La questione è se la nostra bolletta dell’Enel, insieme a quelle di 31 milioni di italiani, possa aver contribuito o meno a caricare gli Ak47 che nel 2001 hanno ucciso tre leader sindacali del Sintraminercol alla miniera di La Loma, Colombia. E magari contribuisca ancora oggi a foraggiare indirettamente i gruppi paramilitari che terrorizzano i minatori con servizi di security che si spingono molto oltre il limite della violazione dei diritti umani. Questione delicatissima, che investe una società controllata dallo Stato che ha come maggior azionista il Governo italiano e che trova ragion d’essere in un studio sulla sostenibilità ambientale della filiera del carbone proveniente dalla Colombia, tra i maggiori esportatori in Italia. Greenpeace lo ha commissionato all’istituto di ricerca indipendente olandese Somo nei primi mesi del 2014.
30 giugno 2014
29 giugno 2014
IL GIORNO CHE VERRA' PROIEZIONE AL THINK GREEN FESTIVAL
Questa sera alle ore 22:00, proiezione de IL GIORNO CHE VERRA' in chiusura del Think Green Festival del giornalismo ambientale e dell'ecosostenibilità a Taranto (26/29 giugno).
Tra i tanti prestigiosi relatori, un gigante del cinema civile: il regista Fernando 'Pino' Solanas, che presenta un documentario sulla guerra al fracking.
Non mancate!
Tra i tanti prestigiosi relatori, un gigante del cinema civile: il regista Fernando 'Pino' Solanas, che presenta un documentario sulla guerra al fracking.
Non mancate!
26 giugno 2014
DOSSIER MICOROSA -I VELENI DIMENTICATI DA TUTTI-
L’area
Micorosa ha un’estensione di circa 50 ettari, è ubicata nella zona
industriale, a sud del petrolchimico e all’interno del Parco naturale regionale
“Saline di Punta della Contessa”. Tra il 1962 ed il 1980, l’area è stata
utilizzata per lo smaltimento dei residui di lavorazione del petrolchimico, con
uno strato di materiale compreso tra i 2 e i 7 metri. ed un volume di circa
1,5 milioni di metri cubi.
Le indagini hanno evidenziato la presenza di rifiuto
costituito in prevalenza da idrossido di calcio, con un diffuso ed elevato
inquinamento, sia del suolo che della falda sottostante, un’altissima
concentrazione di elementi cancerogeni,
alcuni dei quali per milioni di volte i limiti di legge.
L’area Micorosa si può quindi considerare, a tutti gli effetti, una enorme discarica non autorizzata ed incontrollata di rifiuti industriali speciali pericolosi, lasciata da oltre 30 anni in uno stato di colpevole abbandono.
Nel 2013 la provincia ha inviato un'ingiunzione a diverse aziende per imporre loro la messa in sicurezza dell'area. Le aziende hanno fatto ricorso al TAR (sezione di Lecce) che ha accolto con tre sentenze molto simili) il ricorso ma esclusivamente per il fatto che la lettera era stata inviata dalla Provincia e non dal Ministero dell'Ambiente. ente competente per il Sito nazionale di Bonifiche. Per il resto il TAR non solo conferma i contenuti della nota ma ricostruisce esattamente i passaggi di proprietà e la responsabilità dei vari soggetti coinvolti.
L’area Micorosa si può quindi considerare, a tutti gli effetti, una enorme discarica non autorizzata ed incontrollata di rifiuti industriali speciali pericolosi, lasciata da oltre 30 anni in uno stato di colpevole abbandono.
Nel 2013 la provincia ha inviato un'ingiunzione a diverse aziende per imporre loro la messa in sicurezza dell'area. Le aziende hanno fatto ricorso al TAR (sezione di Lecce) che ha accolto con tre sentenze molto simili) il ricorso ma esclusivamente per il fatto che la lettera era stata inviata dalla Provincia e non dal Ministero dell'Ambiente. ente competente per il Sito nazionale di Bonifiche. Per il resto il TAR non solo conferma i contenuti della nota ma ricostruisce esattamente i passaggi di proprietà e la responsabilità dei vari soggetti coinvolti.
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23 giugno 2014
MICOROSA: LE MOTIVAZIONI DELL'ESPOSTO E DELLA DIFFIDA AL MINISTERO DELL'AMBIENTE
Si è svolta ieri la conferenza stampa per presentare i contenuti e le motivazioni dell’ esposto e della
diffida, aventi ad oggetto la discarica
industriale Micorosa di Brindisi, depositati il 19-giugno-2014 presso gli uffici
della Procura della Repubblica di Brindisi e, nel caso della diffida, inviata
al Ministero dell’Ambiente.
