero ed avere effetti devastanti sulla salute e sulla vita dei bambini.

I risultati di questo studio non tranquillizzano assolutamente le Mamme No al Carbone, anzi le responsabilizzano ancora di più verso tutti i bambini del mondo! Sentiamo dentro di noi il dovere di combattere queste emissioni inquinanti e le loro cause per i nostri figli che vivono e respirano qui, in questo territorio martoriato dall'inquinamento, ma anche per quei bambini cui le centrali a carbone possono far male anche molto lontano da qui

11 gennaio 2012

Seconda foto della campagna "Passeggino rosso", insieme allo studio condotto dal CCCEH.


Spesso chi lotta contro le emissioni delle centrali a carbone, come noi Mamme No al Carbone, si è sentito ripetere che non ci sono studi scientifici in letteratura che comprovano il legame tra centrali e danni alla salute dei bambini. Ci dicono che si tratta di allarmismo o di semplici supposizioni non comprovate. 
Questo semplicemente non è vero e oggi fortunatamente internet, che ci dà libero accesso a PubMed e a tutte le riviste medico-scientifiche ufficiali, ci consente di dimostrarlo.

Per questo abbiamo deciso di affiancare alla nuova campagna “Passeggino Rosso” in cui tanti cittadini ci mettono la faccia ( e anche il cuore!) nel denunciare la grave crisi ambientale a cui è sottoposto il nostro territorio, anche  un elenco di studi, che proporremo via via,  condotti dai migliori ricercatori universitari e pubblicati sui più importanti e rispettati giornali medici, che comprovano quanto sopra affermato e dimostrano, senza ombra di dubbio,  che il carbone nuoce gravemente  alla salute, e in particolare alla salute dei soggetti più vulnerabili, quali bambini, anziani, donne incinta.
E' importante condividere questi studi con i medici che seguono i nostri figli e con ogni persona interessata perchè solo così, facendo informazione e proponendo alternative, possiamo ottenere il rispetto del nostro primario diritto a respirare ARIA PULITA.

 
Già dal 2008 uno studio americano dimostrava una connessione diretta tra vicinanza a centrali a carbone e problemi nello sviluppo cognitivo nei bambini.

Secondo uno studio americano, condotto dal Columbia Center for Children's Environmental Health  la vicinanza a centrali a carbone può avere un impatto negativo sullo sviluppo cognitivo dei bambini e la loro salute.
I ricercatori hanno raccolto e comparato lo sviluppo di due gruppi di bambini nati a  Tongliang, una città cinese: un gruppo era in utero mentre in città era attiva una centrale a carbone, l'altro era in utero dopo che il governo cinese aveva chiuso la centrale.  
Nel primo gruppo di bambini, l'esposizione prenatale alle emissioni della centrale a carbone è stata associata a due anni di età a punteggi significativamente più bassi della media nello sviluppo  cognitivo e ad uno sviluppo motorio decisamente ridotto. Nel secondo gruppo non esposto alle emissioni inquinanti invece, questi effetti avversi non sono stati più riscontrati. Le scoperte di questo studio sono state pubblicate nel numero del 14 Luglio 2008 della rivista scientifica Environmental Health Perspectives.

La Dr.ssa Frederica Perera,  professore di Scienze e Salute Ambientale,  Direttore del Columbia Center, nonché autrice dello studio, ha così commentato: “Questo studio fornisce una effettiva prova  che l'azione del governo di eliminare la fonte inquinante chiudendo la centrale a carbone ha avuto dei benefici sul neuro-sviluppo dei bambini. Queste scoperte hanno grandi implicazioni per la salute ambientale e la politica energetica in quanto dimostrano che la riduzione dalla dipendenza dal carbone per la produzione di energia può avere un considerevole impatto positivo sullo sviluppo dei bambini e sul loro stato di salute”.

Per condurre lo studio, i ricercatori americani del Columbia Center hanno collaborato con medici e scienziati dell'Ospedale Pediatrico dell'Università di Chongqing, con l'Università di Shanghai, e con la Facoltà di Ingegneria e Scienze dell'Università Jiao Tong di Shanghai. I ricercatori hanno seguito due gruppi consecutivi di neonati cinesi per due anni. I bambini di entrambi i gruppi erano di  Tongliang, una città con una centrale a carbone che operava stagionalmente finchè non è stata chiusa dal governo nel Maggio del 2004. Il primo gruppo comprendeva 107 donne i cui bambini nacquero nel 2002, prima della chiusura della centrale, il secondo invece 110 donne i cui bambini nacquero nel 2005, quando la centrale non era più in funzione. 

