30 gennaio 2010

"ancora fiamme dal petrolchimico" tratto da pugliantagonista.it

NOTTI DI ORDINARIO INQUINAMENTO BRINDISINO
BRINDISI: 29 Gennaio 2010 a distanza da pochi giorni dell'articolo del Quotidiano di Puglia scritto da Tea Sisto e dopo la deposizione della perizia in Tribunale con l'apertura del fascicolo "contro ignoti"e dei "falò non sempre legati alla sicurezza" , siamo costretti a denunciare ancora una volta l'accensione della torcia del petrolchimico. Stamane tutti gli operai che dovevano montare alle 6  nelle varie fabbriche  hanno notato l'illuminazione a giorno della zona industriale....questa volta le fiammate erano altissime e intermittenti ;testimoni hanno raccontato che si potevano notare dalla provincia di lecce. La torcia interessata è sempre la stessa quella che ormai, teniamo sott'occhio da anni.Cosa abbiano respirato i cittadini delle province di Brindisi e Lecce  ancora non lo sappiamo, la cosa certa è che nella notte il petrolchimico si è fatto sentire ancora una volta....Un bell’auspicio ed un messaggio chiaro a tutti coloro che si candideranno alla poltrona PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA: “-I veri poteri forti siamo noi! I grandi complessi dell’energia e della chimica,  qui a Brindisi!…-“
BRINDISI: 29 GENNAIO 2010

Dall'articolo di Senzacolonne di oggi 30 gennaio 2010  a pagina 9 scritto da Mario Antonelli si evince che "le fiamme intermittenti infatti non provengono però  dalla solita candela di Punta Cavallo ma dagli stabilimenti della Lyondel  Basell "...."Presso questi impianti  è in atto il cosiddetto,cambio di campagna, il momento delicato in cui si predispongono le macchine per la produzione di un diverso prodotto. "..."non una procedura di sicurezza,dunque, ma un normalissimo procedimento di bonifica" a scapito della salute dei cittadini aggiungiamo noi. "Il processo prevede l'inserimento nelle linee di azoto e poi il successivo sfiato della fiaccola"


il video di pugliantagonista.it

23 gennaio 2010

A trenta giorni dalla grande manifestazione

A trenta giorni dalla grande manifestazione “Brindisi sotto assedio.. difendiamola in coro” vogliamo fare alcune considerazioni sugli effetti che tale manifestazione ha avuto sull’opinione pubblica.
La prima considerazione va, ancora una volta, a quanti hanno espresso la loro soddisfazione nel vedere scorrere per le vie della città tanti concittadini ugualmente convinti dell’assoluta necessità di risolvere il problema energetico nel miglior modo possibile. Il medesimo apprezzamento è stato espresso dai rappresentanti istituzionali e da alcuni rappresentanti sindacali, con particolari distinguo. I primi hanno riconosciuto la validità del ricevere una spinta “dal basso“ per poter continuare a portare avanti la trattativa con Enel nel modo più conveniente per la popolazione; i secondi hanno sottolineato l’importanza che la battaglia contro il carbone non produca effetti nocivi al mantenimento del livello occupazionale all’interno delle centrali a carbone e che anzi essa possa essere un input per opere di bonifica e di ambientalizzazione che inciderebbero positivamente sugli occupati nel settore.
Poi però, dopo le prime positive dichiarazioni, il silenzio più totale da parte degli Enti Locali, un incontro quanto mai ambiguo tra la confederazione dei sindacati e i vertici Enel, nessun episodio rilevante. Il fatto che i sindacati abbiano discusso la bozza di convenzione presentata già da qualche mese da Enel che “offre” alla popolazione la copertura del carbonile, il progetto di cattura della Co2, la diminuzione esigua ed inutile di qualche tonnellata di carbone e qualche altra bella promessa economica e/o occupazionale, tralasciando ancora una volta l’aspetto della salvaguardia della salute, è da ritenersi irrilevante per svariati motivi. Il primo dei quali è che non costituiscono nessuna “gentile concessione” queste promesse, ma un credito che questo territorio avanza da parecchio tempo; il secondo è che i sindacati non hanno, a nostro avviso, nessun titolo per discutere di una trattativa che non riguarda solo i lavoratori, ma tutta una popolazione della quale gli addetti del settore ne costituiscono semplicemente una porzione. Riteniamo che la trattativa tra sindacati e aziende sia, oltre che garantita dalla Costituzione e dalla prassi di questo Paese, fondamentale per la sicurezza dei lavoratori, ma non dovrebbe essere in nessun modo strumentalizzata per avallare le proposte di convenzione che l’azienda elettrica Enel porta avanti in un altro tavolo, non di competenza sindacale, ma solo e soltanto degli enti locali democraticamente eletti.
L’ultima considerazione che vogliamo esprimere va all’Ordine dei Medici che, qualche giorno addietro, ha pubblicato un lavoro, aggiornato e chiaro, relativo alla situazione complessiva del territorio provinciale sotto il profilo delle patologie tumorali e dei relativi decessi. Situazione tragica che forse preferiremmo non conoscere vista la gravità, ma che riteniamo si debba comunque affrontare con coraggio, coerenza, e coscienza.
E’ per tutte queste ragioni che il gruppo NO AL CARBONE ha deciso di essere presente ancora per qualche fine settimana (dalle 18,00 alle 21,00) in piazza Vittoria per continuare ad informare e sensibilizzare la cittadinanza sulle tematiche ambientali, per confrontarsi con chi non ritiene esaustive le ragioni del nostro movimento e, non da meno, per continuare l’operazione “fiato sul collo” mirata a coinvolgere quanto più è possibile tutti i diretti interessati alla stipula della, già famigerata, convenzione 2010.

