Il dato per essere scientificamente solido ha bisogno di essere confermato negli anni. Tuttavia ci chiediamo e chiediamo se sia etico aspettare di contare nuovi casi, altri bambini e bambine che si ammalano, perché finalmente il ricercatore possa concludere circa la loro eventuale significatività. Peraltro è facile comprendere che, a differenza dei tumori degli adulti, i tumori infantili esprimono esposizioni molto recenti e forse ancora attive e sulle quali si potrebbe e si deve efficacemente intervenire.
Sappiano inoltre dalla scienza, da ricerche svolte in tutto il mondo che anche un micro grammo in più di polveri sottili aumenta il rischio di circa l'1% di tumore ai polmoni. Con numeri alla mano si dimostra che questo incremento è inaccettabile, sul piano etico e perfino politico burocratico (cfr EPA - Agenzia di protezione dell'ambiente americana). La malattia, dunque, non è solo un brutto scherzo del destino, cinico e baro. E' in certuni casi collegata a fattori, per esempio l'inquinamento dell'aria, che sono modificabili. E chi se non la politica a tutti il livelli, a cominciare da quello comunale, deve modificare questi fattori? La politica deve cioè intervenire per ridurre sino ad annullare l'esposizione di tutti, ed in particolare dei più vulnerabili, bambini, anziani e malati cronici. In conclusione, bisogna certamente consolidare il registro tumori, ma paradossalmente, se anche a fronte di evidenze sanitarie avverse già disponibili non si mettono in campo politiche che contrastino i fattori sui quali si può già agire, non se comprenderebbe l'utilità.Si ridurrebbe ad un adempimento burocratico, una stelletta al merito di qualcuno, ma i cittadini rimarrebbero esposti a pericoli incontrollati.
Quando diciamo politica pensiamo non solo alle istituzioni rappresentative, ma anche alle pubbliche amministrazioni, come la ASL che di un diritto fondamentale e costituzionalmente sancito come quello alla salute, “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, è per statuto posta a protezione. Essa ha uno strumento potente nelle sue mani, quello dell'intervento nella conferenze dei servizi per le autorizzazione all'esercizio di impianti industriali con la competenza che le deriva dalle conoscenze, quelle acquisite e quelle che si spera vengano continuamente elaborate dai dati ampiamente disponibili, e prescrivere la riduzione delle emissioni nocive, in atmosfera soprattutto, come anche prevede il Piano Regionale della Qualità dell'Aria.Se l'attività epidemiologica, ancorché carente, non fosse finalizzata alle azioni preventive, allo stato attuale delle conoscenze acquisite, un diverso atteggiamento delle istituzioni locali ed anche della ASL potrebbe configurare una patente rinuncia ai propri compiti e doveri, una vera omissione degli obblighi fondamentali del proprio Ufficio.
Brindisi, 07.06.2014
Il Presidente Dott. Marco Alvisi
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