La questione convenzioni energetiche rapidamente sembra avviarsi a conclusione. Già circola, come peraltro riportato dagli organi di stampa, una bozza di convenzione tra Regione, Provincia, Comune ed Enel che delinea in maniera abbastanza dettagliata i punti salienti dell’accordo.
La lettura di questa bozza di convenzione rafforza la nostra delusione ed alimenta la nostra rabbia per quella che si prospetta essere una resa incondizionata dei nostri governanti e quindi del nostro territorio allo strapotere di Enel, che continuerà la propria attività devastante per l’ambiente e la salute dei brindisini.
Cosa emerge da questa bozza di accordo? Innanzitutto che obiettivo dell’accordo è la diminuzione dell’emissione di CO2 e delle emissioni massiche e non quella del carbone ed infatti:
La riduzione del carbone è poco significativa. Essa non è posta come architrave dell’accordo, ma anzi, è una variabile subordinata alla riduzione della CO2 . Infatti Enel si impegna a ridurre nel 2010 le emissioni di CO2 del 5% e per far ciò ridurrà di una quantità X non espressa (in bianco nella bozza) il consumo di carbone. Riduzione presumibilmente pari a questo punto al 5% .
Inoltre, per ottenere un’ulteriore riduzione del 5% delle emissioni di CO2 si utilizzeranno i terreni lungo il nastro trasportatore della centrale di Cerano per la realizzazione di centrali fotovoltaiche e per la coltivazione agroenergetica di biomasse con cui alimentare centrali a biomassa. In definitiva nessuna bonifica dei terreni e nessuna riconversione energetica degli stessi.
Riduzione di NOx (ossidi di azoto), SOx (ossidi di zolfo) e polveri sottili, da ottenersi mediante opere di ambientalizzazione e copertura del carbonile e che di conseguenza non prevedono la diminuzione del carbone.
La rete di monitoraggio di Enel è ceduta ad Arpa, ma una commissione mista con partecipazione Enel, esaminerà i dati: il controllato che agisce anche da controllore.
La comunicazione esterna ai cittadini mediante organi di stampa potrà avvenire solo con comunicati congiunti e preventivamente concordati tra le parti, Enel compresa. In questo modo Enel ha potere di veto su quello che si può dire e far sapere. Una domanda sorge quindi spontanea: i nostri enti locali hanno autonomia e potere sanzionatorio o no?
Ma l’elemento più inquietante e che potenzialmente potrà aggravare la drammatica situazione ambientale e soprattutto sanitaria a danno di tutti è la possibilità di poter bruciare all’interno di Cerano 70.000 tonnellate di CDR, ovvero combustibile da rifiuti. La combustione dei rifiuti produrrà DIOSSINE, FURANI ed IPA sostanze altamente tossiche e cancerogene per l’uomo.
E gli effetti negativi non terminano qui. Consentendo infatti ai territori della provincia che conferiscono i propri rifiuti alle Ato BR/1 e BR/2 di chiudere il ciclo degli stessi bruciandoli, si inibirà il potenziamento della raccolta differenziata e del riciclo che può essere un volano per lo sviluppo, creando occupazione. Inoltre, così come la quantità di carbone bruciata a Brindisi è passata da 2 a 8 milioni di tonnellate, chi ci garantisce che non avverrà lo stesso per la combustione dei rifiuti? E chi ci garantisce che nel ripetersi delle emergenze, vedi Napoli, non si penserà di bruciare tutto a Cerano? In tutta la bozza di accordo non è infatti prevista nessuna sanzione in caso di inadempienza e superamento dei limiti concordati per le emissioni.
In definitiva poche luci e molte ombre in questa bozza di accordo, che in cambio di briciole consegna Brindisi, l’ambiente e la nostra salute nelle mani di Enel. Riteniamo a questo punto urgente una mobilitazione generale della città per respingere questo pessimo e mortifero accordo.
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