6 dicembre 2010

Slitta il Consiglio comunale sulle convenzioni: non più il 9, si terrà il 16 dicembre

Il consiglio Comunale Monotematico sulle Convenzioni e sulle questioni energetiche in programma originariamente per Venerdì 10 Dicembre 2010 alle ore 16:00 e poi anticipato a Giovedì 9 Dicembre sempre alle ore 16:00, è stato nuovamente spostato e posticipato a Giovedì 16  Dicembre 2010.

Come potrete ben intuire i nostri amministratori sono dei gran vigliacconi, la patata è bollente e nessuno vuole essere additato come responsabile dell'ennesimo disastro ambientale e sanitario brindisino !!!

GIOVEDI' 9 COMUNQUE SAREMO LO STESSO PRESENTI. 

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5 dicembre 2010

Perché tanta insistenza nel voler bruciare i rifiuti a TVN? Cosa si potrebbe nascondere?

La risposta non è difficile. Ogni anno TVN, secondo la VIA (pag. 4) produce 500.000 (cinquecentomila) tonnellate di ceneri e 5.000 (cinquemila) tonnellate di fanghi, entrambi estremamente tossici. Recentemente, infatti, numerosi studiosi hanno messo in evidenza il rischio causato dalle ceneri del carbone per il loro elevato contenuto di sostanze pericolose e per la radioattività dell’uranio e del torio. Tale pericolosità viene paragonata a quella delle scorie nucleari  (Science of the Total Environment. 2009; 407: 2593–2602).
Il loro smaltimento, per l’elevata quantità prodotta rappresenta un problema enorme.  Anche dopo la riutilizzazione di una parte, liberarsene sarebbe molto, troppo costoso.
Si potrebbe allora diffondere all’opinione pubblica per mezzo di chi ha il coraggio di farlo, che si potrebbero bruciare i rifiuti in un gruppo della centrale a carbone traendone un ritorno economico, utile per una città in difficoltà finanziarie, contemporaneamente si potrebbe ridurre la quantità delle ceneri e dei fanghi del carbone bruciandoli insieme ai rifiuti stessi.   
L’idea sarebbe astuta se non fosse che le conseguenze per la salute degli operai (i più investiti dall’inquinamento) e della popolazione del comprensorio sarebbero orribili. 
Uno studio molto importante pubblicato recentemente che ha utilizzato una metodologia di ricerca della Commissione Europea (Environmental impacts and costs of solid waste: a comparison of landfill and incineration. Waste Management & Research. 2008: 26: 147–162) ha messo in evidenza come gli inquinanti emessi dall’incenerimento di 200.000 tonnellate di rifiuti potrebbe comportare una spesa per i danni provocati alla salute ed all’ambiente di circa 4.240.000  euro.  Dopo 20 anni di attività, pari alla  combustione di 4.000.000 di tonnellate di rifiuti, i costi esterni potrebbero ammontare a circa  84.800.000 euro.   
Immaginiamo quale sia il prezzo della combustione delle ceneri e dei fanghi del carbone per danni alla salute ed all’ambiente ma non osiamo scriverlo per non allarmare l’opinione pubblica.
Inoltre, in questo comprensorio nessuno può negare che ci siano varie cause di inquinamento. Tuttavia,  per fortuna, nella VIA (Fase Istruttoria) è già presente un censimento delle fonti inquinanti  presenti, sappiamo quindi con precisione la diversa responsabilità di inquinamento dei vari soggetti.  A pag. 38 la Commissione così si esprime: “ Sulla base di dati statistici e di utilizzo di fattori di emissione consolidati (CORINAIR e EPA), sono state calcolate le emissioni imputabili al traffico navale, auto veicolare e da riscaldamento domestico nell’area urbana di Civitavecchia, in termini di flusso di massa annuo. Tali dati sono riepilogati nella tabella seguente e sono di rilevantissimo interesse nel valutare le emissioni della centrale in relazione alle emissioni complessive del territorio.
PM10
TV Nord PM10                             842 ton/a
Montalto di Castro                        50 ton/a
traffico navale                             100 ton/a
traffico veicolare                          50 ton/a
emissioni da riscaldamento       56 ton/a
cordiali saluti
Dott. Giovanni Ghirga
Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente – Alto Lazio

10 novembre 2010

Manifestazione Regionale 13 Novembre

PROGRAMMA DEFINITIVO COMUNICATO E CONDIVISO CON LA QUESTURA DI BARI PER LA MANIFESTAZIONE DI SABATO 13 NOVEMBRE:

-DALLE ORE 15 CONCENTRAMENTO PIAZZAUMBERTOI;
- PARTENZA CORTEO ORE 16:30;
- PERCORSO CORTEO: PIAZZA UMBERTO I, VIA    SPARANO, VIA DANTE ALIGHIERI, VIA ARGIRO, CORSO VITTORIO EMANUELE, PIAZZA DELLA LIBERTA';
- INTERVENTI MAX 5 MINUTI UNO PER COMITATO, ASSOCIAZIONE O MOVIMENTO E TEMPO A DISPOSIZIONE PERMETTENDO ANCHE SINGOLO CITTADINO;

- ORE 20:30 FINE MANIFESTAZIONE.

8 novembre 2010

Processo British Gas, Ferrarese spiega quell’incontro per consorziare le imprese


I pm hanno chiesto le ragioni della scelta della sede della riunione (la Prefabbricati Pugliesi) e della presenza dell'imputato Alfonso Gallo. C'era anche Giovanni Antonino 
 di Sonia Gioia  www.brindisireport.it

BRINDISI – Puntata attesa quella di oggi nel processo per le tangenti attorno al rigassificatore di Brindisi. Chiamati a testimoniare dalla procura gli imprenditori che, saputo del progetto da 700 milioni di euro della British Gas, non esitarono a riunirsi in consorzio, con l’intento di catalizzare quota parte degli appalti milionari che avrebbero fatto da corollario alla realizzazione del rigassificatore: Massimo Ferrarese, all’epoca vice-presidente di Confindustria e proprietario della Prefabbricati pugliesi, Dino Bozzetto, Francesco Perrino, Pino Marinò, Giuseppe Carparelli, fra i principali autori e fautori dell’iniziativa, a quanto pare adottata con il plauso dell’sindaco Giovanni Antonino.
L’intento? Lo hanno chiarito tanto Ferrarese quanto Marinò, succeduto all’attuale presidente della Provincia al vertice provinciale dell’associazione industriale: “Quello di consentire alle aziende brindisine, finalmente insieme e non più in guerra fra loro, la possibilità di competere nella assegnazione degli appalti”.
Tanto in premessa. Chiarito l’antefatto, più volte ribadito da tutti gli imprenditori chiamati a testimoniare, il pubblico ministero Silvia Nastasia ha voluto vederci chiaro su una ormai famosa riunione che gli imprenditori consorziati tennero nel dicembre 2003, nella sede oritana della Prefabbricati pugliesi, su invito del “padrone di casa”, come ha chiarito Marinò e successivamente confermato Ferrarese. Il vertice, che vide seduto intorno allo stesso tavolo il gotha dell’imprenditoria brindisina, fu seguito e intercettato anche dagli inquirenti, che vollero vederci chiaro soprattutto in merito a tre incognite: se il consorzio voleva favorire la competitività delle imprese brindisine, cosa ci faceva a quel tavolo il napoletano Alfonso Gallo, titolare della famosa General Construction (e uomo di fiducia di Antonino), finito poi nel mirino del ciclone tangentizio?
L’altra domanda, ossessivamente ripetuta dal sostituto procuratore, è stata sul perché una riunione di imprenditori si fosse tenuta nella sede della Prefabbricati e non, come ci si sarebbe potuti aspettare, nella sede di Confindustria.. La terza e ultima domanda, è quella relativa alla presenza del sindaco di Brindisi Giovanni Antonino. Le risposte di Ferrarese sono state pressoché coerenti con quelle fornite in sede di interrogatorio alla Guardia di Finanza, nel lontano 2005. “Ci riunimmo nella mia azienda perché era più grande, c’era più spazio. E poi, a Confindustria, francamente, non sarebbe stato possibile, perché avremmo dovuto invitare tutte le aziende associate, e invece sotto le insegne del consorzio avevamo scelto di riunire le imprese più importanti, le più qualificate, quelle col fatturato più voluminoso del territorio”.
E allora, cosa ci faceva Gallo lì, chi lo invitò? Ha incalzato il pm. “Non so chi lo invitò, non io. Credo i metalmeccanici di Confindustria. Ma lo conoscevamo tutti come imprenditore brindisino, per questo credo che sia stato invitato”. Alla domanda chiave, quella relativa alla presenza di Antonino,  Ferrarese ha risposto: “Il sindaco era il primo ad essere favorevole all’idea di un consorzio che potesse rendere più competitive nelle gare d’appalto le imprese del territorio, spesso surclassate come nei lavori per i Grandi eventi, dalle aziende del Nord. Entusiasta sia della ricaduta occupazionale che avrebbe significato, che dello sviluppo complessivo dell’economia brindisina. Per quanto all’inizio, egli stesso fosse scettico: disse addirittura che il rigassificatore avrebbe dato meno posti del bar Betty”.
Gli imprenditori, naturalmente, non potevano sapere d’essere intercettati, per quanto valga la pena di precisare che nulla di penalmente rilevante né di illegittimo emerse da quella riunione.

