29 marzo 2010

Silvio Berlusconi è dappertutto.


Sarà ascoltato come persona informata sui fatti nel processo denominato “Gassopoli” nato dall’inchiesta sul presunto giro di tangenti che avrebbe agevolato l’iter autorizzativo per il rigassificatore a Capo Bianco. A chiedere e ottenere la testimonianza è stato lo stesso Antonino, per il quale Berlusconi, citato come teste numero uno, potrebbe meglio d’altri fare luce su ogni piega dell’investimento. Nell’elenco dei testi “eccellenti” ammessi su richiesta dei difensori dell’ex sindaco anche Gianni Letta allora sottosegretario alla presidenza del consiglio, gli ex ministri Altero Matteoli all’Ambiente e Antonio Marzano alle Attività produttive;  gli assessori della Regione Puglia, all’epoca, Saccomanno; l’ex presidente della Provincia Frugis; l’ambasciatore britannico in Italia John Sheperd; i dirigenti della società LNG e di Enel. Inoltre tutti gli assessori che facevano parte della squadra di governo dal 2000 al 2003.
Sedici in origine i personaggi, tra politici e funzionari della British Gas, finiti alla sbarra per corruzione. Poi la scrematura con l’uscita dal processo di cinque dirigenti della società inglese, grazie al pagamento di un’oblazione di 290mila euro.
Il 18 Marzo è intanto scattta la prescrizione per la dirigente inglese Yvonne Olwen Barton, anche lei fuori dal processo per scadenza dei termini. “Lady Gas” a capo della LNG all’epoca in cui, i pm ipotizzano, la società britannica versò la somma di 360 milioni di lire per finanziare la campagna elettorale del Sindaco Giovanni Antonino , in cambio di un paio di autorizzazioni per l’impianto di rigassificazione.
Se la signora esce di scena senza colpo ferire, restano alla sbarra tutti gli altri. Ma non per molto: tempo fino a maggio 2011, poi tutti  casa. Anche quella verità che da troppo tempo Brindisi invoca a gran voce, e che rischia di non essere mai più accertata per decorrenza dei termini.

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