Pochi giorni fa Confindustria ha espresso la propria soddisfazione in seguito ad un’audizione presso l’UPI della Dott.ssa D’Agnano, Direttore dell’ARPA di Brindisi, avente ad oggetto le emissioni di Anidride carbonica e polveri sottili della centrale Enel di Cerano. Per il Dott. Marinò l’Enel brutto anatroccolo era divenuto un cigno.
Noi che da molto tempo abbiamo smesso di credere alle favole in particolare a quelle raccontate da Confindustria, abbiamo chiesto quindi ufficialmente all’ARPA di Brindisi copia del documento e dei dati presentati dall’ARPA alla predetta audizione.
In questi giorni abbiamo ricevuto la seguente risposta: in seguito all’audizione di ARPA all’UPI del 28 giugno è stato prodotto dall’UPI un comunicato stampa ed a quello si può far riferimento, inoltre comunichiamo che “ Alcuna relazione è stata redatta da parte di questo DAP”.
Allora, di grazia, di cosa si compiace Confindustria se alcuna relazione ufficiale è stata prodotta?
Di quale "anatroccolo nero diventato cigno" parla il suo presidente se a Brindisi si continuano a bruciare 8 milioni di tonnellate di carbone all’anno e non vengono forniti dati dettagliati su metalli pesanti, diossine e inquinanti di ogni tipo che le società elettriche (e non) emettono? I dati Arpa che noi abbiamo invece dicono altro e secondo noi rendono ancora più allarmante la situazione a Brindisi.
Nelle giornate del 26 gennaio e 10 febbraio 2010 i tecnici di ARPA PUGLIA effettuano prelievi dai fumi del solo gruppo 3 della centrale di Cerano, ricordiamo che i gruppi sono 4 e che quindi ragionevolmente si può pensare che le emissioni misurate sono un quarto di quelle totali.
Vien fuori che l’ENEL emette diossine e PCB con concentrazioni nei fumi inferiori ai limiti di legge ma data l’enorme portata dei camini pari a circa 2,5 milioni di metri cubi l’ora come valori assoluti superiori alle cosiddette “ soglie di rilevanza “ che fanno scattare l’obbligo per ENEL di dichiarare i quantitativi emessi nel registro PRTR italiano, cosa che a vedere i dati del registro non è stata effettuata e quindi ARPA dichiara che segnalerà all’ISPRA tale circostanza.
Enel quindi emette diossine in quantità superiori alle soglie di rilevanza e sta zitta non li denuncia .
Ma non finisce qui : le polveri totali sono emesse con concentrazione pari a 33 mg per metro cubo cosa che porta il valore assoluto di emissioni di polveri a 640 tonnellate anno per il solo gruppo 3.
Se moltiplichiamo per i quattro gruppi arriviamo alla cifra di oltre 2500 tonnellate anno.
Ma nella bozza di convenzione dell’ottobre scorso l’ENEL asserisce di essere giunta con gli investimenti fatti a 1000 tonnellate all’anno di polveri emesse.
I dati ARPA dicono invece che siamo a quasi il triplo delle mille tonnellate visto che solo il gruppo 3 ne emette 640 tonnellate.
Allora i dati veri descrivono qualcosa di diverso e molto preoccupante con valori di diossina, un potentissimo cancerogeno, ben oltre le “soglie di rilevanza “ .
Questo occorre rendere noto ai Brindisini, così come occorre aprire immediatamente il tavolo delle convenzioni con l’ENEL, che nel frattempo continua a spargere veleni sul nostro territorio, per giungere rapidamente ad una riduzione di almeno il 30 per cento del carbone bruciato a Cerano.
Noi che da molto tempo abbiamo smesso di credere alle favole in particolare a quelle raccontate da Confindustria, abbiamo chiesto quindi ufficialmente all’ARPA di Brindisi copia del documento e dei dati presentati dall’ARPA alla predetta audizione.
In questi giorni abbiamo ricevuto la seguente risposta: in seguito all’audizione di ARPA all’UPI del 28 giugno è stato prodotto dall’UPI un comunicato stampa ed a quello si può far riferimento, inoltre comunichiamo che “ Alcuna relazione è stata redatta da parte di questo DAP”.
Allora, di grazia, di cosa si compiace Confindustria se alcuna relazione ufficiale è stata prodotta?
Di quale "anatroccolo nero diventato cigno" parla il suo presidente se a Brindisi si continuano a bruciare 8 milioni di tonnellate di carbone all’anno e non vengono forniti dati dettagliati su metalli pesanti, diossine e inquinanti di ogni tipo che le società elettriche (e non) emettono? I dati Arpa che noi abbiamo invece dicono altro e secondo noi rendono ancora più allarmante la situazione a Brindisi.
Nelle giornate del 26 gennaio e 10 febbraio 2010 i tecnici di ARPA PUGLIA effettuano prelievi dai fumi del solo gruppo 3 della centrale di Cerano, ricordiamo che i gruppi sono 4 e che quindi ragionevolmente si può pensare che le emissioni misurate sono un quarto di quelle totali.
Vien fuori che l’ENEL emette diossine e PCB con concentrazioni nei fumi inferiori ai limiti di legge ma data l’enorme portata dei camini pari a circa 2,5 milioni di metri cubi l’ora come valori assoluti superiori alle cosiddette “ soglie di rilevanza “ che fanno scattare l’obbligo per ENEL di dichiarare i quantitativi emessi nel registro PRTR italiano, cosa che a vedere i dati del registro non è stata effettuata e quindi ARPA dichiara che segnalerà all’ISPRA tale circostanza.
Enel quindi emette diossine in quantità superiori alle soglie di rilevanza e sta zitta non li denuncia .
Ma non finisce qui : le polveri totali sono emesse con concentrazione pari a 33 mg per metro cubo cosa che porta il valore assoluto di emissioni di polveri a 640 tonnellate anno per il solo gruppo 3.
Se moltiplichiamo per i quattro gruppi arriviamo alla cifra di oltre 2500 tonnellate anno.
Ma nella bozza di convenzione dell’ottobre scorso l’ENEL asserisce di essere giunta con gli investimenti fatti a 1000 tonnellate all’anno di polveri emesse.
I dati ARPA dicono invece che siamo a quasi il triplo delle mille tonnellate visto che solo il gruppo 3 ne emette 640 tonnellate.
Allora i dati veri descrivono qualcosa di diverso e molto preoccupante con valori di diossina, un potentissimo cancerogeno, ben oltre le “soglie di rilevanza “ .
Questo occorre rendere noto ai Brindisini, così come occorre aprire immediatamente il tavolo delle convenzioni con l’ENEL, che nel frattempo continua a spargere veleni sul nostro territorio, per giungere rapidamente ad una riduzione di almeno il 30 per cento del carbone bruciato a Cerano.
comunicato stampa -No al carbone Brindisi-
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