31 ottobre 2012

CHI PRODUCE RIFIUTI PERICOLOSI DEVE ESSERE RESPONBABILE DI COME VENGONO SMALTITI.

foto: Brindisireport.it
Oggi “Cenerentola” è anni luce lontana dalla trascrizione famosa dei fratelli Grimm. Questa volta la narrazione non ha un lieto fine ma ci racconta della terra (questa immensa ricchezza oltraggiata) usata per coprire le cave della vergogna colme di ceneri detriti e rifiuti pericolosi. Intercettazioni telefoniche, riprese video, immagini e un’indagine della magistratura durata anni per fare luce su una vicenda gravissima che vede 18 persone (tra manager,dipendenti, trasportatori, gestori di impianti di trattamento rifiuti e dipendenti di impianti di produzione di energia) indagati a vario titolo per reati gravissimi come il traffico illecito di rifiuti, esercizio di discarica abusiva e soprattutto lo smaltimento di rifiuti pericolosi derivanti dalla combustione di carbone, di Enel ed Edipower soprattutto.
Certo le indagini devono ancora appurare se Enel o Edipower sapevano ma non possiamo esimerci dal pensare che chi produce centinaia di migliaia di tonnellate di ceneri è anche in parte responsabile.
Torna alla mente, come un triste déjà vu, l'operazione "Poison" della Guardia di Finanza di Vibo Valentia che, poco più di un anno fa, fece luce su 127mila tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti dalla centrale Enel di Cerano interrati vicino a pescheti ed agrumeti in Calabria. Qui risultarono indagati anche numerosi dirigenti Enel.
Insomma pensiamo che chi produce rifiuti pericolosi dovrebbe essere responsabile di come vengono smaltiti. Non se ne può lavare le mani perché ha pagato per lo smaltimento autorizzato (ammesso che sia così).
Diciamoci la verità: qual è la differenza fra una discarica autorizzata ed una non autorizzata? Spesso è solo un timbro e una firma, perché non esiste un luogo dove quelle ceneri siano innocue, dove stiano bene. Anche una discarica autorizzata è un pezzo di terra, un pezzo di storia, uno scorcio di natura, una risorsa. 
Tonnellate di carbone bruciate a Brindisi, tonnellate di fumi dispersi a Brindisi, tonnellate di ceneri gettate a Brindisi... Cui prodest? Certo non a Brindisi.
E’ doveroso da parte nostra ringraziare ancora una volta la magistratura e le forze dell’ordine impegnati evidentemente nel difficile compito di sopperire alle mancanze della politica troppe volte silente sulla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
La politica faccia però la sua parte: si riapra immediatamente il tavolo delle convenzioni a Brindisi per pretendere una trasformazione a gas degli impianti che è l’unico modo per fermare definitivamente la devastazione di questo territorio.

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