31 ottobre 2010

Petrolchimico: la faccia delle aziende, delle istituzioni e la salute dei lavoratori

A distanza di quasi dieci anni arriva un altro provvedimento di sequestro a carico del petrolchimico di Brindisi.
Allora si trattava di un impianto dismesso, quello di produzione di CVM e PVC, oggi di impianti in marcia.
Allora le ipotesi di reato riguardavano le malattie ed i decessi dei lavoratori. Poi il tutto fu archiviato a differenza di Venezia. Ma le malattie ed i decessi dei lavoratori non cessano di manifestarsi e gli interessati continuano a vedersela da soli contro l’INAIL e contro le aziende chimiche.
Neppure la Regione Puglia ha risposto all’appello di Salute Pubblica e della figlia di una vittima, per una rianalisi della coorte dei lavoratori che a Venezia, dove è stata condotta, ha dato forza alle vittime in sede giudiziaria civile.
Ma tutti tacciono, politica e sindacato.

Se non fosse stato per i finanzieri intossicati, per la Digos e soprattutto per il precedente presidente della Provincia, Michele Errico, defenestrato dal suo partito, il PD, per fare spazio ad un presidente di Confindustria, neppure questa vicenda di inquinamento e di smaltimento illegale di rifiuti sarebbe emersa.
Vicenda beffarda perché per anni, mentre le centraline dell’Arpa misuravano picchi elevatissimi di benzene in coincidenza con l’accensione delle torce, ci veniva propinata la storiella dell’emergenza, poi del topo intrappolato.
Ora il Sindaco dice flebilmente che lui aveva chiesto spiegazioni. I sindacati, dopo che avevano spergiurato sulla sicurezza dell’impianto, sono atterriti dallo spettro del fermo. Noi tutti siamo atterriti da questo pericolo, ma evidentemente senza questo spauracchio non c’è possibilità di un esercizio salubre dell’attività industriale.
Se non si è fermi sulla sicurezza interna ed esterna accade puntualmente che le attività si fermano.
Niente paura per i dirigenti. Le pene previste per i reati contestati sono irrisorie, sono tutte ammendabili ed arrivano ad un massimo di ventiseimila euro.
Chi paga sono i lavoratori ed i cittadini. Come sempre.
Certo le aziende ci perdono la faccia.
Ma di fronte a tutto ciò cambierà qualcosa? Intendo, si cominceranno a misurare i danni?
La falda dell’area industriale è inquinata, ma gli enti locali quando chiederanno i risarcimenti, quando sarà sopraggiunta la prescrizione?
Perché non si misurano i danni in termini di salute sui lavoratori e sulle popolazioni? Perché ci vuole tanto a mettere in piedi un registro tumori?

Maurizio Portaluri

27 ottobre 2010

Convenzioni: un anno di silenzio.

"Il silenzio non cura". Citando un virgolettato di qualche anno fa del sindaco di Brindisi Mennitti, è stata presentata questa mattina durante la riunione dei capigruppo nella sede municipale, una richiesta formale per la programmazione di un consiglio comunale monotematico sul tema delle convenzioni.
Una richiesta, da parte dei No al carbone, di un consiglio atto ad informare tutti i cittadini su cosa, nella fattispecie le istituzioni, a quanto dicono, si apprestano a firmare.
E' passato un anno esatto dal 26 Ottobre 2009, giorno dell'ultimo incontro ufficiale tra le istituzioni locali e i vertici dell'Enel tenutosi a Palazzo Nervegna, ed è da quel giorno che un sostanziale quanto colpevole silenzio incombe sulla trattativa. Un anno esatto, e noi del movimento No al carbone siamo lì sotto il palazzo municipale a festeggiare insieme ai cittadini tagliando una torta: un dolce ricoperto di panna montata, ma dal gusto piuttosto amaro.
Un anno di silenzio, mentre le trattative sono proseguite al chiuso dei palazzi di governo disegnando scenari che prevedono tra l'altro, la combustione di CDR a Cerano e nessuna riduzione sostanziale del carbone.
Oltre alla presentazione della richiesta e al taglio della torta, stamattina nel corso della protesta, sui muri di Palazzo di Città sono stati affissi dei manifesti raffiguranti tre scimmiette nell'atto di non voler nè vedere, nè sentire nè tantomeno parlare.
Lo scopo non era quello di sbeffeggiare i rappresentanti delle istituzioni ma piuttosto sottolineare, secondo il nostro punto di vista, il grave atteggiamento nei confronti dei cittadini, della cui salute le istituzioni in primis dovrebbero esserne i garanti.
-Il non voler vedere la grave situazione ambientale del nostro territorio tormentato da decenni da pratiche industriali criminali: dai veleni emessi dalle torce del Petrolchimico alle polveri del carbonile scoperto della Federico II a Cerano.
-Il non voler sentire le ragioni di una città che protesta disertando l'invito a starle accanto anche quando la contestazione ad una potente multinazionale come LNG,
assume i contorni di un plebiscito riunendo assieme cittadini, associazioni e la restante parte dei rappresentanti istituzionali.
-Il non voler parlare del futuro di questo territorio, degli accordi che nei palazzi di governo vengono programmati sulla testa e sulla salute dei cittadini.
Poi per inoltrare la richiesta della seduta monotematica siamo stati ricevuti dal presidente del Consiglio comunale Giampiero Pennetta. “Prendo atto – ha risposto Pennetta -, e personalmente mi attiverò per informare i capigruppo”.
Verrà quanto prima inoltrata la proposta di convocazione di un consiglio comunale a tema. Bene, siamo pronti ad annotare sui nostri taccuini questa data quando verrà fissata, perchè a quel consiglio ci saremo di sicuro.

