30 aprile 2012

Blitz di Greenpeace alla Centrale Federico II

Affari e politica: le due teste del Presidente. E intanto il carbone uccide.

La pochezza ma soprattutto la gravità delle affermazioni fatte dal Presidente Ferrarese, non ci stupiscono affatto. Sappiamo bene chi è, e da dove viene. 
Sappiamo benissimo quali sono gli interessi che gestisce e che tutela.



La sua fantomatica "lotta alle merendine" tutt'al più ci indigna.
Questa campagna di disinformazione costruita ad hoc dal Presidente bicefalo cerca di distogliere l'attenzione dalla vera ecatombe che si abbatte quotidianamente sulla nostra salute e che ha solo un nome: il carbone. 

La centrale Enel di Brindisi è tra i venti impianti più pericolosi d'Europa, ed è l’impianto industriale più inquinante in Italia per emissioni in atmosfera. La Federico II causa annualmente danni ambientali, climatici e sanitari stimati tra i 536 e i 707 milioni di euro.
Da poche settimane, quattro dirigenti sono indagati per omicidio colposo e lesioni colpose, in relazione agli impatti mortali e patologici che le emissioni della centrale avrebbero sulla popolazione del territorio; mentre 12 dirigenti della stessa centrale sono indagati, tra l’altro, per getto pericoloso di cose e danneggiamento alle colture.

Stendiamo quindi un velo pietoso sulle sconsiderate dichiarazioni del Presidente,  sperando in una tempestiva presa di posizione dell'Ordine dei Medici,  perchè ascoltare tali dichiarazioni è un insulto per tutti coloro che si sono ammalati per colpa del carbone.


>>>STUDIO SHOCK. IL CARBONE DI ENEL FA UN MORTO IN PIU' AL GIORNO<<<

Abbiamo le prove. Delle persone che Enel ha già ucciso e ucciderà in Italia con il suo carbone: 366 morti premature nel 2009, una al giorno, che potrebbero arrivare a 500, se l’azienda metterà in atto il suo piano di espansione con le centrali di Porto Tolle e Rossano Calabro.
Abbiamo le prove. Dei danni sanitari, ambientali ed economici che le centrali a carbone di Enel hanno generato in Italia: 1,8 miliardi di euro nel 2009.
Sono i dati shock contenuti in uno studio che il Reparto Investigazioni Climatiche di Greenpeace ha commissionato all’istituto indipendente di ricerca olandese SOMO. Lo studio utilizza il metodo impiegato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) per stimare i danni delle emissioni atmosferiche causate dagli impianti industriali, e lo applica ai dati di emissione di un database della stessa EEA.


SCARICA NELL'AREA DOWNLOAD DEL BLOG IL BRIEFING  
"ENEL- IL CARBONE COSTA UN MORTO AL GIORNO"  DI GREENPEACE.


20 aprile 2012

Sit-in vittime del Petrolchimico: tre richieste e gravi assenze.

Foto di Mario Carlucci
Vincenzo Di Totaro, ex lavoratore del petrolchimico, aveva lottato per i compagni, morti di lavoro.
Aveva portato avanti la battaglia, da sano, affinchè fosse fatta giustizia per i suoi colleghi, fino a quel 7 aprile scorso quando anche lui si è spento a causa di un angiosarcoma epatico.
E proprio questa forma di cancro, l'unica riconosciuta dalla comunità scientifica mondiale come causa dell'esposizione professionale a cloruro di vinile e poli cloruro di vinile, riapre a Brindisi il fronte dell'inchiesta che quattro anni fa fu archiviata lasciando le vittime del petrolchimico senza verità e senza giustizia.

Vincenzo di Totaro, ma anche Luigi Sciarra capoturno  dell'Enichem, morto di angiosarcoma surrenale il 31 dicembre scorso dopo 31 anni di lavoro in fabbrica e Martino Cremona morto di asbestosi lo scorso anno a Venezia.
Per lui la procura di Venezia aprì subito un'indagine e fu disposta l'autopsia dalla quale venne fuori che l'anziano era pieno zeppo di amianto.
Martino Cremona per una vita aveva lavorato nella centrale termoelettrica del petrolchimico di Brindisi, da quì la decisione di trasmettere tutti gli atti alla procura Brindisina.

