22 luglio 2017

SANT’APOLLINARE : TRA TONNELLATE DI CEMENTO CLASSIFICATE COME OPERA DI LIEVE ENTITA’ E ITER AUTORIZZATIVI FRETTOLOSI ED OSCURI.

Ieri a bordo di alcune imbarcazioni abbiamo deciso di raggiungere la spiaggia di Sant’Apollinare e il sito archeologico di Punta delle Terrare, ormai da mesi interdetti a qualsiasi accesso. Un’azione simbolica e di protesta insieme ai Vogatori Remuri e con l'adesione del Gruppo Archeo Brindisi, che ha voluto riaccendere i riflettori sullo scellerato progetto di cementificazione dell'Autorità Portuale, presentato prima nel 2005 e poi rivisto e ripresentato nel 2012.
Un progetto che a causa dei Piani urbanistici e portuali (vecchi di 50 anni) risulta essere riferito ad un'area "industriale" ma che nel documento preliminare al nuovo PUG viene indicata come area da recuperare, valorizzare e restituire alla città.


Se non abbiamo avuto tempo a sufficienza per bloccare i lavori già eseguiti, non possiamo permettere il compiersi di quest'ultimo scempio sul nostro territorio. L' inutile distruzione di quanto resta della storica spiaggia di S. Apollinare e di un'intera zona in cui potrebbero esserci reperti archeologici, visti i ritrovamenti degli anni 60 (Punta delle Terrare). Ed infatti proprio il vincolo archeologico e paesaggistico hanno imposto che si valutasse l'intero iter "in deroga" alle relative prescrizioni .
Molti sono i passaggi amministrativi quanto meno dubbi e frettolosi di questa immensa colata di cemento classificata come “opera di live entità”. 
Ma è opportuno ripercorrerli con ordine.

-La Regione Puglia (che sin dall'inizio chiedeva di cercare siti alternativi per questi accosti) in data 12/6/2012 risponde all'Autorita Portuale (che intanto sollecitava l'attestazione di compatibilità paesaggistica) comunicando che per proseguire l'iter necessita il parere obbligatorio del Comune interessato.
-L'autorità Portuale trasmette tale richiesta al Comune di Brindisi in data 15/6/2012.
Con incredibile celerità in data 18/6/2012 l'ufficio competente riceve specifica delega sindacale e , sentita la "Commissione Paesaggistica Locale" in data 19/6/2012 esprime "parere favorevole" atto che viene sollecitamente spedito alla Regione e p.c. all'Autorità Portuale in data 20/6/2012.

Stupiti dall'efficienza della nostra amministrazione, abbiamo cercato di leggere le osservazioni o i pareri espressi da questa cosiddetta "Commissione Paesaggistica Locale" (chi sono?) .
Non si leggono nomi se non quelli del "responsabile unico del procedimento" e de "l'istruttore tecnico", nella fattispecie un geometra.
Restiamo increduli davanti alla tabella in cui dovrebbero essere espresse le motivazioni. Tabella che risulta vuota, sbarrata.
Si legge soltanto che “la commissione prende atto dell'iter procedimentale sino ad oggi seguito e non ritiene di doversi esprimere in merito” . E ancora: "L'intervento è valutato principalmente secondo le direttive dettate dalla seguente normativa di riferimento " e tra le norme citate salta agli occhi "procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica per gli interventi di lieve entità".
Un’opera di migliaia di tonnellate di cemento che cambierebbe ancora una volta la morfologia del nostro porto, classificata come “intervento di lieve entità”.

 
Troppi dubbi e troppi punti oscuri avvolgono questo iter autorizzativo concluso cosi rapidamente, tra l'altro in un periodo in cui solo da pochi giorni si era insediata la giunta dell’ex sindaco Consales.
Valutazioni fatte da un ufficio tecnico sul destino di un pezzo di storia cittadina, di una porzione di porto, di una spiaggia con un'area archeologica importante. Tutto questo senza il coinvolgimento del consiglio comunale o dei cittadini . 


In questi ultimi anni abbiamo espresso la nostra contrarietà a questa ennesima violenza al nostro territorio attraverso iniziative di pulizia e cura della spiaggia, abbiamo riproposto alla città l'antica tradizione della "Mellonata d'agosto", abbiamo creato una mostra itinerante su dei grandi pannelli per spiegare ai cittadini cosa stesse accadendo, abbiamo proposto una bozza di progetto alternativo e lanciato una petizione on-line e una raccolta di firme per chiedere ai soggetti pubblici coinvolti di ritirare la propria autorizzazione e rinunciare al progetto.
Abbiamo incontrato tutti gli esponenti dei vari enti competenti: sindaco, assessori comunali, provinciali e regionali, i quali si sono detti tutti d'accordo con noi, e che si sarebbe cercata una soluzione alternativa alle esigenze dell'Autorità portuale. Perché quella zona va tutelata e valorizzata per le sue potenzialità occupazionali e turistiche. Ma tra cambi di amministrazioni, assessori e responsabili tutto è stato di volta in volta rinviato e ad oggi non vi è nessuna notizia concreta per avviare questo percorso. 

Noi continueremo a tenere alta l’attenzione su questo progetto e continueremo in tutti i modi ad ostacolarlo affinché si arrivi al suo accantonamento definitivo con il ripristinato dell’accesso all’area da parte dei cittadini.
Ci impegneremo affinché venga avviato un progetto di tutela e valorizzazione della zona, non possiamo permettere che la si soffochi nel cemento, né che resti chiusa dietro un muro o un cancello. 

Perché la nostra storia passa da lì e se si cancella la storia si cancella il futuro.

