"Torchiarolo un piccolo paese ci 5000 anime con livelli di PM10 pari ad una grande città". Così titolava un vecchio reportage del National Geographic. Poi sono arrivate le relazioni tecniche dell'Arpa a risolvere il mistero delle polveri sottili e a svelare i veri colpevoli : i caminetti.
Torchiarolo però è un piccolo paesino assediato non soltanto dai caminetti dei suoi cittadini ma anche dalle emissioni del Petrolchimico, ecco che quando le fiamme degli impianti impazzano, alle PM10 si aggiunge il Benzene.
Segue un breve reportage di quello che accade quando sfiamma il Petrolchimico: la stampa riporta la notizia, poi l'azienda mezzo stampa dice che è tutto a posto, quindi l'ARPA registra i dati e infine noi cittadini costretti a respirare le emissioni tossiche.
(Le sfiammate avvengono almeno una volta al mese, sul sito di pugliantagonista.it potete trovare l'inchiesta che riporta tutte le date)
29 GENNAIO 2010
Gli operai della zona industriale di Brindisi che alle 6 di mattina si apprestano a raggiungere il posto di lavoro, sono i primi ad accorgersi delle fiammate che illuminano a giorno la zona.
30 GENNAIO 2010
Brindisi, nuove sfiammate dal petrolchimico e torna la paura per il fumo nero.
di Antonio Negro
La Gazzetta Del Mezzogiorno
Nuova ondata di sfiammate immediatamente seguite da nubi di di fumo scuro e denso, dalle torce dello stabilimento petrolchimico di Brindisi. Il fenomeno è tornato a ripetersi già da alcuni giorni, ma nella mattinata di ieri ha assunto connotati di particolare evidenza, al punto che sono giunte alla redazione de La Gazzetta decine di telefonate da parte di automobilisti che, ieri mattina, si trovavano a percorrere la strada statale 7 «Mesagne-Brindisi» quando hanno notato gigantesche lingue di fuoco levarsi da una delle ciminiere degli impianti brindisini.
Un fenomeno purtroppo non nuovo che nella mattinata di ieri, per poter essere osservato così nettamente ed a tanti chilometri di distanza, deve probabilmente aver avuto origine in una ingente quantità di prodotto (propilene) inviato in torcia per la combu stione. Ciò che accade in questi casi lungo la linea di produzione del petrolchimico è dovuto all’attivazione di un sistema automatico di emergenza che - solitamente a causa di un difetto di ossigenazione durante il processo di trasformazione del propilene in polipropilene - procede alla eliminazione, tramite combustione in torcia appunto, dello scarto di produzione costituito dal prodotto non trasformato, ossia «difettato», e come tale non commerciabile. Uno scarto di produzione dunque che, se non trovasse sfogo attraverso la combustione in torcia, rischierebbe di mandare in pressione le condotte dell’impianto con rischi anche di esplosione. In ogni caso, alla base dei fenomeni più recenti di emissione di fumi dal petrolchimico - in atto da circa un anno e mezzo - c’è stato sempre un problema di alimentazione elettrica delle linee di produzione che, in seguito a ripetuti black-out , ha fatto si che il ciclo produttivo procedesse a singhiozzo generando ad ogni interruzione una certa quantità di prodotto imperfetto da «spedire» seduta stante in torcia attraverso l’attivazione del sistema di sicurezza sopra descritto.
Quindi, ancora una volta, il fenomeno notato ieri da da centinaia di cittadini è quello scaturito da una procedura di sicurezza che, se da un lato serve a scongiurare guai peggiori (blocchi più prolungati o addirittutura rischi di esplosione), dall’altro provoca emissione inquinanti in atmosfera. In quel fumo scuro che segue le sfiammate, infatti, si annidano elementi nocive per l’ambiente e per la salute tra cui anche sostanze cancerogene come (solo per citarne alcune) le diossine e gli idrocarburi policiclici aromatici.