Dice il Dr Deliang Tang, Professor della clinica Environmental Health Sciences, coautore dello studio:

“Questo è uno studio ambientale praticamente  unico che ha usato tecniche molecolari per dimostrare la relazione tra un ambiente pulito e la salute dei bambini!”

Le centrali a carbone forniscono la maggioranza dell'energia necessaria all'industria cinese, esattamente come accade per gli Stati Uniti. Il governo cinese ha ordinato la chiusura di quelle più vecchie e più inquinanti, proprio come quella di Tongliang.
Questo studio è uno dei quattro condotti parallelamente dal Columbia Center che esaminano gli effetti sulla salute dell'esposizione a inquinanti ambientali di donne incinta e bambini in zone urbane.  Altri studi sono stati condotti a New York City e a Cracovia, in Polonia. Le ricerche hanno tutte dimostrato che l'esposizione a polveri del carbone sono associate a un aumento del rischio di ritardo dello sviluppo tra i bambini e hanno ulteriormente confermato che l'inquinamento dell'aria ha una influenza sulle morte neonatali.

7 gennaio 2012

Siamo noi che apparteniamo alla Terra o è la Terra che appartiene a noi?

Immaginiamo un quadrato di una quarantina di chilometri per un altra quarantina di chilometri.
Immaginiamo che in questo quadrato di terra si costruiscano un paio di centrali a carbone, una centrale a metano e un petrolchimico.
Immaginiamo che questa terra dopo decenni di sfruttamento industriale con conseguente inquinamento di falde aria e terreni necessiti di essere bonificata.
E immaginiamo che al posto delle bonifiche arrivino pannelli.
Anzi, immaginiamo che piovano pannelli. E che dunque ettari ed ettari di terre fertili, di quelle che rendevano famosa questa terra per i suoi fioroni, per i pomodori regina, per malvasia negroamaro e susumaniello o per i secolari alberi di ulivo, si ritrovino circondati da vetro cemento e acciaio.
Questo non è la sceneggiatura dell'ultimo film di Dario Argento. Questo non è un film dell'orrore.
In questo fazzoletto di terra che si chiama provincia di Brindisi, il bene comune Terra si è trasformato nel tempo da base per la sussistenza di intere generazioni di persone, da paesaggio bello nella sua semplicità, da teatro di relazioni tra persone a strumento di speculazione.
Come definire altrimenti la pioggia di pannelli su queste terre?
È forse occasione di progresso per la popolazione che vi abita?
È forse opportunità per risolvere la crisi del comparto agricolo?
No. Questa è semplicemente speculazione!
Su questa Terra che ha già dato in termini di produzione energetica, che ha urgente bisogno di rigenerarsi, che necessita di essere bonificata; su questa Terra Regione Puglia, Provincia e Comune di Brindisi hanno dato parere favorevole ad un impianto in Contrada Restinco che coprirà ben 65 ettari.
Questa classe politica ha svenduto e continua a svendere la nostra Terra. È come un pupazzo oscilla dal prodursi in poetiche narrazioni al vaneggiare con moderni paroloni (il marketing territoriale, la filia solis ecc ecc). Allo scempio del fotovoltaico selvaggio rischia di sommarsi l'ennesima speculazione: centinaia di gigantesche pale eoliche stanno per occupare gli ultimi fazzoletti liberi di terra.
Di fronte a questo pesante scenario riaffermiamo la necessità di lavorare sulla cultura dei beni-comuni, cultura capace di contrastare il dilagare “dell'ideologia edonistica del consumo”.
E per fare questo, per dare gambe all'indignazione saremo nelle strade delle città della provincia per informare i nostri concittadini di questo ulteriore scempio e per organizzare una manifestazione presso il megaimpianto in costruzione a Restinco e chiediamo un'immediata moratoria sul fotovoltaico installato nei terreni agricoli.


Pugliantagonista
TerraRossa (Mesagne, San Pancrazio, San Donaci e Francavilla Fontana)
NO AL CARBONE
Brindisi Bene comune
Salute Pubblica
Medicina Democratica
Rifondazione comunista

6 gennaio 2012

LA PUGLIA SCENDE IN PIAZZA.


                                             Sabato 21 gennaio 2012 - ore 9.00
                                       Monopoli - Piazza Vittorio Emanuele                             Appuntamento contro le trivellazioni petrolifere e 

                                ogni altra forma di attacco al nostro territorio.

Denunciamo il reiterato tentativo di attacco al nostro territorio da parte di alcune multinazionali, nonostante le numerose manifestazioni popolari e le dichiarazioni politiche e istituzionali a tutti i livelli avvenute negli ultimi due anni.

