Indignazione o soddisfazione? In alcuni casi si possono provare reazioni diametralmente opposte ma entrambe legittime.
Indignazione: la pubblicità dell’Enel per invitare gli italiani ad investire in obbligazioni dell’azienda elettrica ricorda ai lettori che “la nostra energia ha mille risorse”. Le lunghe e ramificate radici della lampada a risparmio energetico ritratta nell’inserzione pescano quindi nel Fotovoltaico, nel Solare termodinamico, nel Geotermico, nell’Idrogeno, nell’Eolico, nel Mini eolico, nel Ciclo combinato a gas, nel Termoelettrico, nel Nucleare, nelle Biomasse e nell’Idroelettrico. L’Enel sta puntando pesantemente sul carbone e, come ricorda Legambiente, in testa alla classifica delle centrali italiane a maggiore emissione di CO2 c’è l’impianto Enel di Brindisi Sud che, con 14,9 milioni di tonnellate (Mt) di CO2, ha sforato di 3,9 Mt i limiti europei Ets. Enel inoltre, per porre freno alle campagne di boicottaggio di Greenpeace contro il carbone, ha chiesto all’associazione ambientalista danni per una cifra pari 1,6 milioni di euro. Eppure, come d’incanto, tra le “mille risorse” dell’energia segnalate dalla pubblicità il carbone è magicamente sparito. A meno che non si voglia sostenere che vada cercato sotto la voce “termoelettrico”. Giustificazione che suonerebbe ben strana, visto che per l’eolico ci si è addirittura premurati di distinguere tra maxi e mini.
Soddisfazione: il carbone è ormai diventato nella percezione degli italiani una fonte di energia talmente obsoleta e inquinante che persino l’Enel, che pure ci punta così pesantemente, un po’ se ne vergogna e al momento di chiedere ai risparmiatori di finanziarla preferisce non ricordarne il massiccio contributo al suo portafoglio energetico. Se i pubblicitari hanno suggerito all’azienda che sul carbone è meglio glissare, forse non è troppo lontano il momento in cui questo killer del clima verrà fatto fuori non solo dall’immaginario degli italiani, ma anche dal loro mondo reale.
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