Si è svolta ieri la conferenza stampa per presentare i contenuti e le motivazioni dell’ esposto e della
diffida, aventi ad oggetto la discarica
industriale Micorosa di Brindisi, depositati il 19-giugno-2014 presso gli uffici
della Procura della Repubblica di Brindisi e, nel caso della diffida, inviata
al Ministero dell’Ambiente.
L’esposto riguarda
l’area immediatamente a sud del polo petrolchimico che ha una superficie
di circa 50 ettari e che, tra il 1962 e il 1980, è stata utilizzata
indiscriminatamente come sito per lo smaltimento dei residui di lavorazione
industriale del Petrolchimico; fanghi tossici e ceneri per un volume di circa
1,5 milioni di metri cubi. A seguito dai dati emersi dalla caratterizzazione
effettuate nel 2010, nel 2011 la zona è stata interdetta al pubblico con
ordinanza sindacale per gli elevati livelli di sostanze
tossiche presenti, nelle quali emergono eclatanti valori di inquinanti milioni
di volte superiori ai limiti imposti dalla legge, con conseguente
contaminazione di suolo, falda e ambiente marino.
Caratterizzazioni effettuate su incarico del comune di Brindisi e quindi con soldi pubblici. Nel 2013 la Provincia di Brindisi ha diffidato le aziende coinvolte alla messa in sicurezza dell’area, tale ordinanza però è stata annullata dal Tar di Lecce che ha individuato nel Ministero dell’Ambiente, l’Ente competente per l’emanazione dell’atto. Tuttavia nella stessa sentenza, oltre a confermare le motivazioni dell’ordinanza, vengono anche individuate come responsabili due aziende controllate dall’ ENI, la Syndial spa e la Versalis spa, che hanno sostanzialmente ereditato l’area dai soggetti (Montecatini e Montedison) che hanno materialmente inquinato la stessa area. Per tale motivo, le due società si dovranno fare interamente carico degli oneri di bonifica, come prescrive la Legge, in coerenza con il principio di “chi inquina paga”. Né può valere, sempre a detta del Tar di Lecce, l’assunto che tali oneri siano da addebitarsi alla Micorosa srl, ormai fallita dal 2000. Inoltre, si evidenzia che le varie società che si sono succedute a vario titolo nella gestione dell’area, sino alle attuali società Syndial e Versalis, non hanno provveduto al suo disinquinamento neanche a livello minimo, né hanno attivato interventi di messa in sicurezza per arginare il fenomeno di contaminazione dei terreni e della falda.
Per queste ragioni abbiamo chiesto alla Procura un immediato intervento al fine di valutare l’esistenza di reati, responsabilità, ed eventuali danni erariali.
Caratterizzazioni effettuate su incarico del comune di Brindisi e quindi con soldi pubblici. Nel 2013 la Provincia di Brindisi ha diffidato le aziende coinvolte alla messa in sicurezza dell’area, tale ordinanza però è stata annullata dal Tar di Lecce che ha individuato nel Ministero dell’Ambiente, l’Ente competente per l’emanazione dell’atto. Tuttavia nella stessa sentenza, oltre a confermare le motivazioni dell’ordinanza, vengono anche individuate come responsabili due aziende controllate dall’ ENI, la Syndial spa e la Versalis spa, che hanno sostanzialmente ereditato l’area dai soggetti (Montecatini e Montedison) che hanno materialmente inquinato la stessa area. Per tale motivo, le due società si dovranno fare interamente carico degli oneri di bonifica, come prescrive la Legge, in coerenza con il principio di “chi inquina paga”. Né può valere, sempre a detta del Tar di Lecce, l’assunto che tali oneri siano da addebitarsi alla Micorosa srl, ormai fallita dal 2000. Inoltre, si evidenzia che le varie società che si sono succedute a vario titolo nella gestione dell’area, sino alle attuali società Syndial e Versalis, non hanno provveduto al suo disinquinamento neanche a livello minimo, né hanno attivato interventi di messa in sicurezza per arginare il fenomeno di contaminazione dei terreni e della falda.
Per queste ragioni abbiamo chiesto alla Procura un immediato intervento al fine di valutare l’esistenza di reati, responsabilità, ed eventuali danni erariali.