26 ottobre 2010

La procura ferma il Petrolchimico, quelle torce inquinano. Scatta il sequestro

--di Marcello Orlandini    www.brindisireport.it--
BRINDISI – La Digos di Brindisi questa mattina ha notificato alle direzioni aziendali di Polimeri Europa e di Basell, le due principali società insediate nel Petrolchimico di Brindisi, decreti preventivi di sequestro emessi dal gip Paola Liaci (procedimento numero 2168/10) su richiesta del pm Antonio Negro, che da due anni coordina le indagini sui ripetuti incidenti e malfunzionamenti del sistema di sicurezza di alcuni impianti, soprattutto del cracker della stessa Polimeri Europa. I sequestri riguardano complessivamente le sette torce di sicurezza in cui vengono dirottati gas e materie prime in caso di black-out o comunque di avarie o blocchi al ciclo di lavorazione. Ciò comporterà la fermata dell’intera fabbrica, dove – i dati sono del 2008 – lavorano circa 110 unità, 300 delle quali dell’indotto, mentre 120 circa sono quelli di Basell, poco più di 100 quelli della centrale termoelettrica a gas Enipower che tuttavia è esclusa dai provvedimenti, e il resto sono personale principalmente di Polimeri Europa, Syndial e Chemgas.
Giunge così ad una svolta l’indagine avviata dagli investigatori della Digos subito dopo il più esteso degli incidenti avvenuto negli ultimi due anni, quello della sera del 17 agosto 2008 quando un corto circuito in una sottostazione della centrale termoelettrica a gas di Enipower, che smista parte dell’energia alle altre aziende insediate nel Petrolchimico, fu la causa del black-out di 15 minuti che fece scattare il blocco automatico degli impianti. Due sbarre di alimentazione entrate in contatto provocarono l’interruzione nell’erogazione. Il sistema di sicurezza degli impianti allora deviò il propilene – circa 50 o 60 tonnellate – utilizzato come materia prima per le lavorazioni, nei bruciatori di una candela di Polimeri Europa e di una nuova candela a raso di Basell, sviluppando fiammate alte alcune decine di metri.

Fu il primo di una lunga serie di eventi che riguardarono però solamente Polimeri Europa e il suo impianto  di cracking. Le rilevazioni dell’Arpa individuarono, in concomitanza delle accensioni di maggiore durata delle torce picchi di ricadute al suolo di sostanze cancerogene. In particolare, un rapporto di 17 pagine dell’Arpa sull’incidente al Petrolchimico di Brindisi, avvenuto il 29 settembre 2008, sottolineò che alle 20, circa due ore dopo l’entrata in funzione della torcia di Polimeri Europa, le concentrazioni nell’aria di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) avevano raggiunto quota 38 nanogrammi per metro cubo, rispetto alle concentrazioni medie giornaliere di luglio e agosto dello stesso anno che non avevano mai superato i 3-4 nanogrammi; e che le polveri sottili avevano raggiunto alla centralina Sisri quota 81 (il limite è 50 microgrammi).
La prima notizia dell’esistenza di una indagine arrivò nel febbraio del 2009. Nell’autunno 2008 invece le ripetute accensioni delle torce indussero la Provincia e l’allora presidente Michele Errico ad avviare un’ispezione in fabbrica, ma anche i vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi chiesero e ottennero un sopralluogo di una commissione del Comitato tecnico regionale. Illuminante sempre la relazione dell’Arpa sugli eventi del 2008, in cui furono presentati i dati di 11 monitoraggi di accensioni dal 21 giugno al 3 novembre di quell’anno, ma soprattutto in cui si rilevavano alcuni problemi cruciali.

La fabbrica non disponeva di sistemi di recupero gas in caso di malfunzionamenti, né di sistemi paralleli di alimentazione energetica in caso di interruzioni dell’erogazione di elettricità. Le torce di emergenza non erano dotate di flussometri per misurare quantità di gas e i tempi di smistamento, e questi sensori non erano previsti nella domanda di Autorizzazione integrata ambientale. Le relazioni tecniche trasmesse dalla Polimeri all’Arpa sugli eventi di accensione erano perciò “unicamente dati stimati e non misurati”. Una situazione in cui la procura, per vederci chiaro, non solo incaricò gli uomini del vicequestore Vincenzo Zingaro di effettuare una seri di accertamenti di polizia giudiziaria e di acquisizione di documentazione, ma incaricò anche un super-esperto di svolgere un’accurata perizia sull’intero sistema e di emergenza e sugli impianti ad esso collegati.
Relazione che è stata depositata alcune settimane addietro, e al momento è sfociata nel sequestro in atto stamani. Che comporterà la fermata, come già detto, dell’intera fabbrica. Ma la misura adotta dal gip Paola Liaci lascia alle due società Polimeri Europa e Basell la possibilità del riavvio della produzione se applicheranno ai sistemi sotto inchiesta gli accorgimenti tecnici indicati nella perizia. Se ne saprà di più alle 12, quando il procuratore capo Marco Di Napoli illustrerà i particolari dell’operazione.

18 ottobre 2010

Comunicato stampa -Forum Energia e Territorio Beni Comuni- Puglia

Lo scorso 9 ottobre si è tenuta a Bari nella chiesa di San Sabino la seconda assemblea regionale dei Comitati, Associazioni, Movimenti e Cittadini che ha avuto come tema centrale della discussione la questione energetica, le problematiche del ciclo dei rifiuti che si tenta di chiudere attraverso l’incenerimento.
Si è quindi evidenziato come oggi la Regione Puglia producendo energia in quantità doppia rispetto al proprio consumo è asservita ormai agli interessi di tutte quelle aziende che realizzano grossi profitti attraverso: impianti di incenerimento rifiuti, centrali a carbone e a gas, biomasse, rigassificatori, fotovoltaico e eolico selvaggio, petrolio e nucleare.
Nasce l’esigenza, di fronte a tale aggressione, da parte di tutti i movimenti e i comitati che da anni lavorano sul territorio, di mettere a punto, insieme, una piattaforma che abbia come comune denominatore i bisogni e le istanze delle popolazioni.
Quello che è emerso con forza dalle due assemblee che si sono tenute a Bari da parte di tutte le realtà presenti è quello di far uscire da una dimensione ristretta le vertenze portate avanti dalle realtà locali per cercare di portarle su una dimensione più ampia che è quella regionale.
Oggi non possiamo più rimandare la possibilità di aprire una nuova fase in cui emerga con forza la necessità di creare, sulle tematiche energetiche, quel conflitto sociale che di fatto rappresenta l’unica opportunità per far emergere quella cooperazione sociale tra soggettività diverse che è il punto focale per costruire una piena democrazia.
Vogliamo insomma aprire la strada ad una vera democrazia partecipata qui in Puglia in cui i movimenti possano “imporre” nell’agenda politica regionale la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo basato sulla tutela dei beni comuni.
Per questo chiediamo una moratoria regionale su tutti gli impianti in fase di progettazione o realizzazione che distruggono il nostro territorio e compromettono la salute dei cittadini;inoltre vogliamo aprire una discussione sulle linee guida che la regione Puglia si appresta a varare in tema di energia; vogliamo che la Regione Puglia faccia decollare nelle nostre città una volta per tutte quella raccolta differenziata porta a porta che ci porterebbe finalmente fuori dall’emergenza rifiuti.
Per tutti questi motivi il Forum ha deciso di avviare un percorso di mobilitazione con assemblee e formazione di coordinamenti provinciali in ogni territorio e chiama a una grande mobilitazione tutte le forze sane della regione a Bari il 13 Novembre alle 16 per una grande manifestazione regionale con la quale non solo manifestare il nostro dissenso e l’inquietudine di fronte all’aggressione del nostro territorio ma anche sostenere le nostre proposte in tema di energia, rifiuti, ambiente e salute.
Seguirà a breve anche un sit-in da realizzarsi presso la sede della Regione Puglia con il quale presentare le nostre proposte .
Invitiamo quindi tutte e tutti i Pugliesi a partecipare alle prossime assemblee ed alla grande manifestazione Regionale del 13 Novembre a Bari