Il gruppo NO AL CARBONE.

4 gennaio 2010

IL NUOVO CONFRONTO L'8 GENNAIO




Convenzione Enel confronto riprende dai sindacati
  L’incontro fa seguito ad un primo approccio avvenuto in novembre con i vertici nazionali
  
I sindacati possibili mediatori tra Enel ed Istituzioni, almeno perchè riprenda il confronto sulla convenzione che riguarda la centrale Federico II?
È probabile, visto che dopo la riunione straordinaria dell’«Osservatorio politiche industriali ambientali e occupazionali Enel», svoltasi a Roma il 23 novembre scorso, vi è l’intenzione di incontrarsi il prossimo 8 in terra pugliese. «L’8 o il 15 gennaio a Bari», dice una lettera di Enel, inviata alle segretarie generali regionali, a quelle di categoria ed alle segreterie provinciali. «L’8 gennaio a Brindisi», sembra essere l’orientamento di Cgil, Cisl e Uil, che sembra puntino a riaprire un confronto fermo, sostanzialmente ad ottobre dello scorso anno,quando tutto si consumò nel giro di sei giorni (20-26 ottobre, tra riunione tecnica a Bari e riunione politica in città), per poi arenarsi nuovamente in tavoli tecnici ed in una proposta che la Regione si è riservata di produrre e che viene interpretata dalla stessa come schema definitivo, mentre da Enel viene considerata come controproposta rispetto alla propria e quindi da argine «in alto» alla trattativa.
Si sa che il 30 dicembre scorso vi è stata una riunione in Regione, ma gli esiti non sono noti. Noti sono invece gli orientamenti emersi nella sessione straordinaria del sopra citato Osservatorio, svoltasi il 23 novembre 2009. «La centrale di Brindisi “Federico II”è un impianto fondamentale
nella  sicurezza del sistema elettrico nazionale e per il mantenimento di un mix diversificato nella produzione», si legge in esordio, per poi sostenere che Enel «assume come valore lo “sviluppo sostenibile” inteso come integrazione equilibrata e dinamica degli obiettivi della crescita economica, della competitività, di miglioramento ambientale e della coesione sociale, come condiviso con le Parti sociali». E ricordando la partecipazione «al tavolo con la Regione, la Provincia ed il Comune che ha come obiettivo la sottoscrizione di un “Accordo volontario” ... che consenta l’esercizio della centrale compatibile con l’ambiente e le esigenze del territorio», Enel considera tutto ciò come la prosecuzione del lavoro del «Comitato Tecnico di esperti del 2005, dal quale è già scaturito un pacchetto di interventi di miglioramento ambientale, con riferimento alle attività di movimentazione e stoccaggio del carbone, nonché alla riduzione delle emissioni massiche e polveri». Ed ecco ricordati gli interventi tra 2005 e 2009 «con investimenti per oltre 200 milioni di euro finalizzati a ridurre le emissioni massiche; migliorare i sistemi di sbarco e trasporto del carbone
anche per la riduzione, a lavori ultimati, della movimentazione del carbone tramite camion; ridurre la polverosità al molo di Costa Morena, lungo l'asse e nelle aree interne della centrale; azzerare gli scarichi liquidi in mare.Enel in particolare ha sottolineato il conseguimento di una "graduale e consistente riduzione delle emissioni massiche rispetto a quelle previste nella convenzione del 2002, fino a pervenire nel 2008 ad un livello di emissioni nettamente inferiore ai limiti previsti".
Quindi Enel ha richiamato i punti oggetto del confronto con le istituzioni relativi all'ulteriore miglioramento ambientale dalla copertura del carbonile alla ulteriore riduzione progressiva delle emissioni massiche e polveri sottili, con interventi di modifica dei bruciatori e di miglioramento dell'efficienza dei sistemi di desolforazione. Si è anche ricordato il miglioramento del rendimento delle unità, con la sostituzione delle turbine di bassa pressione.
Conclusione: "il complesso degli interventi, insieme con quelli relativi alla diminuzione della CO2 faranno conseguire un'ulteriore riduzione delle emissioni massiche rispetto ai valori previsti dal Comitato Tecnico e rispetto a quelli della convenzione del 2002".

di A. Sconosciuto "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 4-01-2009