4 marzo 2013

LA REGIONE CERCA LA DIOSSINA MA GLI INQUINANTI SONO ANCHE ALTRI

Con una recente delibera la Giunta Regionale ha varato il “Piano di monitoraggio per la ricerca delle diossine negli alimenti di origine animale prodotti nei SIN di Manfredonia e Brindisi". L'iniziativa prende origine dal recepimento dell’intesa Stato-Regioni del 22 novembre 2012.
Da tempo infatti la Comunità Europea raccomanda la riduzione delle diossine negli organismi viventi ritenendo elevata la quantità di queste sostanze tossiche e cancerogene ingerite dai cittadini del vecchio continente. La delibera in sostanza dispone che si spendano risorse messe a disposizione dal Governo sulla base di accordi europei.
Le diossine richiamano alla mente la triste ed ancora irrisolta vicenda sanitaria ed ambientale di Taranto. Le acciaierie sono infatti una delle fonti più importanti. Ma oltre alle acciaierie una fonte primaria di diossine sono gli inceneritori di rifiuti. Per questo una delle raccomandazioni più pressanti della Comunità Europea è quella di agire sul ciclo dei rifiuti riducendo gli imballaggi e aumentando il recupero dei materiali.
L'iniziativa di monitoraggio delle diossine negli alimenti di origine animale mentre appare chiaramente come l'adempimento di un accordo tra Stato e Regioni, nel contempo suscita qualche perplessità sulla filosofia e sulla condotta della Giunta Regionale in tema di ambiente e tutela della salute.
Infatti il Governo e la Regione Puglia negli ultimi anni hanno favorito l'incenerimento di rifiuti, sia con il decreto nazionale, in discussione proprio in questi giorni, che autorizza la combustione di rifiuti nei cementifici, sia con l'autorizzazione in Puglia di diversi inceneritori e cementifici. Attività entrambe che aumentano l'immissione di diossine nell'ambiente.

Quanto poi ai siti di interesse nazionale (SIN) per le bonifiche, destinatari dell'attività finanziata, Brindisi e Manfredonia, sono necessarie alcune precisazioni.
Brindisi ha ospitato attività che producono diossine. Le centrali termoelettriche - ancora presenti - un inceneritore di rifiuti industriali, la produzione di PVC. La caratterizzazione del suolo dell'area industriale ha rilevato una importante presenza di diossine.
Ma certamente le diossine non sono il problema principale di Brindisi.
La combustione del carbone è la principale fonte mondiale di emissione di mercurio e di sostanze radioattive mentre il polo chimico concorre al primato di emissione regionale di benzene. Perché non si misurano anche questi inquinanti ed i loro effetti sulla salute?
Manfredonia ha da poco visto installare un inceneritore di rifiuti, ma il suo vero problema è notoriamente l'arsenico presente nel ciclo produttivo dell'ANIC-Enichem e recentemente riemerso alle cronache durante operazioni di bonifica. I lavoratori Enichem e le popolazione di Monticchio aspetta ancora di sapere se si siano verificati effetti di questa indebita esposizione sulla loro salute.

I lavoratori delle centrali e del polo chimico di Brindisi e le loro famiglie aspettano ancora la rianalisi delle coorti lavorative, i cittadini l'indagine epidemiologica sub comunale. E ciò mentre continuano ad essere pubblicati dati sulle malformazioni neonatali e sui ricoveri da inquinamento atmosferico che meriterebbero più attenzione da parte delle autorità sanitarie.
Il debito di ricerca e di informazione sui territori inquinati da parte delle autorità sanitarie e politiche continua a non essere onorato.

COMUNICATO STAMPA SALUTE PUBBLICA

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