Tante le vittime e una verità che è ancora da scrivere, perchè se il primo processo è naufragato il presidio di ieri torna a chiedere giustizia per le vittime ponendo tre questioni essenziali: -la rianalisi epidemiologica della coorte lavorativa del Petrolchimico, la sorveglianza medica degli ex esposti all'amianto ed agli altri cancerogeni, la riapertura della Medicina del Lavoro a Brindisi.-
Tre richieste nette, formulate ieri dal Comitato delle vittime, difronte alle quali le istituzioni non possono restare indifferenti.
Ieri mentre i parenti delle vittime stringevano fra le mani i ritratti dei loro cari, proprio queste istituzioni a cui era rivolto l'appello erano assenti.
Molto grave soprattutto l'assenza di quasi tutto l'esercito (Riccardo Rossi l'unico a partecipare al sit-in) dei candidati alle imminenti elezioni amministrative.

14 aprile 2012

CENTRALI A CARBONE E PATOLOGIE INFANTILI (il video)

Parte 1  Interventi del dott. Portaluri e della  dott.ssa Santacesaria



Parte 2  Intervento della  dott.ssa Iaia



Parte 3 Intervento del  dott. Rosati



Parte 4  Interventi di Pier Paolo Petrosillo  e del  dott. Latini

13 aprile 2012

Ancora fiamme dal petrolchimico ma dalla Questura dicono che tutto è regolare: è la procedura!

Brindisi 13 aprile 2012 ore 21.18.
Siamo andati all'ingresso del Petrolchimico, ma nessuno interveniva, abbiamo chiamato i carabinieri che hanno risposto: - adesso... vediamo...-  ma non sono arrivati.
Poi abbiamo chiamato l'Arpa ma erano tutti a nanna , nessuno rispondeva.
Quindi Riccardo Rossi ha chiamato la polizia al 113. Dalla sala operativa gli hanno risposto di non preoccuparsi, è tutto regolare , sono stati avvisati dall'azienda. 
Riccardo insiste, chiede che venga richiamata l'Arpa affinchè faccia i controlli. Niente da fare, non c'è bisogno poichè è tutto regolare.
A questo punto siamo andati direttamente in questura. Lì ci hanno fatto parlare con un ispettore che ci ha detto anche lui che era tutto a posto. L'azienda ha avvisato, è una procedura concordata con la Procura quando hanno problemi buttano in torcia dopo aver avvisato la polizia. Noi gli abbiamo detto che è assurdo e che si dovrebbe controllare cosa stanno emettendo in aria , la città ha diritto di sapere. Ma niente l'ispettore ripeteva soltanto: - siamo stati informati è tutto regolare.-   Veramente da non credere!!

La morale è quindi non preoccupatevi siamo informati che vi stanno ammazzando, fa parte della procedura, sono autorizzati. Se hanno problemi al petrolchimico chiamano la polizia e accendono le torce!
  
 
POST CORRELATI
Ancora Petrolchimico, ancora inchieste e sequestri    
Preoccupante il rapporto dell'Arpa 
 

11 aprile 2012

La prima morte per angiosarcoma epatico in un operaio del Petrolchimico. Un esposto apre le indagini.

"Inchiesta affidata al PM De Nozza, il quale dovrà accertare se quella morte si poteva scongiurare oppure no.  Se i vertici dell'azienda conoscevano la pericolosità delle sostanze con le quali  lavorava la comunità operaia e il povero Vincenzo Di Totaro, e se quindi hanno messo in atto tutte le cautele necessarie a difendere i lavoratori e il bene prezioso della loro salute. È la domanda fra le righe dell'esposto a firma del dottor Maurizio Portaluri che ha dato il via all'inchiesta."


