11 luglio 2015

PRESENTATO ESPOSTO TORCE: SI INDAGHI ANCHE SULLE RESPONSABILITA' DEL SINDACO IN MERITO ALLA TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA

Dopo l’ennesima fiammata di una torcia del petrolchimico avvenuta il 2 luglio scorso, proprio nel giorno in cui con dichiarazioni pubbliche i dirigenti Versalis e il Primo Cittadino esprimevano ampia soddisfazione per la conclusione dei lavori di manutenzione straordinaria del cracking, abbiamo ritenuto opportuno presentare ancora una volta un esposto alla Procura della Repubblica.
Nella stessa data avevamo espresso la nostra posizione con un  comunicato stampa. Dopo sfiammate continue per quasi due mesi dalle torce del petrolchimico, quella del 2 luglio, accompagnata da un’alta colonna di fumo nero visibile perfino dai comuni della provincia, è stata davvero la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

 


Un’area SIN come quella di Brindisi, considerata ad  
elevato rischio di crisi ambientale e di incidente rilevante
richiede attenzione costante da parte delle istituzioni alla 
TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA DELLA CITTADINANZA. 

Si assiste invece ad uno sconcertante silenzio e immobilismo da parte degli enti preposti, dal Comune, alla ASL, all’ARPA. I bollettini di guerra sulla stampa degli ultimi giorni passano inosservati, senza alcuna reazione. 
 
Torna alla ribalta il caso Micorosa, discarica di un milione e mezzo di metri cubi di fanghi tossici industriali (di vecchie aziende di proprietà ENI) che sarà bonificata con una scandalosa gara al ribasso. 
Si parla di ENEL, sotto processo per la stupida accusa di dispersione di polveri di carbone con una mega-centrale che ha distrutto l’agricoltura con un nastro trasportatore che ha privato i contadini dell’acqua e creato danni alla salute per i cancerogeni entrati nella catena alimentare. 
Si parla ancora del mistero di Torchiarolo – e dei suoi camini - che presenta livelli di inquinamento pari a quello di grandi metropoli. 
E poi le torce del Petrolchimico, argomento dibattuto da 
anni che sembra non risolversi mai, nonostante gli investimenti effettuati nell’aggiornamento software e nella tecnologia degli impianti, secondo quello che dichiara Versalis.

La superficialità con cui è stato gestito tutto il periodo dei lavori di manutenzione del cracking ci lascia davvero interdetti.  Brindisi, non lo scopriamo certo noi, ha un polo industriale con una concentrazione elevatissima di impianti impattanti e potenzialmente pericolosi, la cui reciproca vicinanza e la contemporanea collocazione attigua al centro abitato, la rendono una concreta minaccia per l’incolumità della cittadinanza.



Riteniamo inconcepibile la totale assenza di informativa 
da parte dell’Azienda del Petrolchimico e del nostro Sindaco 
 durante i 50 giorni di lavori 
mentre la Direttiva 82/501/CEE - “Seveso I” dispone che 
“Le persone che potrebbero subire all’esterno degli stabilimenti le conseguenze di un incidente rilevante 
devono essere adeguatamente informate sulle 
misure di sicurezza da adottare e sui comportamenti da assumere.”


Ci preoccupa non poco l’aver constatato che Brindisi è l’unica città della provincia ad non essere dotata di un PIANO COMUNALE DI EMERGENZA, come si evince anche dal sito del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre che dai link vuoti del sito della Protezione Civile comunale.

Per questo motivo, in data 8 luglio 2015, abbiamo depositato un esposto in Procura, in cui chiediamo che si dispongano le opportune indagini ed in particolare accertare se esiste ipotesi di reato, nella tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, e di accertare se il Sindaco di Brindisi abbia, oppure no, adempiuto ad un suo preciso dovere inerente la funzione di responsabile della salute pubblica.

Attendiamo dunque che la magistratura, qualora lo ritenga opportuno, indaghi sulle ipotesi di reato, ma attendiamo ancor più speranzosi una sferzata di orgoglio da parte dei cittadini. Il cambiamento potrà essere innescato solo se la comunità di questo territorio diverrà coesa nel dire una volta per tutte basta ai condizionamenti di multinazionali che poco hanno a che fare con gli interessi del territorio, se finalmente ci si batterà per il diritto di vivere una Brindisi diversa.



(esposto ott. 2013)


(integrazione esposto 2014)

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