12 dicembre 2012

LI MARANGI VI LI PURTAMU NUI


“Il 12 è arrivato. Ed è stato come lo avevamo  immaginato: lungo, freddo e carico di tensione, ma con una voglia matta di esserci, di essere presenti  anche per quella città che proprio non se la sente di uscire di casa. Ancora una volta è mancata quasi per intero, come sono mancati gli studenti , ma c'eravamo noi che di questa città ne facciamo parte e forse è pure giusto così, vorrà dire che sbagliamo in qualcosa e dovremo lavorarci ancora tanto.  Ma non me la sento di vederla nera, oggi abbiamo ottenuto un piccolo grande risultato, non sappiamo come andrà a finire, ma sentire il nome dei NAC in quell'aula oggi mi ha emozionato, riempito di gioia, resterà ancorato nei ricordi più belli della mia vita. “

“Le arance ve le portiamo noi”, recitava uno dei tanti cartelli delle Mamme-Nac che oggi hanno animato numerose il presidio dinanzi al tribunale. La prima udienza del processo Enel presieduta dal giudice monocratico Cacucci era fissata per le ore 9, ma già dalle 8, mentre in città gli attacchini si apprestavano ad aggiornare i manifesti 6x3 della campagna di Greenpeace, noi del movimento No al carbone insieme alle Mamme-Nac srotolavamo i primi striscioni.
Nonostante il grande freddo e una costante minaccia di pioggia, le prime ad arrivare al presidio sono le mamme del comitato “Mamme per Taranto” che ringraziamo di cuore per la presenza . Sabato 15, nel corteo della manifestazione di Taranto , la prima cosa che faremo sarà andarle a cercare per sfilare al loro fianco!
L’udienza viene spostata alle ore 12 e poi successivamente alle ore 14.30.
La folta presenza dei cittadini costringe anche il cambio dell’aula, si va tutti nell’aula Metrangolo: l’aula bunker!  Davanti al giudice Cacucci si costituiscono le parti.
Gli imputati sono Lorenzo Laricchia e Giuseppe Varallo, responsabili  del nastro trasportatore; Diego Baio,responsabile protempore dell’ufficio Ambiente e sicurezza di Cerano; Calogero Sanfilippo, Luciano Pistillo e Antonino Ascione, tutti e tre ex responsabili dell’Unità di business Brindisi-Cerano, e l’ex capo centrale Vincenzo Putignano. Quindi Luca Screti, titolare della ditta “Nubile” e Aldo Cannone, titolare della impresa omonima, addetti al trasporto carbone; Sandro Valery, responsabile protempore area business Enel Produzione; Fausto Bassi, Unità Business Cerano; Giammarco Piacente e Fabio De Filippo, unità operativa Esercizio Ambiente e Sicurezza a Cerano;  Massimo Distante e Giovanni Madia, Movimentazione combustibili Cerano.
Tra le associacioni e i movimenti a presentare richiesta di costituzione di parte civile c’è il Movimento No al carbone, Salute Pubblica, Medicina Democratica, Greenpeace, Il comitato regionale di Legambiente, il Wwf, Italia nostra e Federutenti. I comuni a presentare richiesta  sono Brindisi, Torchiarolo, San Pietro V.co, Trepuzzi e la Provincia di Brindisi. A queste richieste seguiranno quelle di moltissimi agricoltori, a questo punto considerata la grande quantità di documentazione depositata, è stato rinviato il tutto all’udienza del 7 gennaio.

Tra i grandi assenti ingiustificati sicuramente la regione Puglia del presidente Niki Vendola, colui che in campagna elettorale dal palco di piazza vittoria urlò queste parole: ”signori dell’Enel: il secondo tempo lo giocheremo a Brindisi”. Niki Vendola a Brindisi non c’è più tornato (se n’è guardato bene) e oggi ha girato le spalle a quella sessantina di agricoltori che in questi anni hanno perso le loro terre e il loro reddito “sotto un velo di quella cosa che per l’Arpa di Brindisi era una -polvere nerastra non separabile-”.

Ci vedremo dunque tra poco meno di un mese ancora più determinati e intanto respingiamo al mittente con forza e sdegno  ogni tentativo di imbrattare questo momento storico.
Abbiamo collaborato con orgoglio e soprattutto convinzione alla campagna di sensibilizzazione di Greenpeace che anche alla vigilia di questo importante processo ha continuato a ricordare che il carbone uccide.
Oggi però, puntuale come ad ogni chiamata dell’azienda “oltraggiata”, arriva il comunicato del comitato dei "Si al carbone" capeggiato dal sindacalista e dipendente Enel DePunzio che condanna l’iniziativa di Greenpeace ed in particolare l’utilizzo delle foto dei nostri bambini per questa campagna imponente.
Quei bambini, non sono soltanto i nostri figli ma sono i figli di questo territorio per i quali qualcuno vuole continuare a scrivere un futuro fatto di deficit polmonari, malattie respiratorie, asma infantile, disordini dello sviluppo, patologie neuronali, cancro.
Fa bene il signor DePunzio ed il suo comitato a provare vergogna per quelle foto: quei bambini, tutt’altro che ignari, invocano il diritto ad un futuro migliore mentre voi difendete vergognosamente le sporche verità del carbone.
Noi invece, continueremo a gridare l’unica soluzione: fermare il carbone.

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