Oltre a questo esposto e stata inviata anche una diffida al
Ministero dell’Ambiente, l’Ente individuato dal Tar come competente. Nel
documento si ritiene non corretto l’Iter amministrativo che ha portato alla
stipula dell’accordo di programma del 2007, tra l’altro neanche sottoposto a
VAS (valutazione ambientale strategica). Ricordiamo che il decreto legislativo
152/2006 prevede che i programmi approvati senza VAS sono da ritenersi nulli, e
inoltre espongono lo Stato italiano ad una procedura di infrazione da parte
dell’Unione Europea. Chiediamo di conoscere i motivi per cui il progetto di
messa in sicurezza e bonifica della falda predisposto da SOGESID - già
pubblicato sul sito di portale ambiente della regione Puglia - non sia stato
più sottoposto a tale procedura.
Chiediamo inoltre di conoscere se il Ministero dell’Ambiente abbia
notificato ai responsabili i provvedimenti aventi gli stessi contenuti dell’ordinanza
della Provincia annullata dal Tar di Lecce.
Qualora il ministero non abbia operato in tal senso la nota inviata è da
intendersi come diffida ad operare. Facciamo presente che nell’analoga
situazione di Bussi il Ministero ha proceduto in maniera differente, intimando
alle aziende la rimozione dei rifiuti e la bonifica dell’area. In virtù del
decreto legislativo 195/2005 chiediamo che siano resi pubblici i risultati di
tutti i monitoraggi ambientali, anche per una trasparente valutazione
dell’efficacia degli interventi effettuati.
Al margine della conferenza stampa è stato rinnovato l’invito ai giornalisti a partecipare alla visita dell'Area di Micorosa che si terrà venerdì 27 alle ore 10.30 insieme ad alcuni giornalisti e una delegazione del comitato di Bussi. Sempre venerdì 27 alle 18.00, nel Piazzale antistante il Teatro Verdi a Brindisi, si svolgerà un meeting promosso da No al Carbone Brindisi dal titolo “Sulla via di Micorosa e Bussi - Discariche industriali, quali soluzioni?”. Modererà l'incontro TIZIANA COLLUTO, Giornalista-collaboratrice de ilfattoquotidiano e interverranno ANGELO SEMERANO, Ingegnere ambientale, AUGUSTO DE SANCTIS del Forum abruzzese movimenti per l’acqua, MAURIZIO PORTALURI, Medico Oncologo, ROSANGELA CHIRICO, figlia di vittima del Petrolchimico. A conclusione dell'evento ci sarà una proiezione del video-inchiesta a cura di Emiliano Buffo e Tiziana Colluto pubblicato sulla testata on line del Fatto Quotidiano il 14 marzo 2014, ed un recente reportage fotografico di Ida Santoro.
La settimana successiva, venerdì 4 luglio, analogo incontro pubblico sarà svolto a Bussi-Piano d'Orta (Pescara) con la presenza dei No al Carbone.
Al margine della conferenza stampa è stato rinnovato l’invito ai giornalisti a partecipare alla visita dell'Area di Micorosa che si terrà venerdì 27 alle ore 10.30 insieme ad alcuni giornalisti e una delegazione del comitato di Bussi. Sempre venerdì 27 alle 18.00, nel Piazzale antistante il Teatro Verdi a Brindisi, si svolgerà un meeting promosso da No al Carbone Brindisi dal titolo “Sulla via di Micorosa e Bussi - Discariche industriali, quali soluzioni?”. Modererà l'incontro TIZIANA COLLUTO, Giornalista-collaboratrice de ilfattoquotidiano e interverranno ANGELO SEMERANO, Ingegnere ambientale, AUGUSTO DE SANCTIS del Forum abruzzese movimenti per l’acqua, MAURIZIO PORTALURI, Medico Oncologo, ROSANGELA CHIRICO, figlia di vittima del Petrolchimico. A conclusione dell'evento ci sarà una proiezione del video-inchiesta a cura di Emiliano Buffo e Tiziana Colluto pubblicato sulla testata on line del Fatto Quotidiano il 14 marzo 2014, ed un recente reportage fotografico di Ida Santoro.
La settimana successiva, venerdì 4 luglio, analogo incontro pubblico sarà svolto a Bussi-Piano d'Orta (Pescara) con la presenza dei No al Carbone.
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