15 luglio 2017

COLPEVOLI DI DISASTRO AMBIENTALE

A quasi due settimane dalla sua presentazione, l’indagine epidemiologica sulla popolazione brindisina (Studio Forastiere), non sembra aver scosso più di tanto le coscienze dei personaggi politici che governano il nostro territorio. Al netto del saluto furtivo del Presidente Emiliano durante la giornata del 4 luglio (giorno della presentazione) in cui apparve, farneticò sulla de-carbonizzazione e scappò via per onorare gli altri impegni in agenda, non ci sembra ci sia stato altro degno di nota.
Eppure lo Studio Forastiere, per la sua importanza, lo si aspettava da anni. Il nesso causale tra le emissioni del polo petrolchimico ed energetico e il peggioramento dello stato di salute dei cittadini e dell'ambiente per noi era sempre stato un naturale principio di causa ed effetto. Ma senza uno studio di coorte non era facile dichiararlo apertamente. 


4 luglio 2017

RESA PUBBLICA FINALMENTE L'INDAGINE EPIDEMIOLOGICA SU BRINDISI E PROVINCIA

E' stato finalmente presentato oggi, dopo anni di attesa e di manifestazioni per chiederne la realizzazione, lo studio epidemiologico sulla popolazione di Brindisi e provincia, condotto dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, ASL di Brindisi, ARPA Puglia ed ARES Puglia nel quadro delle attività del Centro Salute ed Ambiente Puglia.

I risultati di esso sono quelli che un po' tutti noi temevamo e denunciavamo da anni, e cioè una correlazione diretta tra le emissioni industriali e le patologie esistenti. Lo studio infatti dimostra come ad una esposizione delle polveri sottili e dell'anidride solforosa di origine industriale (prodotte dalla centrale Enel e dal Petrolchimico), corrisponda un aumento della mortalità per tumore, di patologie cardiovascolari e respiratorie e malformazioni congenite. Lo studio dimostra inoltre come all'aumento degli inquinanti vi era un aumento del doppio delle leucemie. 

I COMUNI INTERESSATI 

Lo studio di coorte analitico ha interessato l'area di Brindisi e precisamente i comuni di Brindisi, Carovigno, Cellino San Marco, Mesagne, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni e Torchiarolo.
Ad ogni cittadino residente in questi comuni sono stati attribuiti gli indicatori della esposizione alle fonti di inquinamento presenti nell’area, stimati mediante modelli di dispersione in atmosfera. Sono stati considerati come inquinanti traccianti: Particolato (PM10) e Anidride Solforosa (SO2) per le centrali termoelettriche e i Composti Organici Volatili (COV) per il complesso petrolchimico. Per ciascun residente è stata dunque ricostruita l’esposizione analizzando le emissioni degli impianti industriali relative al periodo 1991 – 2014.

IL 1997 L'ANNO NERO 
L’esposizione stimata al 1997 (anno in cui le emissioni industriali sono risultate più alte nel periodo in studio) a PM10 ed SO2 da centrali termoelettriche è risultata associata ad aumenti del rischio della mortalità per tumori maligni, tumore del pancreas, tumore della vescica (uomini) e leucemia (uomini), eventi coronarici acuti e malattie dell’apparato respiratorio, in particolare broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO). L’esposizione alle emissioni dal petrolchimico (COV, al 1997) è risultata associata alla mortalità per eventi coronarici acuti e per malattie respiratorie.
Con l’esposizione tempo dipendente a SO2 (lag 0), invece di quella fissa stimata al 1997,
la relazione tra SO2 e mortalità per eventi coronarici si conferma. Tale associazione non si
apprezza più nel periodo più recente. 

NELLE AREE PIU' POVERE IL RISCHIO DI AMMALARSI E' MAGGIORE 

In questo studio, tutte le associazioni sono state stimate tenendo conto delle caratteristiche individuali, del livello socio-economico e dell’esposizione occupazionale dei residenti. Tuttavia, occorre osservare che le esposizioni agli inquinanti provenienti dagli impianti energetici e dal petrochimico sono moderatamente correlate tra di loro e quindi non è possibile attribuire gli effetti in maniera univoca ad un particolare impianto rispetto ad un altro.
L’analisi della mortalità per posizione socioeconomica dei residenti ha evidenziato un eccesso di rischio per malattie cardiorespiratorie tra i residenti in aree economicamente più svantaggiate (SEP basso e medio basso) rispetto ai residenti in aree con SEP elevato (al netto dell’effetto della concomitante esposizione ambientale ed occupazionale).



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LE FARNETICAZIONI DI EMILIANO 

Alla presentazione dello studio, avvenuta a Bari presso l'hotel Excelsior, è intervenuto anche il presidente della regione Michele Emiliano il quale ha voluto puntualizzare la sua posizione di netta contrarietà verso qualsiasi proposta di chiusura di questi impianti inquinanti, portando avanti la sua linea della de-carbonizzazione, che più che una strategia ha i contorni di una sterile propaganda. Sappiamo benissimo tutti, compreso lui stesso, che ambientalizzare il polo petrolchimico di Brindisi è impossibile come è impossibile la conversione a gas della centrale Enel Federico II. Nonostante cio' il Presidente continua imperterrito per questa linea di totale complicità con queste multinazionali della morte. 

Alla luce di questi risultati tanto aspettati quello che possiamo augurarci è che la Magistratura prenda quanto prima coscienza della validità di tutte le denunce e gli esposti consegnati in questi anni affinchè chi ha commesso reati inizi a pagare.   

Per quanto ci riguarda, il nostro lavoro di informazione e denuncia continua senza alcuna sosta.