21 dicembre 2014

VICENDA EDIPOWER: L'OVVIO TRAVESTITO DA NOTIZIA.

Apprendiamo dalla voce ufficiale del Comune di Brindisi - il primo cittadino - che ci sono importanti novità sulla questione A2A, ossia che finalmente il Comune di Brindisi ha “partorito una decisione”. 
Parliamo della delibera approvata dalla giunta comunale di Brindisi che, nella giornata di giovedì 18 dicembre, ha espresso parere negativo per il rilascio della valutazione di impatto ambientale e dell’Autorizzazione integrata alla società A2A Ambiente Spa per la centrale ex Edipower. (vedi link)


L’ovvio travestito da notizia, soprattutto se si pensa che sono passati 10 mesi per prendere la più scontata delle decisioni che va di pari passo con quanto da loro stessi dichiarato più volte nel PUG e cioè che A2A ex Edipower non rientra più tra le priorità della città di Brindisi, vista la sua posizione e l’impatto devastante avuto in passato sotto l’aspetto ambientale sanitario e sociale.
La stessa Giunta comunale dichiara che "il territorio di Brindisi rientra nell’area già classificata come area a rischio di crisi ambientale dove le ricadute sul territorio di ulteriore dispersione di inquinanti che aggraverebbero ancora di più un’area già fin troppo inquinata” e che “la stessa area è inclusa nel sito di interesse nazionale per le bonifiche di Brindisi e dichiarata area ad elevato rischio di incidente rilevante”

Al momento però, la sagoma della centrale continua ad ergersi come ingombrante ostacolo alla riqualificazione e al rilancio di un area di 40 ettari, perfetti per esempio, per iniziare a programmare seriamente uno sviluppo intelligente della retro portualità, di cui troppi e troppo spesso si riempiono la bocca non riuscendo e/o non volendo ad andare oltre.

Attendiamo ancora dal Sindaco e dal consiglio comunale TUTTO oltre ad NO scontato ad una richiesta - alla quale ne seguirà certamente un altra - di dar seguito all' accordo di programma e procedere alla dismissione di due dei quattro gruppi della centrale, decisione che non può diventare merce di scambio per le sorti di un impianto il cui unico futuro è la totale dismismissione.
Invece continuiamo ad assistere ad una politica inesistente, che non riesce per manifesta incapacità e non solo, ad iniziare a programmare un percorso per realizzare un futuro differente per la città che hanno l’onere e l’onore di amministrare.
Serve un atto di coraggio, il fallimento della politica industriale è da ripartire in parti uguali, non puntiamo il dito, sono i numeri che parlano, che ci dicono che questo sistema è fallito ed è giunto al capolinea.

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