14 ottobre 2010

Aumentano i tumori dell'infanzia, un sintomo dell' ambiente inquinato

...“L’incremento dei tumori in genere sembra poter essere un segno-sintomo dell’attuale modello di sviluppo e della conseguente trasformazione molecolare di tutte le matrici dell’ecosfera"...
..."Nella lista delle sostanze che minano la stabilità del genoma trovano posto molecole chimiche (benzene, diossine, idrocarburi poliaromatici, pesticidi), metalli pesanti, campi elettromagnetici. Tutti questi agenti che l’attuale modello di sviluppo ha moltiplicato e diffuso nell’ambiente possono agire sinergicamente sulle nostre cellule e, in particolare, sul genoma dell’embrione e del feto, rendendolo instabile e aprendo la strada alle mutazioni e, in particolare, alle traslocazioni tipiche di molti tumori infantili”... 

Congresso nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri, pediatri e medici dell'ambiente.
Palermo 9 ottobre 2010

11 ottobre 2010

CENTRALE ENEL CIVITAVECCHIA FUORILEGGE

Violazioni riguardanti salute e sicurezza. Lo dichiarano Carabinieri NOE e Procura della Repubblica.             dal sito --www.unonotizie.it--
 
"Centrale Enel di Torrevaldaliga Nord,un impianto che viola numerose norme vigenti e mette a serio rischio la salute persino dei suoi stessi lavoratori"
Siamo profondamente costernati dal constatare che avevamo ragione nel denunciare che la centrale Enel di Torrevaldaliga Nord, oltre ad essere un impianto antistorico per la tipologia di combustibile usato, è soprattutto in esercizio in violazione di molte delle norme vigenti e, finanche, delle prescrizioni inserite nel decreto autorizzativo.
Tutte le denunce e/o segnalazioni da noi presentate  - da quella del gennaio 2009 relativo alla modalità di carico/scarico del carbone, a quella del novembre dello stesso anno circa i cumuli di rifiuti e ceneri presenti in aree non idonee e di lavoratori costretti ad operari in nuvole di material pulvirulento, a quella relative all’utilizzo di combustibile con contenuto di zolfo superiore allo 0,3% in difformità del piano di qualità dell’aria della Regione Lazio -  hanno trovato riscontro.
"ENEL nega l'evidenza. Fondamentale l'intervento
della Procura della Repubblica.
Non lo stesso si può dire del Ministero dello Sviluppo Economico,
intervenuto con troppo ritardo"
La replica dell’ENEL che, negando l’evidenza, afferma di essere in perfetta regola, conferma, l’inaffidabilità dell’ente energetico che evidentemente spera di continuare impunito ad agire a proprio piacimento, mortificando il territorio, e la popolazione che in esso vive.
Sentiamo il dovere di ringraziare la Procura della Repubblica che con la propria sensibilità e determinazione, portando avanti una seria e competente azione di controllo, ha indotto gli enti competenti a farsi carico delle proprie responsabilità facendo si, nel contempo, che le popolazioni dell’Alto Lazio riacquistassero un minimo di fiducia nelle istituzioni e si sentissero meno sole in questa lotta impari per la difesa della propria terra.
Grave, invece, che il Ministero dello Sviluppo Economico, nonostante fosse ben edotto da tempo sulle violazioni e sul mancato rispetto delle prescrizioni poste in essere dall’Enel, abbia sentito il dovere di intervenire solo dopo le comunicazioni del Noe e della Procura della Repubblica.
"Ora è dovere del Ministero dell'Ambiente intervenire ed emettere idonei provvedimenti, sospendendo persino l'attività della centrale
fin tanto che non vengano apportati i necessari adeguamenti dell'opera"
E’ appena il caso di evidenziare, inoltre, che in materia di mancata ottemperanza delle prescrizioni il Codice dell’Ambiente - D.lgs n. 152/06 – all’art. 29 comma 3 recita “Qualora si accertino violazioni delle prescrizioni impartite …… tali da incidere sugli esiti e sulle risultanze finali ….di valutazione, l'autorità competente, previa eventuale sospensione dei lavori, impone al proponente l'adeguamento dell'opera o intervento, stabilendone i termini e le modalità. “dove per autorità competente si intende l’ente che ha rilasciato la Valutazione d’impatto Ambientale (Minambiente nds.)  e, conseguentemente, impartito le prescrizioni. E vista la gravità delle prescrizioni non ottemperate, e le gravi ricadute che tale mancato rispetto può causare alla salute della popolazione, attendiamo che il Ministero dell’Ambiente, che non mancheremo  comunque di richiamare alle proprie responsabilità, proceda in base alle proprie specifiche competenza ad emettere gli idonei e prescritti provvedimenti, anche di natura cautelare, quale la sospensione dell’attività della centrale.
"Riprovevoli gli atteggiamenti irresponsabili dei sindaci delle città interessate che non hanno fiatato contro ENEL e non hanno fatto nulla per difendere la salute dei  cittadini che dovrebbero rappresentare" 

è Sconcertante, infine, l’inettitudine ad adempiere al proprio ruolo di “Primo responsabile della salute dei cittadini“ in primis del Sindaco Moscherini, ma anche dei suoi omologhi dei comuni limitrofi, in prima fila quando si è trattato di spartire le cospicue compensazioni economiche, ma assenti e silenti dinanzi alle reiterate denuncie di violazione delle norme esistenti, alla mancata ottemperanza delle prescrizioni e ai conseguenti possibili danni alla salute della popolazione e dei lavoratori addetti che da tali violazioni possono scaturire, finanche ora davanti alla presa di posizione del Ministero.
Personaggi squallidi, non  degni di ricoprire il ruolo di rappresentanti della comunità e che, se mantenessero un minimo senso del pudore,  dovrebbero avere il buon senso di dimettersi.

30 settembre 2010

Nasce il "FORUM ENERGIA E TERRITORIO BENI COMUNI - P U G L I A"

