3 ottobre 2014

"RIPRENDIAMOCI SANT'APOLLINARE": RICHIESTO UN INCONTRO CON L'ASSESSORE REGIONALE BARBANENTE

Con l’iniziativa della “mellonata” sulla spiaggia di Sant’Apollinare organizzata lo scorso 30 agosto, a cui hanno partecipato e aderito numerosi cittadini ed associazioni, abbiamo già voluto ricordare, a noi stessi ed a tutti i brindisini, l’esistenza di un luogo bellissimo e suggestivo del porto di Brindisi, miracolosamente sopravvissuto alla devastazione operata a partire dalla fine degli anni ’50 nella zona a sud di Brindisi.

Un luogo che rappresenta un pezzo della storia e della cultura cittadina e che oggi rischia di essere definitivamente distrutto, per lasciare il posto a nuove banchine e nuovi moli di attracco, proprio a ridosso del canale Pigonati, secondo l’assurdo progetto predisposto dall’Autorità Portuale di Brindisi, con l’avallo della Regione Puglia, del Comune di Brindisi e dello stesso Ministero per i Beni Culturali (vista la presenza della zona archeologica di Punta le Terrare).
 
La nostra iniziativa, che è stata preceduta da un’azione dimostrativa ma molto concreta di recupero dell’area, con la rimozione di montagne di rifiuti e la disposizione di un minimo arredo, non ha certamente un carattere nostalgico.
Al contrario, attraverso la memoria, la conoscenza e la consapevolezza del valore del nostro territorio, vogliamo impedire che esso venga ancora una volta violentato da opere che riteniamo del tutto estranee alla volontà dei cittadini ed al reale interesse pubblico.
 
Vogliamo quindi proporre un progetto che si colloca in una nuova visione della città, in un processo partecipato tra la comunità cittadina e il territorio, dove sia possibile per le nuove generazioni conoscere, tutelare e trasmettere il carattere identitario ed il patrimonio storico, artistico e paesaggistico di tutta l’area portuale.
Un progetto di rigenerazione urbana che si basa sul recupero e la valorizzazione della spiaggia e dell’intera area di Sant’Apollinare, da destinare ad attività culturali e turistico ricettive.
 
Abbiamo quindi deciso di chiedere un incontro all’assessore regionale Barbanente, conoscendo la sua competenza, disponibilità ed attenzione verso questi temi, per chiedere in primo luogo che la Regione intraprenda ogni possibile azione per fermare la distruzione di questo luogo, come la revoca dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla stessa Regione nel novembre 2012 (in deroga ai vincoli del vigente PUTT-P regionale).
Ma anche e soprattutto per illustrare quelle che sono le nostre idee, partendo dal coinvolgimento dei giovani attivi in città, per ridare dignità ad un luogo ed una città che faticano nel ritrovare la propria identità.




 All’Assessore Regionale
Prof.ssa Angela BARBANENTE
Regione Puglia
Via Gentile, 52
70126 BARI
  e, p.c. All’Autorità Portuale di Brindisi
Piazza Vittorio Emanuele II
72100 BRINDISI


Al Sindaco del Comune di Brindisi
Piazza Matteotti, 1
72100 BRINDISI


Alla Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Puglia

Strada dei Dottula, Isolato 49
70122 BARI




OGGETTO: Ipotesi di rigenerazione urbana nel porto di Brindisi. Recupero e riqualificazione della spiaggia e dell’area di Sant’Apollinare.

Gentile Assessore Barbanente,
con la presente intendiamo offrire un modesto contributo nell’ambito delle iniziative di rigenerazione urbana in Puglia, in linea con gli attuali principi ed indirizzi del quadro normativo e della pianificazione del territorio regionale.
Ci rivolgiamo a lei in quanto interlocutore istituzionale particolarmente attento alle dinamiche che coinvolgono cittadini e territorio, in una logica di tutela e corretto utilizzo delle risorse e non del loro sfruttamento. Come dimostrato anche dal suo intervento dello scorso 16 settembre a Brindisi, in occasione dell’incontro organizzato da “Sviluppo e lavoro”, a proposito della redazione del piano urbanistico generale e del piano comunale delle coste di Brindisi.
 