E’ ormai bagaglio comune dell'intero mondo politico e imprenditoriale pugliese l’affermazione di un modello di sviluppo eco-sostenibile del nostro territorio ormai incompatibile, sul piano politico, economico, sociale e culturale, con la logica della “spremitura nera” dei nostri fondali. Un modello di sviluppo, per la verità, di per sè già incompatibile con i livelli di degrado a cui altre vecchie logiche industriali hanno da tempo sottoposto fin troppe aree della Puglia.

Rigettiamo ogni formalismo giuridico-amministrativo, che tenda a presentare come legittimo un percorso amministrativo fondato su autorizzazioni ottenute senza il sostegno del territorio, imposto dall’alto e da lontano, in linea con modelli di sviluppo anacronistici, superati e inaccettabili.

I cittadini pugliesi, la società civile, le associazioni, i sindacati, le imprese, le forze politiche le istituzioni locali e regionali, sono tutti invitati ad attivarsi per dare vita a una grande manifestazione in difesa del nostro territorio, che dica no alle trivellazioni petrolifere, no a qualsiasi autorizzazione in tal senso, sì alla rapida approvazione di una legge nazionale che vieti ogni ulteriore impianto di estrazione petrolifera, sì a un accordo transfrontaliero che impedisca l’installazione di piattaforme offshore in tutto il Mare Adriatico.

4 gennaio 2012

INQUINAMENTO ATMOSFERICO, OBESITA' E DIABETE.

Quando ho letto il rapporto dei ricercatori del Children’s Hospital (Ospedale Pediatrico) di Boston, pubblicato nel numero di ottobre di Diabetes Care, che collegava i casi di diabete con l’inquinamento atmosferico, e quando anche l'obesità è stata messa in correlazione con esso, non mi sono affatto sorpresa. Ho pensato subito quanto la nostra salute sia fortemente connessa al nostro ambiente e come troppo spesso ce ne dimentichiamo!
(Ornella Tarullo) 

Sappiamo da tempo che l'inquinamento atmosferico ha effetti devastanti sulla salute dei nostri bambini causando asma, bronchiti, problemi cardiaci, ma questa nuova ricerca scientifica aggiunge ora due nuovi seri problemi: l'obesità e il diabete.
Secondo un articolo pubblicato su Forbes condotto su animali   (vai al sito)  “ una esposizione precoce a particolati ultrasottili porta ad un accumulo di grasso addominale e insulina resistenza anche se sei segue una dieta normale. I livelli di esposizione per gli animali dello studio sono molto simili a quelli delle nostre città industriali. Sappiamo che l'EPA regolamenta già il problema dei particolati ultrasottili, ma recenti studi stanno dimostrando che anche i livelli finora ritenuti “accettabili” costituiscono un problema a vari livelli per la salute”.
Quello che è maggiormente scioccante, o almeno lo è stato per me, è che lo studio considera livelli di esposizione ad inquinanti uguali, o addirittura inferiori, a quelli delle nostre città, e in particolare a quelli cui siamo quotidianamente esposti a Brindisi, con la sua centrale definita “la più dannosa d'Italia”. In parole semplici cioè tutti noi veniamo esposti a livelli di tossine tali da aumentare fortemente le probabilità di soffrire di obesità o di diabete di tipo 2.
Se consideriamo i costi per la società derivati dal diabete e dalla dilagante obesità e li sommiamo a quelli sostenuti per asma, malattie cardiache e altre malattie correlate all'inquinamento atmosferico, è facile comprendere che l'aria “pulita” sarebbe anche un enorme risparmio sanitario.
Ovviamente non è questa la politica che serve ai nostri bambini, ai nostri figli! Abbiamo bisogno di una politica nuova, una politica che finalmente non guardi semplicemente ai costi, ma all'interconnessione dei vari aspetti di un problema sanitario.
La qualità attuale della nostra aria, qui a Brindisi, un'aria contaminata dagli inquinanti più dannosi e pericolosi, sta producendo una generazione di bambini malati, colpendo non solo quelli più vulnerabili, quelli che vivono con redditi più bassi e che quindi accedono con minore facilità alle cure, ma tutti indistintamente, anche se seguono diete equilibrate e praticano sport.
Occorre cambiare! Per questo vi invitiamo a seguire le nostre iniziative e a unirvi a noi, per una politica che non badi ai costi, ma alla salute dei suoi bambini, per chiedere insieme a gran voce a chi ci rappresenta di mettere l'interesse dei nostri figli prima di quelli dell'ENEL, per rivendicare il diritto a respirare aria pulita, per dire NO AL CARBONE!
E' un nostro dovere di genitori.