L’esposto riguarda
l’area immediatamente a sud del polo petrolchimico che ha una superficie
di circa 50 ettari e che, tra il 1962 e il 1980, è stata utilizzata
indiscriminatamente come sito per lo smaltimento dei residui di lavorazione
industriale del Petrolchimico; fanghi tossici e ceneri per un volume di circa
1,5 milioni di metri cubi. A seguito dai dati emersi dalla caratterizzazione
effettuate nel 2010, nel 2011 la zona è stata interdetta al pubblico con
ordinanza sindacale per gli elevati livelli di sostanze
tossiche presenti, nelle quali emergono eclatanti valori di inquinanti milioni
di volte superiori ai limiti imposti dalla legge, con conseguente
contaminazione di suolo, falda e ambiente marino.
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22 giugno 2014
ESPOSTO ALLA PROCURA, PER LUNEDI' INDETTA UNA CONFERENZA STAMPA
Domani, lunedì 23 giugno alle ore 17.30, presso la sede No al carbone di via Porta Lecce ci sarà una conferenza stampa per presentare e illustrare i contenuti di un esposto depositato in Procura e di una diffida inviata al Ministero dell Ambiente, entrambi aventi come oggetto la discarica
industriale ex-petrolchimico, meglio conosciuta come Micorosa.
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19 giugno 2014
INCONTRO PUBBLICO: SULLA VIA DI MICOROSA E BUSSI - DISCARICHE INDUSTRIALI, QUALI SOLUZIONI?
Venerdì
27 giugno 2014 alle ore 18.00, nel Piazzale antistante il Teatro Verdi a
Brindisi, si svolgerà un incontro pubblico promosso da No al Carbone
Brindisi dal titolo “Sulla via di Micorosa e Bussi - Discariche industriali, quali soluzioni?”.
L'incontro vuole mettere a confronto due situazioni analoghe, la discarica di rifiuti industriali di Micorosa a Brindisi, e la discarica di Bussi a Pescara, per mettere in evidenza la pericolosità dei siti e creare un dibattito sulle possibili soluzioni.
L’area Micorosa ha un’estensione di circa 50 ettari e si trova all’interno della zona industriale di Brindisi, tra il petrolchimico e l’area protetta delle saline di Punta della Contessa. Tra il 1962 e il 1980 la zona è stata utilizzata per lo smaltimento dei residui di lavorazione industriale del petrolchimico, con uno strato di materiale compreso tra i 2 e i 7 metri ed un volume di circa 1,5 milioni di metri cubi.
L'incontro vuole mettere a confronto due situazioni analoghe, la discarica di rifiuti industriali di Micorosa a Brindisi, e la discarica di Bussi a Pescara, per mettere in evidenza la pericolosità dei siti e creare un dibattito sulle possibili soluzioni.
L’area Micorosa ha un’estensione di circa 50 ettari e si trova all’interno della zona industriale di Brindisi, tra il petrolchimico e l’area protetta delle saline di Punta della Contessa. Tra il 1962 e il 1980 la zona è stata utilizzata per lo smaltimento dei residui di lavorazione industriale del petrolchimico, con uno strato di materiale compreso tra i 2 e i 7 metri ed un volume di circa 1,5 milioni di metri cubi.
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PROCESSO ENEL, UDIENZA DEL 18.06.14
Processo Enel, il dirigente della Provincia: "Quelle aree sono contaminate da metalli"
„Attorno a Cerano c’era dispersione di carbone e il carbone finiva sulle piante.
leggi tutto “
„Attorno a Cerano c’era dispersione di carbone e il carbone finiva sulle piante.
leggi tutto “
16 giugno 2014
BRINDISI: MALATI CON TUMORI DEL SANGUE DENUNCIANO LE INDUSTRIE (+VIDEO CONF. STAMPA)
(fonte)
In un articolato esposto-querela 4 malati e 2 congiunti di cittadini deceduti, affetti da tumori del sangue come leucemie e linfomi, hanno denunciato le industrie del polo industriale brindisino per aver causato le loro malattie con le loro emissioni e con l'inquinamento del suolo e della falda .
In un articolato esposto-querela 4 malati e 2 congiunti di cittadini deceduti, affetti da tumori del sangue come leucemie e linfomi, hanno denunciato le industrie del polo industriale brindisino per aver causato le loro malattie con le loro emissioni e con l'inquinamento del suolo e della falda .
L'esposto è stato illustrato oggi nel
corso di una conferenza stampa presso lo studio del loro legale, che è
anche uno degli esponenti in quanto ammalatosi di un linfoma, l'avvocato
Giovanni Brigante.
