Brindisi – Sveglia all’alba per iniziare le misurazioni per conto della Procura: sedici centraline elettroniche con“sensori” sistemate in otto punti, coincidenti con le villette abitate dagli agricoltori nel raggio di mezzo chilometro dalla centrale “Enel-Federico II” e dal nastro trasportatore. Il perito nominato dai pm ha iniziato ieri alle 6 e ha finito alle 20, ripetendo le operazioni a intervalli di due ore. Oggi si replica, idem lunedì, martedì, mercoledì e giovedì, ultimo giorno stabilito per gli “accertamenti tecnici irripetibili” nell’ambito dell’inchiesta sulle emissioni di polveri di carbone nata dall’esposto consegnato dai residenti nell’agro di Cerano. Che al momento si sviluppa seguendo due ipotesi di reato: il getto pericoloso di cose (le polveri, appunto) e il danneggiamento (delle coltivazioni e più in generale delle piante). I risultati dovranno essere consegnati nel termine di trenta giorni, assegnato dai pubblici ministeri Giuseppe De Nozza, Silvia Nastasia e Cristina Fasano, venerdì pomeriggio al momento del conferimento dell’incarico, alla presenza di tutte le parti: da un lato ci sono gli autori della denuncia (potenziali parti offese) riuniti in due Comitati, uno chiamato “Codiansa” rappresentato dall’agronomo Antonio Nigro, l’altro battezzato come “Associazione Natura” con Vito Panettieri presidente, rappresentati dagli avvocati Vincenzo Farina, Giovanni Brigante e Giorgio Dello Monaco; dall’altro ci sono dodici indagati, dieci tra dirigenti e funzionari ex ed attuali della società elettrica e gli altri due imprenditori brindisini in veste di amministratori unici delle “srl” che si occupano della movimentazione su strada del carbone. Il professore Claudio Minoia, direttore del “Laboratorio di Misure ambientali e tossicologiche della Fondazione Maugeri”, nonché responsabile della Scuola di Specializzazione in “Medicina del Lavoro” dell’università di Pavia, dovrà accertare se e in che termini ci siano emissioni nocive sotto forma di polveri di carbone derivanti dall’attività di produzione di energia elettrica in aria, nel suolo, nelle cisterne di acque piovane e nelle abitazioni degli agricoltori. L’attualità del getto pericoloso con conseguente inquinamento rappresenterebbe la condizione necessaria e sufficienti per il sequestro del nastro trasportatore del combustile, chiesto dai firmatari della denuncia. Non ci sarebbe altra spiegazione di fronte all’accelerazione che i pm hanno impresso all’inchiesta. Anche in considerazione del fatto che hanno espresso contrario all’istanza per l’incidente probatorio chiesto dai legali dell’Enel. Le villette ritenute determinanti ai fini della misurazioni e per questo inserite nell’accertamento tecnico irripetibile, sono otto: si tratta delle abitazioni ricadenti nel raggio di cinquecento metri dalla centrale Enel di Cerano, individuate nelle settimane scorse dagli agenti della Digos e della Scientifica nel corso di sopralluoghi, partendo dal contenuto dell’esposto. Le cosiddette matrici dell’inquinamento devono essere accertate nella case di proprietà di: Vito Panettieri, Alessandra Uggenti, Oronzo Suma, Giovanni Spedicato, Massimo Spedicato, Romeo De Falco, Luigi Zinzari e Giuseppe De Leo. Sono loro i più esposti alle emissioni. Ieri, quindi, il perito del pm, assistito da un collaboratore e alla presenza dei consulenti di parte, ha sistemato le centraline elettroniche necessarie per le rilevazioni in due punti per ciascuno delle costruzioni: una è stata posizionata all’esterno, sul tetto delle villette, in maniera tale da essere al riparo dagli agenti atmosferici; l’altra all’interno delle abitazioni, in stanze di volte in volta segnalate come quelle in cui – a detta delle famiglie – si sarebbe accumulata la polvere di carbone. Le operazioni sono andate sino alle 20: ogni due ore le “membrane” sono state visionate e il controllo è stato annotato e fotografati dagli agenti che non hanno permesso a nessuno di avvicinarsi alle abitazioni per non inficiare il risultato delle rilevazioni. L’area a ridosso della centrale, infatti, resta off-limits, sotto lo sguardo attento degli uomini della Digos, diretti da Vincenzo Zingaro, sino a giovedì, giorno che il perito ha stabilito per le ultime rilevazioni utili ai fini dell’inchiesta. Stando a quanto previsto dal protocollo posto a base dello svolgimento degli accertamenti, alla fine di ogni giornata, le parti (agricoltori e indagati, con i rispettivi avvocati e consulenti) dovranno sottoscrivere un verbale negli uffici della questura. Che proprio perché vidimato avrà valore nell’ambito dell’inchiesta.
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