A questo proposito siamo convinti che per questo territorio sia necessario ed urgente disporre di nuovi strumenti di governo, a partire da una pianificazione capace di rispondere in modo armonico alle attuali esigenze della città, ben diverse da quelle che condussero al vigente PRG, adottato nel 1980. Una pianificazione coerente con una complessiva e diversa visione del territorio, in cui andrebbe completamente ripensato sia l’assetto dell’area portuale (il PRP è del 1975!), che di quella industriale, entrambe comprese, tra l’altro, nel sito di interesse nazionale per le bonifiche di Brindisi.
Di questa nuova visione fa parte la tutela e la valorizzazione delle risorse del territorio, legate al suo ambiente ed alla sua storia: è sotto gli occhi di tutti come Brindisi, così come con il resto della regione, stia vivendo una stagione di notevole crescita nelle presenze turistiche, in conseguenza della scoperta e dell’apprezzamento delle sue caratteristiche paesaggistiche, ambientali e culturali, sia in ambito nazionale che internazionale.
Sono queste le ragioni che ci spingono a chiedere una maggiore attenzione da parte delle autorità competenti al governo del territorio, al fine di scongiurare la realizzazione di opere che impoveriscono e spesso distruggono il nostro patrimonio naturale e storico, in favore di iniziative di recupero e riqualificazione ambientale ed urbanistica.
Per questo il movimento No al Carbone di Brindisi ha deciso di impegnarsi in un progetto per il recupero e la riqualificazione della storica spiaggia di Sant’Apollinare, situata nel porto medio di Brindisi, tra il lato est del canale Pigonati e la foce di Fiume Piccolo.
Si tratta di una spiaggia a cui la città è particolarmente legata, lasciata in completo abbandono a partire dalla metà degli anni ’60, in conseguenza della scellerata scelta di uno sviluppo industriale devastante per il territorio, al quale anche gran parte del porto è stato asservito.
Un pezzo della storia e della cultura cittadina, che oggi rischia di scomparire del tutto per lasciare il posto ad una nuova banchina con moli per navi traghetto e ro-ro, secondo il progetto predisposto dall’Autorità Portuale di Brindisi.
 

Non siamo certo contrari allo sviluppo delle attività portuali legate al traffico turistico e commerciale, al contrario riteniamo che queste andrebbero incentivate, collegandole alla riqualificazione della città, allo sviluppo delle risorse locali ed ai flussi verso i territori circostanti. Ma tutto questo non ha nulla a che fare con il progetto dell’Autorità Portuale.
Il progetto denominato “opere di completamento accosti portuali per navi traghetto e ro-ro di S. Apollinare nel porto di Brindisi”, è stato inserito nella variante al piano regolatore portuale approvata con D.G.R. n. 1190 del 04.08.2006. Dopo alcuni adeguamenti tecnici e discutibili passaggi amministrativi, è stato oggetto di autorizzazione paesaggistica con D.G.R. n. 2492 del 27.11.2012, concessa in deroga alle prescrizioni del vigente PUTT/P regionale.
Come accennato, il progetto si propone il banchinamento (e quindi la distruzione) della spiaggia e la realizzazione di due pontili sporgenti, della lunghezza di 181 e 282 metri, quest’ultimo collegato alla banchina di Costa Morena, per ottenere complessivamente cinque nuovi accosti.
Secondo il proponente, questo porterebbe ad adeguare l’offerta di attracchi in vista di una eventuale crescita della domanda. Una scelta “strategica” che però non viene supportata da alcun elemento di analisi e di proposta, dando per scontata, tra l’altro, la presenza ingombrante e nociva dell’attuale traffico industriale ed energetico, che non viene quindi minimamente messo in discussione.
 