Lo scorso 25 settembre si è tenuta a Bari nella chiesa di San Sabino un'assemblea regionale dei Comitati, Associazioni, Movimenti e Cittadini che ha avuto come tema centrale della discussione la questione energetica.
L'intento dell'incontro è stato quello di mettere in relazione tutte le varie esperienze che in questi anni sono sorte nei vari territori attorno alle tematiche energetiche che ha visto protagonisti associazioni, comitati e i movimenti.
Durante l'assemblea sono emerse con forza tutte le criticità che i nostri territori stanno subendo davanti ad un attacco frontale portato da aziende e multinazionali che hanno deciso di fare profitti nel campo energetico.
In questo periodo ci troviamo davanti ad un sistema capitalista che annaspa in una crisi strutturale sempre più profonda e che cerca di rigenerarsi puntando su settori come i rifiuti e l'energia che di fatto rappresentano segmenti produttivi fortemente redditizi.
Ed è davanti ad un quadro così nefasto che la Regione Puglia rappresenta una piattaforma logistica appetibile per tutte quelle aziende che hanno interessi strategici su: impianti dove incenerire i rifiuti, sulle biomasse, sui rigassificatori, sul fotovoltaico, sull'eolico, sul petrolio e sul nucleare.
Per questo è nata l'esigenza da parte di tutti i movimenti e i comitati che da anni lavorano sul territorio per fermare gli scempi, non solo dal punto di vista ambientale ma anche per i rischi alla salute delle popolazioni, di cercare di mettere a punto, insieme, una piattaforma che abbia come comune denominatore i bisogni e le istanze delle popolazioni.
Oggi, davanti ad una classe politica che in modo trasversale ha mostrato interessi particolari sulla realizzazione di questi impianti, abbiamo deciso come movimenti, comitati ed associazioni, di costruire un percorso dal basso, auto organizzato, che ponga la questione energetica al centro dell'agenda politica pugliese e nazionale.
Come "FORUM ENERGIA E TERRITORIO BENI COMUNI - PUGLIA" vogliamo aprire una nuova fase che cerchi di includere quante più realtà e soggettività possibili in un progetto di MOBILITAZIONE POPOLARE sulla questione delle politiche energetiche.
Il FORUM non solo si oppone con un secco NO alla realizzazione di questi progetti ma vuole anche portare proposte concrete che si possono realizzare per cercare una via d'uscita dal capitalismo che fa fare profitti solo a pochi lasciando su tutti noi non solo miseria e sfruttamento ma anche gli elevati costi sociali e ambientali.
Per questo abbiamo deciso di realizzare nelle prossime settimane un primo momento di mobilitazione attraverso una MANIFESTAZIONE CON PRESIDIO PERMANENTE sotto la presidenza della Regione Puglia per portare le nostre istanze e chiedere una moratoria su tutti i progetti presentati e in via di realizzazione.
Vogliamo una discussione partecipata e reale del Piano Energetico Ambientale Regionale che di fatto oggi è favorevole soltanto alla speculazione selvaggia e criminale e non tiene assolutamente conto della volonta dei cittadini.
Chiediamo una raccolta differenziata spinta che porti la Puglia a chiudere il ciclo dei rifiuti senza ricorrere ad inceneritori e discariche. Dopo molti anni d'inerzia da parte dei Comuni, Province e ATO chiediamo le dimissioni degli Amministratori locali inadempienti( Sindaci, Presidenti, Dirigenti) in materia di raccolta differenziata e il successivo commissariamento per raggiungere in breve tempo le percentuali di R.D. previste per legge.
Le concessioni d'incentivi per le fonti rinnovabili non dovranno essere rilasciate solo per una ipotetica riduzione dei gas serra( CO2) ma soprattutto per una reale riduzione di gas, fumi e sostanze cancerogene emesse in atmosfera.
Infine è doveroso che la Regione Puglia intervenga in modo deciso con una moratoria su tutte le zone classificate in fascia "C"( zone di criticità ambientale accertata dall'ARPA Puglia ) previste dal Piano Regionale della Qualità dell'aria in cui i superamenti ammessi delle emissioni sono stati superiori ai valori limite ammessi per Legge, in attesa di predisporre appositi piani d'azione o risanamento.

Il prossimo appuntamento del FORUM, aperto a tutti, è stato fissato a BARI SABATO 9 OTTOBRE ORE 17 CHIESA DI S.SABINO.

O.D.G.:

- APPROVAZIONE MANIFESTO DEL FORUM;
- ORGANIZZAZIONE MANIFESTAZIONE E PRESIDIO PERMANENTE DAVANTI LA PRESIDENZA DELLA REGIONE PUGLIA,
- VARI ED EVENUALI.


I Comitati, i Movimenti e le Associazioni che fin'ora hanno aderito:

- Movimento per il Bene Comune - Bari (pbc.puglia@gmail.com);
- Collettivo IQBAL MASIH - Lecce (atros51@alice.it);
- Forum Ambiente e Salute - Lecce (meingrosso@libero.it);
- Forum Amici del Territorio - Cutrofiano LE (martignano.carlo@libero.it),
- Ass.Terra Rossa - Mesagne BR (minoquaranta@yahoo.it);
- Medicina Democratica, Gino Stasi - Brindisi (curdino@libero.it);
- Comitato NO AL CARBONE - Brindisi (riccardo.rossi@enea.it);
- Comitato PROAMBIENTE - Modugno BA (presidenteproambiente@gmail.com);
- Comitato cittadino ANTINUCLEARE - Maruggio TA (egidiacostanza@alice.it);
- Comitato NO PETROLIO SI ENERGIE RINNOVABILI 23 OTTOBRE 2010 - Monopoli BA (claudiacip88@hotmail.it);
- WWW. La Casa dei Popoli. net - (cosimo.scazzi@libero.it);
- Coordinamento Comitati per ANDRIA CITTA' SANA - (beraleon@yhaoo.it);
- Movimento per un Comune Virtuoso - S.Ferdinando di Puglia FG(micheleluigiparisi@hotmail.it);
- COLLETTIVO EXIT, Sandro Zagaria - Barletta (network_barletta@libero.it) - Francesco Scatigno - Barletta (desdreduk@libero.it);
- Comitati BRINDISI - (boboaprile@tiscali.it);
- Comitato spontaneo contro l'ceneritore di Capitanata - Cerignola FG (noinceneritorecerignola@gmail.com);
- Movimento 5 Stelle - Cerignola FG (matlog@libero.it);
- Movimento 5 Stelle - BARI (quibarilibera@yhaoo.it);
- Ass Prom Sociale "UNA PUGLIA MIGLIORE" BA (donatocippone@libero.it);
- IdV BARI - (montano.nicola@gmail.com);
- ALTERNATIVA COMUNISTA - Puglia (n.porfido@gmail.com);
- Comitato BITETTO, Vito Antoncci - BA (blackfish@alice.it);
- Comitato PROAMBIENTE - Palo del Colle BA (mariateresacapozza@virgilio.it);
- Rete civica "UNA CITTA' PER TUTTI" - BA (leonardodamiani@libero.it);
- Ass SALUTE TERRITORIO - Lucera FG (saluteterritoriolucera@gmail.com);
- Coordinamento NO ALLA CENTRALE A BIOMASSE E INCENERITORI - BAT (angelodileo@simail.it);
- Ass. ARIA PULITA - S.Pancrazio Salentino BR (attippi@yahoo.it);
- Movimento LIBERATORIO POLITICO - Molfetta BA (mattingo@libero.it).

