IL RIESAME DELL'AIA DI CERANO PER TUTELARE LA SALUTE DEVE STABILIRE LIMITI ORARI ALLE EMISSIONI.
In data 12 aprile 2019 abbiamo presentato le osservazioni alla procedura di riesame
dell'AIA della centrale a carbone Federico II di Brindisi in corso
presso il Ministero dell'Ambiente. Le osservazioni sono state elaborate in collaborazione con l'Associazione Salute Pubblica.
Il documento,
che sarà presto pubblicato sul sito del Ministero, porta a conoscenza
delle autorità coinvolte nella istruttoria gli studi di epidemiologia
ambientale che hanno rilevato gli effetti sulla salute (malattie,
decessi, monetizzazione della salute persa) della emissione della
Centrale.
Le osservazioni contengono la richiesta che si tenga conto
degli effetti sanitari attribuibili alle emissioni della centrale per
ridurli quanto più possibile in base alle tecnologie disponibili. La
considerazione degli effetti sanitari avversi non sembra considerata
nelle AIA fino ad oggi rilasciate.
In particolare riguardo alla
necessaria prescrizione dei limiti di emissioni in termini di
concentrazioni nei fumi, si osserva che questi limiti dovrebbero
controllare maggiormente le situazioni di inquinamento acuto, evitando
picchi di emissione e concomitanze sfavorevoli (meteorologia, polveri
sahariane, ecc.) e tutelando la popolazione anche dagli effetti a più
breve termine.
Una corretta valutazione degli impatti integrati
ambientale e sanitaria deve stabilire il danno residuo che si potrebbe
raggiungere imponendo emissioni orarie minime raggiungibili applicando
le migliori tecnologie disponibili.
Invece, con una singolarità di
cui non si conoscono precedenti, le prescrizioni sono espresse in
termini di medie mensili (approx. 720 ore di funzionamento), con un
richiamo a medie su due giorni. La media mensile deve essere rispettata
integrando tutte e sole le misure di inquinanti emessi al camino
effettuate quando le caldaie lavorano al di sopra di una soglia di
potenza: le fasi di accensione e spegnimento, critiche per l’emissione
di inquinanti, sono trattate a parte senza controllo della
concentrazione nei fumi.
Con questo quadro autorizzativo, sarà
dunque possibile continuare ad emettere circa 10 milioni di metri cubi
di fumi ogni ora, con concentrazioni superiori a quanto si potrebbe fare
applicando le migliori tecnologie disponibili (BAT, Best Available
Technologies):
• 7 volte in più per SO2
• 1 volta e mezzo in più per NOx
• 2 volte in più per le polveri.
I limiti annui, espressi in tonnellate per questi tre inquinanti,
impediscono che tale potenziale inquinamento possa avvenire
ininterrottamente per tutto l’anno, ma senza impedire che si possa
verificare ogni ora.
Il rispetto dei limiti annui sarà possibile
solo se la centrale resterà improduttiva (in tutto, o in alcuni gruppi
su quattro) per un determinato lasso di tempo durante l'anno, come
peraltro sta già succedendo per la scarsa competitività nel sistema di
produzione e vendita dell’energia elettrica di origine fossile. Ancor meglio una chiusura definitiva dell'impianto sarebbe l'unica vera ed efficace soluzione per contrastare il suo impatto nocivo sul territorio.
Appare chiaro invece, che un siffatto quadro autorizzativo sia più
consono alle strategie commerciali e ai profitti privati piuttosto che a considerazioni di prevenzione
primaria e di tutela della salute.