Al contrario, con una seria pianificazione e progettazione, oltre a prevedere una prossima “liberazione” dal traffico di carbone sia del porto che di tutta la costa a sud di Brindisi, si potrebbero utilizzare al meglio gli enormi spazi già esistenti (compreso il riempimento di circa 15 ha, realizzato nel porto esterno in località Capo Bianco), oltre a quelli che si potrebbero recuperare a breve (basti pensare all’area di circa 40 ha della centrale elettrica ex edipower).
Oltre a non essere necessaria, l’opera proposta avrebbe anche conseguenze molto negative su diversi aspetti, affatto secondari, che vogliamo brevemente ricordare:
cancellazione di un importante elemento di memoria collettiva, oltre che un eccezionale “affaccio” verso il porto medio, con la suggestiva visione del castello di mare;
svalutazione della zona archeologica di Punta le Terrare, sede di importanti testimonianze di età neolitica e considerata il primo insediamento umano di Brindisi;
posizionamento a ridosso del canale Pigonati, con evidenti interferenze sul traffico da e verso il porto interno;
modifica morfologica della zona esterna dell’ingresso nel porto interno (canale Pigonati), già elemento storico ed identitario della città, con possibili fenomeni di erosione o interramento;
interferenza sul cono visivo dal centro storico della città verso l’esterno, attraverso il canale Pigonati, in direzione del forte e del castello di mare;
inibizione della libera fruizione dell’area e della sua valorizzazione a servizio della città, in relazione alle risorse e potenzialità presenti, tra cui: la zona archeologica e la ottocentesca villa Skirmunt; il grande piazzale con affaccio panoramico sia sul porto interno che su quello medio; il capannone ex Montecatini; il possibile collegamento sul lungomare con il centro storico (parte dell’auspicato percorso su tutto il perimetro del porto interno) e la funzione di cerniera dell’area tra lo stesso centro storico ed il terminal passeggeri di Costa Morena (di cui è previsto l’ampliamento); il possibile collegamento via mare verso il castello, il porticciolo turistico, l’aeroporto e la città.
Senza entrare nel merito degli aspetti tecnico-amministrativi e delle motivazioni che hanno incautamente portato all’approvazione del progetto, anche in deroga ai vincoli già riconosciuti, riteniamo quindi necessario fermare questo ulteriore intervento calato dall’alto, inutile e sprezzante dei valori locali.
 

La nostra visione si colloca invece all’interno di un processo partecipato tra la comunità cittadina e il territorio, dove sia possibile per le nuove generazioni conoscere, tutelare e trasmettere il carattere identitario ed il patrimonio storico, artistico e paesaggistico di tutta l’area portuale.
Pensiamo ad una mappa di comunità che documenti l’unicità complessiva e la moltitudine di relazioni e di saperi che contraddistinguono non solo il territorio ma anche chi ci abita.
Nella memoria collettiva, per tantissimi anni, Sant’Apollinare ha rappresentato l’immagine più emblematica e fascinosa di tutto il porto brindisino. Sin dagli inizi del secolo scorso era considerata a buon titolo la spiaggia dei brindisini, rinomata per la balneoterapia ed elioterapia, con un intenso programma d’intrattenimento serale.
A questa si aggiunge la tanta memoria da recuperare e restituire alla storia, anche attraverso l’importante sito archeologico di Punta le Terrare ed il fascino decadente della villa Skirmunt.
Riteniamo quindi assai più funzionale ad una reale crescita del nostro territorio il recupero e la valorizzazione della spiaggia di Sant’Apollinare e del suo intorno, in una prospettiva culturale e turistico ricettiva, che allo stesso tempo favorisca la conoscenza delle potenzialità e delle storie che la rendono così unica.
 

Le chiediamo pertanto un incontro per poterle illustrare quelle che sono le nostre idee per il recupero di quest’area, partendo dal coinvolgimento dei giovani attivi in città e per ridare dignità ad un luogo ed una città che faticano nel ritrovare la propria identità.

Il Comitato NO AL CARBONE di Brindisi

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