Con preghiera di diffusione e partecipazione

INFOTEL: 333/5801473; 335/1275607; 347/8194821; 380/4246349; 368/582406; 320/1173710; 333/1274169; 349/3581298;

25 settembre 2010

L’ INTELLIGENZA INQUINATA

Lettera aperta della Dott.ssa Gentilini
..... il 30 dicembre nel silenzio politico delle festività e grazie alla complicità di tutte le forze politiche, presenti e non, in Parlamento, con la legge n. 210 del 30 dicembre 2008 (http://www.parlamento...) pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.2 del 3 gennaio 2009, sono stati riconfermati i vergognosi CIP6 agli inceneritori, con una spesa per i contribuenti valutabile in due miliardi di Euro l’anno. Nel dl 172 all’articolo 9 (incentivi per la realizzazione degli inceneritori) vengono infatti confermati gli incentivi (“Cip6”) all’incenerimento per la parte non biodegradabile dei rifiuti e per le cosiddette “fonti assimilate”. Gli incentivi Cip6 vengono concessi a tutti gli impianti in costruzione o entrati in esercizio prima del 31 dicembre 2008. Vengono altresì confermati, in aggiunta, per una quota pari al 51%, gli incentivi sotto forma di “Certificati Verdi” a tutte le forme d’incenerimento (sia rifiuti tal quali, sia residui da raccolta differenziata che per il cosiddetto “combustibile da rifiuti”). Questo sia che si tratti di rifiuti non biodegradabili che biodegradabili. Anche questo nel più assordante silenzio dei media e nel più ampio e trasversale consenso di tutte le forze politiche. Sarebbe utile che qualcuno ricordasse agli amministratori e ai politici che la comunità europea ha quantificato in modo molto preciso i costi dei danni all’ambiente ed alla salute derivanti da una qualunque fonte emissiva (costi esternalizzati http://www.externe.in.... Tali costi andrebbero pertanto sempre tenuti in considerazione per ogni insediamento produttivo/industriale. Anche se questi "costi" in Europa sono – al momento - valutati da 3 a 5 volte meno che negli USA, è importante che finalmente si riconosca – nei fatti - che una centrale elettrica, una discarica, un inceneritore, un cementificio, ecc. provocano danni, che hanno oltre ad un costo in termine di sofferenza, anche costi economici ben quantificabili.

Ecco alcuni esempi del macabro "tariffario":

Cancro (mortale o no): 2 milioni di €  - Morte prematura: 1 milione di €

Perdita di un anno di vita: 50mila € - 1 punto di quoziente intellettivo perso ( causa mercurio ): 10 mila €

A titolo di esemplificazione ricordo che lo studio di Coriano aveva evidenziato, fra le donne residenti almeno 5 anni nel raggio di 3.5 km dagli inceneritori, un eccesso di morti stimabile in oltre un centinaio di casi: i conti sono presto fatti, oltre 200 milioni di Euro, ma qual è il prezzo in termini di sofferenza e lutto per un familiare deceduto per un cancro evitabile? Chi potrà mai risarcirli? Sempre a titolo esemplificativo ancora più recentemente http://wmr.sagepub.co... sono stati calcolati i danni economici che la combustione dei rifiuti arreca alla salute delle popolazioni: questi costi variano da 4 a 21 Euro per ogni tonnellata di rifiuti combusta, a seconda che ci sia recupero o meno di energia e dell’ efficienza di tale recupero; quindi, ovviamente, i danni arrivano anche con i tanto decantati impianti a recupero energetico. Si può facilmente calcolare che un inceneritore da 120.000 tonnellate comporterà, ogni anno, danni variabili da 480.000 a 2.520.000 Euro! Che senso ha, in un momento di crisi economica così grave, in cui tutti noi paghiamo le conseguenze di una finanza mondiale che ha mostrato il suo vero volto bancarottiere, orientato solo alla ricerca illimitata di profitto, perseguire in scelte che comportano costi tanto intollerabili per le popolazioni? Come è possibile che anche quando esistono soluzioni semplici e concrete ai problemi mai, o quasi mai, esse vengano accolte? Incentivare il risparmio di energia, di acqua e di risorse in generale, puntare non sul carbone ma su fonti realmente rinnovabili quali solare ed eolico, riciclare e recuperare i rifiuti e non bruciarli, porterebbe certo meno profitti a multiutilities, lobbies e multinazionali, ma certamente più salute e benessere a tutti noi. Comincio a pensare che il genere umano, in particolare chi ci governa, risenta dei gravi danni alle funzioni intellettive che l’inquinamento, specie da Piombo e Mercurio, provoca. Suggerisco di stabilire dei nuovi "limiti di legge": richiedere l’analisi del quoziente intellettivo non solo agli amministratori e ai politici che perseverano in scelte scellerate, ma anche a chi continua a votarli.

Dott.ssa Patrizia Gentilini medico Oncologo ed Ematolo







23 settembre 2010

La nebbia dei veleni sopra Taranto e il governo vara il decreto salva Ilva

Il 13 agosto del 2010 in Italia c´era qualcuno che lavorava. Era il governo Berlusconi e, quella mattina, ha partorito un decreto legge «per inquinare meglio e di più». La pietra dell´ultimo scandalo è appunto questo decreto legge con il quale si sospende una vecchia legge, valida dal primo gennaio del 1999, che poneva il limite di un nanogrammo al metrocubo di emissioni di benzoapirene. Fino al 31 dicembre del 2012, dice il decreto legge pubblicato il 15 settembre, nelle città superiori ai 150mila abitanti invece non ci sarà più alcun limite. Libertà assoluta di inquinare.

Leggi l'articolo completo su http://bari.repubblica.it/

Perchè Vendola non dice a chi giova bruciare il CDR a Cerano?

L’intervento del Presidente Vendola alla festa di “Sviluppo e Lavoro” ha lasciato evidenti perplessità in merito alla combustione del CDR nella centrale dell’Enel Federico II ; infatti ritengo di dovermi soffermare su 3 riferimenti specifici, per i quali è bene che il Presidente e/o i suoi tecnici diano chiarimenti, quali: il riferimento al CDR-Q ( di qualità), il riferimento al principio comunitario delle 3R (Recupero, Riciclo, Riuso) ed alla “efficienza energetica” della centrale. 
di  Francesco Magno 
geologo-consulente ambientale   (coord. scientifico della Federazione dei Verdi a Brindisi ) 
Leggi l'articolo completo su -www.brundisum.net- 



21 settembre 2010

Dopo la Favola del Carbone Pulito arriva quella del CDR Pulito


Le dichiarazioni del Presidente Vendola domenica sera a Brindisi sono per noi gravi ed inquietanti.
Vendola , rispondendo ad una domanda di un giornalista sul possibile uso del CDR nell’impianto di Cerano, ci fa sapere che in Puglia ormai si produce un Combustibile da Rifiuti di alta qualità e che se bruciato ad oltre 1000 C non inquina, al contrario dei rifiuti tal quali.
Noi diciamo al Presidente Vendola che non siamo d’accordo, che dopo la favola del carbone pulito non intendiamo ascoltare la favola del CDR pulito e non inquinante.
Si informi il Presidente Vendola, esiste una sterminata letteratura scientifica circa gli effetti nefasti sull’ambiente e la salute dei cittadini provocati dalla combustione dei rifiuti.
Noi chiediamo una drastica riduzione del carbone bruciato a Brindisi , subito il 30 % in meno ed una riconversione a metano entro il 2017 della centrale di Cerano, così come chiediamo la chiusura dell’Edipower un impianto vecchio ed insostenibile a poche centinaia di metri dall’abitato.
Vogliamo uscire dall’incubo del carbone ma non vogliamo assolutamente sostituire al carbone il CDR . Caro Presidente Vendola non ci siamo.

17 settembre 2010

Tatò al processo: “Berlusconi promise a Blair via libera al rigassificatore”

di Piero Argentiero  www.brindisireport.it

BRINDISI – Il primo ministro inglese Blair voleva che si facesse il rigassificatore a Brindisi e il presidente del consiglio Berlusconi si era impegnato personalmente a che la richiesta del collega inglese andasse a buon fine. L’ha detto nella tarda mattinata odierna Francesco Tatò, amministratore delegato dell’Enel (voluto da Romano Prodi) dal 1996 al 2002, deponendo in qualità di testimone nel processo per le mazzette pagate dalla British Gas per realizzare in fretta e furia, senza la Valutazione di impatto ambientale, il rigassificatore a Capo Bianco, nel porto esterno di Brindisi.

 leggi l'articolo su brindisireport.it

Enel risponde alle proposte del No al carbone.

