L’emergenza ambientale e quindi quella sanitaria del nostro
territorio sollecitano le coscienze dei cittadini e impongono la
necessità di fare rete e condividere percorsi di conoscenza e lotta per
contrastare ulteriori minacce che incombono.
Questo è il quadro nel quale si inserisce l’iniziativa unitaria di
numerose associazioni del territorio che hanno deciso di incontrarsi e
discutere della delicata vicenda legata al progetto di A2A/Edipower
nella cui centrale alla combustione di carbone si vuole aggiungere
l’incenerimento dei rifiuti.
Le associazioni riunite in questo coordinamento (chiamato appunto,
Emergenza Edipower) hanno prodotto e sottoscritto un documento che è
soltanto il primo passo di un percorso che nei prossimi giorni ci vedrà
impegnati in città per chiedere con forza alle istituzioni di esprimere
un parere negativo nel procedimento V.I.A. in corso.
Nei prossimi giorni renderemo noti i prossimi importanti appuntamenti.
Di seguito il Documento delle Associazioni.
DOCUMENTO EMERGENZA EDIPOWER
Le contraddizioni di un modello di sviluppo, basato sui grandi
impianti di produzione di energia e della chimica di base, sono negli
ultimi anni esplose nella loro piena evidenza.
L’emergenza ambientale, certificata dall’enorme quantità di sostanze inquinanti rilasciate ogni anno in aria, acqua e suolo e dall’inserimento di gran parte del nostro territorio nei siti di interesse nazionale da bonificare, si accompagna alla ormai conclamata emergenza sanitaria evidenziata da numerosi studi tra cui l’ormai noto dato delle malformazioni cardiache congenite neonatali superiori del 50% rispetto al valore medio europeo.
Il registro tumori conferma nel territorio di
Brindisi un incremento dell’incidenza nelle neoplasie nel confronto tra
il 2006, ultimo anno disponibile ed il triennio 1999-2001. Si passa da
385,8 a 395 ogni 100.000 abitanti tra i maschi e da 265,23 a 318,4 ogni
100.000 abitanti tra le donne.
Un’emergenza sanitaria che si accompagna con un ‘emergenza sociale.
Sono quasi ventimila i disoccupati a Brindisi, una città incapace di
ripensare il proprio modello di sviluppo, che vede il Porto, ormai
servitù industriale, in eterna crisi, mentre Turismo ed Agricoltura due
vocazioni del territorio non decollano.
In questo quadro i grandi interessi economici cercano di aprire una
nuova stagione di industrializzazione altamente impattante : dopo la stagione della Chimica e dell’Energia con il carbone si programma la stagione dei Rifiuti.
Inceneritori come quello proposto da Termomeccanica. Discariche di rifiuti speciali
come quella autorizzata alla Formica Ambiente ed adesso il progetto di
riconversione della centrale termoelettrica di Brindisi Nord da parte
del gruppo A2A-Edipower che propone di bruciare carbone e Ecoergite un derivato dal ciclo dei rifiuti nel sito produttivo nel Porto di Brindisi a due passi dal centro cittadino.
Un impianto che prevede sin da subito di bruciare 75.000 tonnellate
di Ecoergite prodotta da oltre centomila tonnellate di rifiuti in
cocombustione con oltre 600.000 tonnellate di carbone. Un
impianto in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti della Puglia e
candidarsi per la sua capacità a gestire tutte le prossime emergenze
rifiuti che vi saranno nel Meridione.
Vogliamo raccogliere l’appello accorato dell’Ordine dei Medici
, dei Dottori che in prima linea hanno il polso della drammatica
situazione sanitaria di Brindisi. Nella loro lettera aperta alle
Istituzioni hanno sottolineato la necessità di una drastica
riduzione delle emissioni nocive e chiedono che, per ragioni sanitarie,
si impediscano ulteriori insediamenti che emettono sostanze tossiche.
Chiediamo quindi alle Istituzioni di esprimere un parere negativo al progetto
presentato dall’A2A Edipower. Non possiamo più consentire che si
continui a bruciare carbone ed al contempo avviare le attività di
incenerimento di derivati dai rifiuti a poche centinaia di metri dalla
Città.
E’ giunto il tempo di avviare i lavori di smantellamento e bonifica
degli impianti della Brindisi Nord per consentire che quel sito sia
dedicato allo sviluppo delle attività portuali, che devono
necessariamente divenire volano di uno sviluppo nuovo e sostenibile.
Chiediamo alle Istituzioni di adoperarsi al fine di ottenere l’immediato coinvolgimento di Governo e Regione per trovare tutte le possibili soluzioni,
dai prepensionamenti all’impiego nei lavori di smantellamento e
bonifica al passaggio presso la centrale Enel Federico II, per
salvaguardare i lavoratori della Centrale Edipower che non possono
pagare il conto di queste scelte scellerate.
La città di Brindisi ha bisogno di un cambiamento di rotta ,
Lavoro Ambiente e Salute possono convivere in un nuovo modello di
sviluppo.
Arci, Retinopera Salento, Scuola di Formazione Politica Don
Tonino Bello, Italia Nostra, Acli Città di Brindisi, Acli Ambiente,
Unione Sportiva Acli, Giovani Acli, WWF Brindisi, WWF Salento, Medicina
Democratica, Salute Pubblica, No Al Carbone, Confesercenti,Mamadù,
Emergency Prov. BR, Passeggino Rosso, Fondazione di Giulio, Forum Terzo
Settore, Solidarietà e Rinnovamento Coop, Rinascita Civica, Friend’s
Bike, UDS, AIACE Br, La Manovella, Compagni di Strada, Centro Studi
Europeo Il Segno Mediterraneo, Gulliver180, Mesagne Bene Comune, Circolo
Arci Zero, Brindisi Libera MU, Io Donna, Confederazione Cobas Brindisi,
Ass.Namastè.
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