31 ottobre 2009

LA BOZZA DI PROTOCOLLO E IL CDR

La bozza del  protocollo d'intesa da quì al 2019 tra la Regione Puglia, il Comune di Brindisi ed Enel prevede tra i vari punti LO SVILUPPO DI PROGRAMMI FINALIZZATI ALLA RIDUZIONE DEL RILASCIO DI CO2 IN ATMOSFERA ATTRAVERSO IMPIEGO SOSTITUTIVO DI FONTI RINNOVABILI, FORESTAZIONE, AGRITERMIA E COMBUSTIONE DI CDR IN CENTRALE.


CDR sta per COMBUSTIBILE DA RIFIUTI

 
La combustione combinata di carbone e CDR in grossi impianti tradizionali già esistenti è di particolare interesse, per la possibilità di utilizzare minori quantità di combustibile fossile. Le sperimentazioni in tal senso non sono molte.
Alcuni aspetti che richiedono particolari attenzioni:
  1. la pezzatura del CDR influisce nella percentuale di incombusti nelle ceneri pesanti
  2. la concentrazione di cloro e la presenza di composti metallici e alogenati nel CDR possono causare maggiori rischi di corrosione e sporcamento
  3. per quanto concerne le emissioni in atmosfera, alcuni composti sono maggiori (ad esempio HCl e HF), altre diminuiscono (ad esempio SO2 e particolato solido)
Per incentivare l’utilizzo del CDR, il Ministero delle Attività Produttive, con il decreto 2 maggio 2006 CDR di qualità elevata (Modalità di utilizzo per la produzione di energia elettrica del “CDR-Q”) ha stabilito il diritto ai Certificati Verdi anche per l’energia elettrica prodotta in impianti utilizzanti CDR-Q. (beneficio tolto dall'art. 1, comma 1120, della L. 27 dicembre 2006, n. 296)
Negli allegati vengono definiti i requisiti del CDR-Q, le condizioni di utilizzo nei cementifici e negli impianti di produzione di energia elettrica, i metodi di campionamento, le analisi e la valutazione delle emissioni, le norme per l’identificazione nonché quelle sul trasporto.
La conversione energetica può essere effettuata attraverso la combustione diretta, ovvero previa pirolisi o gassificazione; per i cementifici vengono imposti precisi valori limite di emissione per la co-combustione, a causa del potenziale di inquinamento.
Nel nuovo Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006, art. 229) a differenza del  CDR che è classificato come rifiuto speciale, il CDR-Q, non è classificato come tale qualora:
  1. sia prodotto nell’ambito di un sistema produttivo che adotta un sistema di gestione per la qualità basato sullo standard UNI-EN-ISO 9001
  2. sia destinato all’effettivo utilizzo in co-combustione in impianti di produzione di energia elettrica e in cementifici.
E’ dimostrato  da studi del Ministero dell’Ambiente che con il CDR in centrali a carbone (trattandosi di impianti “non dedicati” ai rifiuti) si producono più diossine, furani e metalli pesanti, come “nanopolveri” che sfuggono ai sistemi di filtraggio, di quelli che vengono emessi dai “famigerati” inceneritori.

Lettera aperta al coordinamento "rifiuti zero" (savona) 


Bibliografia
Testi
  1. CONSONNI S. D.: Leggi e tecnologie ambientali relative alla gestione dei rifiuti, 2004; (materiale del corso "Sistemi di Gestione Ambientale" - Treviso Tecnologia)
  2. NUOVO COLOMBO, Manuale dell'ingegnere - 84a edizione, 2003; Hoepli Editore
  3. P. De Stefanis, V. Iaboni, M. Cafiero, ENEA, La produzione di combustibili derivati dai rifiuti in Italia, 2004






Nessun commento:

Posta un commento