FEBBRAIO 2010 ARRIVA IL COMUNICATO STAMPA DELLA RSU DEL PETROLCHIMICO
Torce petrolchimico, i delegati difendono l’azienda
di Marcello Orlandini BRINDISIREPORT.IT
BRINDISI – Sulle ultime due accensioni delle torce di emergenza del Petrolchimico consortile di Brindisi, la rappresentanza sindacale unitaria interna si è schierata ieri a difesa di Polimeri Europa tacciando di allarmismo chi da tempo sta mantenendo l’attenzione sul problema. E dimenticando forse che su questi avvenimenti, a partire da quelli del 2008, la procura di Brindisi ha una indagine in corso e dispone già di una relazione di un consulente tecnico di grande esperienza. E che quindi ci sarà un giudizio terzo sulla vicenda. I casi più recenti risalgono al 29 gennaio e al 3 marzo, e sono stati anche monitorati dall’Arpa di Brindisi che non ha rilevato picchi di sostanze inquinanti poiché in entrambe le circostanze i venti (da sud-est e da nord-ovest) avevano comunque influenzato le eventuali ricadute sospingendole verso il mare.
Al centro del problema, conferma la stesa Rsu del Petrolchimico di Brindisi, c’è stato un malfunzionamento dell’impianto di cracking, come del resto riferisce la stessa Arpa, parlando di “due blocchi di compressori di processo (K-2001 il 29 gennaio e K-5001 il 3 febbraio) della Polimeri Europa di Brindisi che hanno comportato in entrambi i casi la fermata dell’impianto di cracking P1CR e la conseguente attivazione del sistema di emergenza della torcia RV101C”.
Polimeri Europa, dicono i delegati sindacali, il 4 febbraio ha convocato la Rsu per informare dettagliatamente dell’accaduto. “Alla riunione era presente il gruppo dirigente di sito e di sede. Nella disamina fatta –spiega una nota sindacale- circa gli ultimi avvenimenti si è ribadito che nella fermata generale effettuata a settembre 2009 sull’impianto P1CR, vi è stato un grosso investimento riguardo l’innovazione tecnologica con un leader del settore, la Siemens, che ha installato degli automatismi di ultima generazione per la marcia dei compressori di processo. Proprio su alcune schede di quest’ultimi si sono verificati dei disservizi con conseguente blocco dell’impianto”.
La Siemens, fa sapere la Rsu Petrolchimico, “ha immediatamente inviato dei suoi tecnici che cooperando con gli specialisti della Polimeri Europa, ha risolto in brevissimo tempo il guasto, riportando il tutto nelle normali condizioni di marcia. La sede è in contatto con la Siemens per ulteriori ragguagli sull’accaduto e nel frattempo la stessa società si è fatta carico di revisionare le attività già svolte in fermata”. E ciò dimostra, secondo la rappresentanza sindacale interna, che Polimeri Europa è un’azienda seria e interessata all’innovazione tecnologica degli impianti di Brindisi.
LA RSU SOSTIENE CHE MONITORAGGI ARPA NON HANNO RILEVATO PICCHI DI SOSTANZE INQUINANTI POICHE' I VENTI LE HANNO SPINTE VERSO IL MARE.
ECCO INVECE COSA E' SUCCESSO IL 29 GENNAIO 2010
dati consultabili sul sito di ARPA (report del 29 Gennaio centralina di Torchiarolo)la sera verso le 21 i valori di Benzene , SO2 e NOx e CO si impennano
DAI RILEVAMENTI DELLA CENTRALINA ARPA A TORCHIAROLO E' EVIDENTE CHE CI SONO PICCHI DI SOSTANZE INQUINANTI COME BENZENE, SO2, NOx E CO PROPRIO NELLA FASCIA ORARIA IN CUI IL PETROLCHIMICO SFIAMMAVA.
di G.D.G (grazie a Riccardo per le "dritte" su alcuni link)
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