Enel risponde alle nostre proposte di convenzione presentate nella conferenza stampa di mercoledì 15, e lo fa con un comunicato stampa a firma dei "rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza".
Contestano i contenuti delle proposte -grazie alle convenzioni passate Enel ha già versato a Brindisi 75 milioni di euro-, e continuano -perchè mai si dovrebbe ridurre la produzione se sono rispettati i limiti delle emissioni?- e infine con la solita "tiritera" dei posti di lavoro, sostenendo che il gruppo No al carbone vorrebbe togliere il lavoro a 1300 famiglie.
Vorremmo dire ai signori Carlo Depunzio, Angelo Melacca e Angelo Petraroli che dicono di aver firmato tale comunicato, che i 75 milioni di euro che Enel avrebbe già versato sono briciole in confronto agli enormi profitti conseguiti quintuplicando la produzione attraverso convenzioni vergognose e criminali, in cui per ogni tonnellata di carbone movimentato scattava la tangente per l'amministratore colluso.
Ai "rappresentanti per la sicurezza" che sventolano la bandiera della legalità vorremmo ricordare che amministratori della loro azienda nel 2009 sono stati arrestati per organizzazione mafiosa dedita al traffico di rifiuti pericolosi.
Circa 100.000 le tonnellate di rifiuti smaltiti illecitamente nel 2006 e 2007 per un profitto di oltre 6 milioni di euro l’anno, mentre si aggira intorno ai 20 milioni di euro la spesa stimata per lo smaltimento del materiale in discariche idonee.
Vorremmo ricordare che nello stesso anno la Procura di Brindisi ha notificato 12 avvisi di garanzia ad altrettanti dipendenti Enel tra manager, responsabili di settore e di impianto per rispondere all'accusa di getto pericoloso di cose (art. 674 cp) e danneggiamento di piante e di viti (art. 635 cp): ipotesi di reato che si riferiscono alla possibilità che i terreni e le piantagioni adiacenti alle aree adibite alla movimentazione del carbone siano state contaminate dallo stesso.
Potremmo continuare citando altre inchieste ed esposti presentati per danni all'ambiente e alla salute.

Enel chiede -perchè ridurre la produzione se vengono rispettati i limiti delle emissioni?-
Semplice. Perchè i limiti non vengono rispettati,e a dirlo non sono gli "ecoterroristi" ma per esempio il Registro INES sulle emissioni di inquinanti in acqua e in mare.
Ma non è solo una questione di quantità. Il carbone bruciato a Cerano è di pessima qualità, ad alto contenuto di zolfo. Ma il problema si aggrava perchè il carbone è radioattivo, quindi si ha una radioattività in atmosfera che subisce chi vive nell'ambito delle centrali a carbone.
Il 90% degli elementi radioattivi emessi dalle centrali a carbone è costituito dal Polonio-210 e dal Piombo-210. Il primo impiega più di quattro mesi a dimezzare la propria radioattività, il secondo 22 anni.
Il che significa che quando una particella di Piombo-210, trasportata dalle polveri emesse dalle centrali, si deposita nei polmoni o in qualsiasi parte del nostro organismo, irradierà le nostre cellule per buona parte della nostra vita. Enel dice di possedere la tecnologia per abbattere la gran parte delle emissioni di questi materiali, ma si ferma lì e non dice che fine fanno le ceneri residue.
Perchè ammesso che gli abbattitori funzionino, il problema si sposta ma non si elimina.
Questo si chiama morire a norma di legge.
L’uso del carbone è conveniente per le aziende elettriche che si ingrassano con gli enormi profitti, ma non per le popolazioni che risiedono vicino alle centrali.
Gli studi sulla salute della popolazione brindisina sono pochi ma ci sono. La mortalità è più alta che nelle zone vicine. Negli ultimi decenni ci sono stati circa 30 morti in più all’anno rispetto a quelli attesi se avessimo rispettato la stessa tendenza delle altre zone della regione. Inoltre ci sono degli studi condotti da ricercatori, dell’Arpa e del CNR di Lecce, sui dati di Brindisi che dimostra come certi tipi di ricoveri e di decessi aumentino quando si innalza, all’interno di quei limiti di legge che sono rispettati, la concentrazione di alcuni inquinanti. Quindi anche i cosiddetti limiti di legge non sono poi così sicuri nel breve periodo e la combustione del carbone partecipa a questi innalzamenti.
L'altro punto messo in discussione nel comunicato dell'Enel riguarda la questione lavoro, ma sebbene le nostre proposte vanno nella direzione della tutela dell'occupazione, non ci sentiamo di ribattere a queste accuse che fanno parte di una oramai logora logica di "ricatto occupazionale" che Brindisi conosce benissimo, alla quale è ormai stanca di sottostare.

15 settembre 2010

Conferenza stampa

Si è svolta stamattina presso la sede dell’associazione Mamadù sita in via Primo Longobardi 23, (rione Casale), la conferenza stampa di presentazione delle proposte per la convenzione tra enti locali ed Enel. Il documento è scaricabile dal box-documenti in fondo alla home page del sito.

3 settembre 2010

Il comitato del "no" contro i progetti del fotovoltaico che massacrano il territorio.

Si svolgerà domani, Sabato 4 Settembre, alle ore 18:30 presso l'aula consigliare l'assemblea pubblica indetta dal comitato cittadino del "no" che mette in discussione il progetto del mega impianto fotovoltaico a 70 Mwp nel territorio di San Pancrazio Salentino.
Paola Attanasio organizzatrice dell'incontro spiega le motivazioni del no all'impianto: "Il consiglio comunale non ha espresso alcun parere ufficiale, ma i consiglieri di maggioranza, però, hanno mostrato una evidente propensione favorevole al progetto. Pochi sanno che questo mega impianto si somma ad altri micro insediamenti di fotovoltaico ed eolico. Si sta consumando nell'indifferenza generale, un vero massacro del territorio...".
All' assemblea relazioneranno Maurizio Portaluri (Primario Oncologico dell'ospedale Perrino di Brindisi) e Riccardo Rossi (Ricercatore ENEA) e membro del comitato No al carbone Brindisi. A moderare il dibattito sarà Pietro Attanasio.

Enjoy the silence. Torchiarolo e il sindaco che non parla.

Qualche mese  fa sul blog del gruppo No al carbone venne pubblicato un articolo che metteva in relazione le continue sfiammate che avvengono  al Petrolchimico di Brindisi (tutte rispettivamente documentate dai quotidiani locali nei giorni successivi ai crack dell’impianto) e l’impennarsi delle concentrazioni di Benzene e altri inquinanti registrate dalla centralina Arpa situata a Torchiarolo in quegli stessi giorni (tutti i report mensili delle centraline sono consultabili sul sito dell’agenzia).
In sostanza mentre a Brindisi il Petrolchimico sfiamma (e succede almeno una volta al mese) a Torchiarolo la gente respira Benzene. Ma mentre i cittadini si allarmano (e si ammalano) e la Procura apre un’ inchiesta, le istituzioni locali non fanno una piega e il sindaco non dice una parola in merito.

Mai detta alcuna parola in merito neanche sul “caso PM10”. Torchiarolo risulta essere più inquinato di una grande città industrializzata del nord, ci sono percentuali di PM10 per tre volte superiori ai limiti di legge e dalle relazioni dell’ Arpa la causa sarebbe la massiccia combustione della legna nei camini e degli scarti della potatura in agricoltura. Se ne discute nelle università e sulle riviste scientifiche ma il primo cittadino del piccolo paesino sembra non sapere nulla. Nessuna parola in merito. Muto come un pesce.  Magari una piccolissima centrale a biomasse potrebbe risolvere il problema, ma è solo la prima idea che viene in mente, giusto per non fare scena muta.