 
Muore un operaio del Petrolchimico. Aperta un'inchiesta a Brindisi.
di SONIA GIOIA   




In morte di un lavoratore. di Stefano Palmisano

E’ morto un lavoratore.
Un altro.
Aveva lavorato al petrolchimico di Brindisi.
Anche lui.
Si chiamava Vincenzo Di Totaro.
E’ morto di lavoro, con ogni probabilità.
E’ morto di angiosarcoma epatico, una malattia rara del fegato.
Un tumore, nel quale il cloruro di vinile monomero (cvm) lascia le impronte digitali come causa certa di quella neoplasia.
Il cvm era la sostanza base delle lavorazioni del petrolchimico di Brindisi.
Il cvm provoca cancro, non solo l’angiosarcoma che ha ucciso Vincenzo Di Totaro.
Il cvm, forse insieme ad altre sostanze, ha causato, con grande probabilità, la morte di tanti altri lavoratori, di tanti compagni di lavoro di Vincenzo Di Totaro.
Su questo a Brindisi si è tenuto un procedimento penale nevralgico, determinante per scoprire le cause e i responsabili di quelle morti da lavoro.
E’ stato archiviato perché si è ritenuto che, nel caso dei lavoratori morti del petrolchimico di Brindisi, non vi fosse la prova del nesso causale tra l’esposizione a cvm e le varie malattie tumorali che avevano sterminato decine di persone che con questa sostanza avevano lavorato.
E’ stato archiviato perché non c’era nessun caso di angiosarcoma epatico tra i malati e i morti di Brindisi.
Salute Pubblica non è stata d’accordo con quell’impostazione, con quella richiesta di archiviazione e con la conseguente archiviazione.
Abbiamo denunciato lacune ed errori nelle indagini, specie in quelle di natura scientifica, specie in quella epidemiologica tra i lavoratori del petrolchimico.
Abbiamo, comunque, cercato di “usare” quel procedimento penale, il lavoro enorme che vi era stato fatto, i dati che, in ogni caso, erano stati enucleati, in chiave di tutela della salute pubblica, se non anche di perseguimento della verità e della giustizia per decine di morti da lavoro: abbiamo chiesto che gli studi condotti sulle coorti lavorative di Brindisi e Manfredonia fossero riesaminati ed aggiornati per ragioni di salute pubblica secondo il presupposto che i gruppi più esposti a quei cancerogeni lavorativi (CVM, PVC ed arsenico) debbano essere confrontati non già con la popolazione generale ma con gruppi di lavoratori della stessa industria meno esposti o, meglio ancora, non esposti affatto ai cancerogeni su descritti.
Abbiamo raccolto la disponibilità di Arpa Puglia, in tal senso.
Confermiamo quelle critiche a quell’indagine penale; confermiamo questa richiesta a tutte le Autorità di tutela della salute pubblica, dal Direttore Generale della A.S.L. di Brindisi al Presidente della Regione Puglia al prossimo Sindaco di Brindisi.
Quest' ulteriore evento luttuoso richiama, inoltre, l'urgenza di attivare la sorveglianza dei lavoratori ex esposti ad amianto e ad altri cancerogeni anche attraverso la riapertura almeno degli ambulatori di medicina del lavoro.
Ma, soprattutto, vogliamo ancora sperare che, come accaduto a Venezia, almeno ad un morto da lavoro, almeno a Vincenzo Di Totaro sia data giustizia.
In caso contrario, ora che “c’è l’angiosarcoma”, non ci sarebbero più alibi per nessuno.
Specie per gli uomini e le donne della giustizia.
Fasano – Brindisi, 11\4\2012
Stefano Palmisano
Associazione Salute Pubblica


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Rosangela è la figlia di Donato, dipendente del petrolchimico deceduto per cancro. La sua testimonianza al termine della biciclettata di sabato 24 settembre 2011, organizzata dai movimenti che aderiscono a Brindisi Bene Comune.




10 aprile 2012

Eni-Enel: bollette più care per i contribuenti, ma super aumento di stipendio per i capi

Gli amministratori delegati delle due grandi società statali che si occupano di energia elettrica e carburanti nel 2011 hanno guadagnato il 40 e 30 per cento in più rispetto all'anno precedente. Stessa sorte per gli altri manager delle aziende. Un incremento in busta paga inversamente proporzionale all'andamento dei bilanci di entrambi i gruppi.