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11 giugno 2014
SALUTE PUBBLICA: LETTERA APERTA ALLA DIREZIONE GENERALE DELLA ASL DI BRINDISI
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TUMORI: NEL SALENTO E' ALLARME ROSSO
E' On line l'ultimo numero della rivista LILT prov.le di LECCE, epidemiologia e tumori.
scarica la rivista quì
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3 giugno 2014
-ASL, FUORI I DATI!- NO AL CARBONE ADERISCE ALLA MOBILITAZIONE INDETTA DALLA CGIL
Il movimento No al carbone aderisce alla mobilitazione indetta dalla CGIL per giovedì 5 giugno, perchè si ritiene giusta e necessaria una
protesta che rivendichi il diritto dei cittadini di conoscere il proprio
stato di salute.
A Brindisi si muore e ci si ammala di più
rispetto ad altre zone d'Italia, ma in assenza di dati scientifici e
indagini epidemiologiche, non si può dimostrare una correlazione diretta
con le emissioni inquinanti di grossi impianti, come la centrale Enel di Cerano o il Petrolchimico.
I dati in possesso ad oggi sono pochi e male aggiornati ma non per
questo non allarmanti. Nel registro tumori (fermo al 2001) si legge che
l’incidenza per linfoma di Hodgkin in provincia di Brindisi supera sia
la media nazionale, sia i valori medi del registro tumori dell’Italia
Meridionale.
A Brindisi c'è un aumento di incidenza per leucemia mieloide nelle donne del 75% rispetto alle medie nazionali dello stesso periodo e il numero delle esenzioni ticket 048, attribuite per patologie neoplastiche maligne e tumori di comportamento incerto nella provincia di Brindisi, aumenta del 118 % in dieci anni (1998-2008).
Siamo di fronte ad un allarme sanitario oppure no? Perchè la ASL non rende pubblici i dati degli ultimi 5 anni? Perchè si bloccano i gruppi e i tavoli di lavoro?
Dove sono finiti i 25mila euro stanziati dal Comune di Brindisi nel 2012, per la nomina di un addetto alla rilevazione dati?
Oggi più che mai Brindisi ha bisogno di sapere, ha bisogno di certificare il suo stato di salute attraverso una seria indagine epidemiologica e se ci sono delle resistenze alla produzione di questi dati, da parte di apparati o persone sarebbe opportuno che la magistratura inizi ad accertarne le responsabilità.
A Brindisi c'è un aumento di incidenza per leucemia mieloide nelle donne del 75% rispetto alle medie nazionali dello stesso periodo e il numero delle esenzioni ticket 048, attribuite per patologie neoplastiche maligne e tumori di comportamento incerto nella provincia di Brindisi, aumenta del 118 % in dieci anni (1998-2008).
Siamo di fronte ad un allarme sanitario oppure no? Perchè la ASL non rende pubblici i dati degli ultimi 5 anni? Perchè si bloccano i gruppi e i tavoli di lavoro?
Dove sono finiti i 25mila euro stanziati dal Comune di Brindisi nel 2012, per la nomina di un addetto alla rilevazione dati?
Oggi più che mai Brindisi ha bisogno di sapere, ha bisogno di certificare il suo stato di salute attraverso una seria indagine epidemiologica e se ci sono delle resistenze alla produzione di questi dati, da parte di apparati o persone sarebbe opportuno che la magistratura inizi ad accertarne le responsabilità.
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MANIFESTAZIONI & SIT-IN
2 giugno 2014
EMERGENZA EDIPOWER, SIGLATO UN DOCUMENTO COMUNE.
L’emergenza ambientale e quindi quella sanitaria del nostro
territorio sollecitano le coscienze dei cittadini e impongono la
necessità di fare rete e condividere percorsi di conoscenza e lotta per
contrastare ulteriori minacce che incombono.
Questo è il quadro nel quale si inserisce l’iniziativa unitaria di
numerose associazioni del territorio che hanno deciso di incontrarsi e
discutere della delicata vicenda legata al progetto di A2A/Edipower
nella cui centrale alla combustione di carbone si vuole aggiungere
l’incenerimento dei rifiuti.
Le associazioni riunite in questo coordinamento (chiamato appunto,
Emergenza Edipower) hanno prodotto e sottoscritto un documento che è
soltanto il primo passo di un percorso che nei prossimi giorni ci vedrà
impegnati in città per chiedere con forza alle istituzioni di esprimere
un parere negativo nel procedimento V.I.A. in corso.
Nei prossimi giorni renderemo noti i prossimi importanti appuntamenti.
Di seguito il Documento delle Associazioni.
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