Nessuna parola in merito nemmeno sulla colata di cemento riversata a Lendinuso sugli scogli de “lu pizzu te li cuti”. Cemento depositato durante la notte e lavorato per creare uno scivolo per l’accesso al mare delle barche del porticciolo. Stavolta però a fare scena muta con lui c’è anche il presidente del Circolo Nautico che gestisce l’improbabile porticciolo, nonché noto ambientalista con la A maiuscola di Torchiarolo.
Nell’era della comunicazione, nell’era in cui Obama vince le presidenziali americane interfacciandosi via web con gli elettori, il sindaco di Torchiarolo (all’epoca soltanto candidato) conduce una campagna elettorale senza proferir parola!
“Non ha argomenti”, pensarono i più cattivi e “a pensar male si fa peccato…..” disse qualcuno.
Avrebbe potuto dire qualcosa di destra oppure qualcosa di sinistra senza batter ciglio, la sua coalizione allargata da Rifondazione comunista alla Destra di Storace passando per PD e PDL gliel’avrebbe concesso!
E invece niente. Scena muta. Elezioni stravinte senza dire una parola.

Forse qualche parola l’ha detta inaugurando le serate estive di Lendinuso finanziate da Mamma Enel  dove ad organizzare gli eventi ritroviamo l’associazione del porticciolo del nostro “Ambientalista” insieme ad  altre associazioni  da “I Cento passi”  all’ass.  “Marina di Lendinuso”  al “Comitato San Martino” …tutti comitati che a parole si dicono molto vicini alle problematiche ambientali.
Forse qualche parola in quell’occasione l’ha detta, ma noi avendo disertato la serata per protesta, purtroppo ce la siamo persa!

                                                                                           No al carbone Torchiarolo

Da Enel 1,5 milioni di euro agli enti locali

In data odierna è stato sottoscritto presso la Provincia un accordo tra la Provincia di Brindisi, il Comune di Brindisi ed Enel Produzione con cui è stato modificato l’articolo 22 della convenzione sottoscritta nel 2002 tra enti locali e società elettrica.
Tale articolo si riferisce ad interventi di manutenzione straordinaria all’interno della Cittadella della ricerca per i quali fu stanziata, a carico di Enel e a disposizione della Provincia, una somma pari a due milioni di euro.
In realtà, l’intervento previsto richiese un importo minore e quindi il Presidente della Provincia Ferrarese ha chiesto ed ottenuto che l’importo residuo, pari ad euro 1.450.000, venisse recuperato e quindi destinato ad altri interventi proposti dall’Ente Provincia.
L’Enel ha accolto tale richiesta e in data odierna, alla presenza del Presidente Ferrarese, del sindaco di Brindisi Domenico Mennitti e, per l’Enel, dell’ing. Antonino Ascione e del dott. Donato Leone, è stato sottoscritto l’atto notarile contenente tale modifica.
L’importo di euro 1.450.000 sarà a disposizione della Provincia per interventi di marketing territoriale, per la progettazione della ristrutturazione dell’ex Collegio Tommaseo, per la sicurezza stradale, per l’edilizia scolastica e per attività culturali.

COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI BRINDISI

1 settembre 2010

Domande irrituali

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(di Pino De Luca)
http://pinodeluca.ilcannocchiale.it/
E dunque, di nuovo, sono a partecipare ad una discussione che ha al centro dell'attenzione il tema dell'energia. Finalmente un passo avanti qui si è fatto. Si parla di fotovoltaico e non, come si fa di solito, di incomprensibili energie tradizionali, alternative, sporche, pulite e così via.Lo premetto sempre e lo farò anche questa volta: non sono un amante dell'Arcadia e ritengo che la tecnologia sia essenziale per la vita decente degli esseri umani.Veniamo al fotovoltaico di larga scala, ovvero alla occupazione di ettari ed ettari di territorio per installarci sopra dei pannelli capaci di trasformare energia luminosa in energia elettrica.Io affermo categoricamente che il fotovoltaico di larga scala è, insieme, tre cose: una gigantesca stupidaggine in termini tecnico-economici, una ignobile speculazione per accaparrarsi finanziamenti più o meno narrabili, la distruzione demenziale di risorse collettive straordinarie. Puro vandalismo.
E questo vale chiunque sia il proprietario dell'impianto. Società note come ENEL e similari o piccoli produttori con sedi svizzere, australiane o dell'isola di Tonga.
Affermo inoltre che lo stesso discorso vale per l'eolico, per l'idroelettrico, per il carbone, il metano, l'uranio e i derivati del petrolio. 
Ogni insediamento energetico può essere necessario, utile, inutile e dannoso. Esso deve rispondere ad alcuni requisiti essenziali per catalogarsi in uno dei quattro valori. Potenza, continuità, distanza dei consumatori, distanza delle materie prime che la alimentano. Non è difficile fare un po' di conti, leggere qualcosa di sistemi industriali per comprendere quanto alcune avventure siano legate esclusivamente alla logica del profitto. E anche qui nessuno si deve scandalizzare, nel mondo capitalistico il profitto non è scandaloso, anzi è il motore del benessere sociale. Bisogna riflettere però su un punto: quando il profitto non è generato dalla virtuosa compenetrazione tra capitale e lavoro bensì dalla appropriazione brutale della ricchezza collettiva si chiama ancora plusvalore o assume la conformazione di malloppo?
Disquisizioni filosofiche e tecniche annoiano il lettore e l'amministratore, anche quello più in buona fede. Mi fermo quindi con gli aspetti generali e passiamo al particulare che è stato evidenziato da alcune sollecitazioni: si vuole sapere nello specifico, sull'impianto di pannelli fotovoltaici in questo o quel luogo che se dice?
Nulla, solo alcune domande ai progettisti, proprietari, utilizzatori e difensori:
Domanda 1: il terreno sul quale giace l'impianto è stato ovviamente riconfigurato e drenato per quanto riguarda le acque piovane. Dove andranno a sversarsi?
Domanda 2: come verrà mantenuto netto il terreno dal proliferare della vegetazione?
Domanda 3: la cementificazione delle piattaforme di quanto ha ridotto il coefficiente di assorbimento idrico del terreno?
Domanda 4: in termini di eliofania (sarebbe l'esposizione diretta ai raggi solari) cambia e quanto l'esposizione dei terreni limitrofi?
Domanda 5: il terreno su cui sono posti i pannelli è ancora qualificato come agricolo o si configura come insediamento industriale?
Mi fermo qui sull'immediato, senza domandarmi cosa accadrà a fine esercizio non della superficie del terreno ma delle sue profondità. Qualche anno fa, in occasione di una analoga vicenda per un'altra tipologia di impianto, mi permisi di suggerire alcune domande. Un mio compagno, consigliere comunale di maggioranza, le pose a tecnici e progettisti e costoro, giustamente e professionalmente, le giudicarono molto pertinenti e presero il loro tempo par dare risposte concrete e puntuali.
Ci fu una crisi amministrativa, si sciolse il consiglio comunale e fu eletta una nuova sindacatura.
L'impianto energetico si realizzò. Le risposte a quelle domande non sono mai arrivate perché il mio compagno non fu nemmeno candidato e nessun altro le ebbe a porre.