30 giugno 2010

Comunicato stampa -Coordinamento Nazionale No al Carbone-

Enel suona l'Arpa. Dopo Civitavecchia arrivano le fesserie su Brindisi.
Ci vuole davvero coraggio. L'incontro avvenuto nei giorni scorsi tra l'Arpa Puglia e l'Upi dimostra
quanto marcio esista nelle vicende che circondano le centrali a carbone.
Innanzitutto il contesto: l'incontro è stato convocato dall'Unione delle Provincie Italiane su richiesta
di due consiglieri provinciali, uno del PdL l'altro del PD, in aperta polemica con il presidente della
regione Vendola il quale, viceversa, ha preso parte alla manifestazione organizzata il 19 Giugno a
Brindisi contro la centrale a carbone, cui hanno partecipato migliaia di persone. Insomma, i nostri
rappresentanti istituzionali assumono generalmente comportamenti simili: si fanno i dispettucci.
Presenti all'incontro erano il direttivo dell'UPI, i dirigenti dell'Arpa, ma soprattutto i dirigenti
regionali e territoriali dell'Enel. Una platea significativa.
Passiamo ai contenuti. La dottoressa D'Agnano e l'Arpa Puglia devono prendere la responsabilità a
livello continentale di quanto affermato in quella sede sulla qualità dell'aria nella zona di Brindisi: si
tratta del resto di quanto viene rilevato da Arpa stessa grazie alle proprie centraline nel territorio
pugliese. Dando un'occhiata istantanea a queste rilevazioni, infatti, troviamo che nella zona di
Brindisi la qualità dell'aria secondo Arpa è “Buona”, con alcune limitate zone in cui risulta
“Discreta”. Come del resto in tutta l'area tra Brindisi e Taranto: in un contesto generalmente
“Buono” si registra addirittura una punta di qualità “Ottima” a qualche chilometro in linea d'aria da
Taranto (Vedi Allegato A). Diversa secondo Arpa è la situazione delle falde acquifere nella
provincia di Brindisi che risultano “inquinate e compromesse per il 90%”.
(Allegato A: Rilevazioni Arpa).

È rinomato che tra Brindisi e Taranto si localizza una delle zone maggiormente inquinate di tutta
Europa, in cui l'Arpa riesce non solo a descrivere un panorama idilliaco, ma anche ad andare in
netta contraddizione con se stessa: scientificamente è infatti improbabile che una falda acquifera
sostanzialmente tossica possa trovarsi in un contesto di aria salubre, in quanto l'ambiente non è
diviso in compartimenti stagni, ma tutti gli elementi di cui è costituito (acqua, terra, aria) scambiano
elementi chimici.
Per restare in tema di contraddizioni, è proprio la stessa Arpa Puglia che il 2 Aprile 2008, in
occasione dell'ordinanza sindacale che vietò ogni attività agricola nella zona intorno alla centrale,
affermò che si era in presenza di «sostanze classificate come sicuri cancerogeni per l'essere umano,
e si è deciso di applicare criteri di massima cautela». Siamo in presenza di un miracolo o di un
cambio d'opinione leggermente sospetto?
Il problema è che gli enti responsabili delle centraline di rilevamento per la qualità dell'aria
decidono esattamente cosa vogliono e non vogliono rilevare: modificando le sostanze prese in
esame; scegliendo punti di rilevamento più o meno opportuni; scegliendo parametri di comodo.
Tutto questo nonostante le norme italiane in questa materia siano decisamente inadeguate: per i
nuovi studi scientifici sulle nanoparticelle, le quantità di polveri sottili concesse dalla legislazione
italiana provocano un aumento di malattie cardio-respiratorie e tumorali spaventoso.
Del resto, sempre per meglio descrivere il contesto, è dello scorso Febbraio il protocollo d'intesa
tra Arpa Puglia ed Enel in cui quest'ultima “concede” all'agenzia regionale l'utilizzo delle
proprie centraline di rilevamento. Enel Spa a volte è davvero generosa.
Per avere un'idea dell'aria che respirano i cittadini brindisini, prendiamo in esame i dati forniti dal
Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti (EPER), ente con cui Enel evidentemente non riesce,
per il momento, a stipulare convenzioni ed organizzare incontri.

(Allegato B: Dati Grafici Territoriali European Pollutant Emission Register).
La colonnina rossa rappresenta la quantità di inquinanti rilevati
Senza scendere troppo in particolari, possiamo notare dalle ricostruzioni fornite da EPER come
Brindisi presenti una mole di inquinamento aereo difficilmente riscontrabile nel resto d'Italia e che
nella zona tra Brindisi e Taranto è sostanzialmente sconsigliata la respirazione, avvalorando la
reputazione di una delle zone più inquinate d'Europa.
Il 19 Giugno Brindisi è scesa in piazza per difendere il proprio territorio: migliaia di cittadini hanno
urlato il proprio dissenso contro la centrale a carbone dell'Enel ed il rigassificatore, al fianco degli
agricoltori di tutta la zona, dei trattori della Coldiretti, del sindaco di Brindisi e del governatore
della regione Puglia. Guarda caso mancava solo il presidente della provincia di Brindisi, Massimo
Ferrarese.
Ci spiace che dei nostri concittadini si affidino a queste bufale, le quali altro non sono che
propaganda confezionata e commissionata appositamente: probabilmente ritengono che i cittadini
della sibaritide siano dei creduloni e dei somari. Evidentemente si sbagliano.
                                                                                                                 Flavio Stasi
                                                                                                 Forum Ambientale Calabrese
                                                                                       Coordinamento Nazionale No al Carbone

27 giugno 2010

Minacce a ferrarese. Comunicato nac.


In merito all'articolo apparso nell'odierna (domenica 27 giugno) edizione della Gazzetta del Mezzogiorno, noi appartenenti al Gruppo “No al Carbone” intendiamo fare chiarezza sulle pesanti accuse mosse dal presidente Ferrarese. Ci siamo sempre contraddistinti per la natura assolutamente civile e non violenta delle nostre azioni si pur nella durezza delle posizioni (sacrosante) assunte e difese. Il Presidente Ferrarese è molto abile nel mistificare la realtà, ma noi a questo gioco al massacro non siamo assolutamente disposti. Nell'ultima settimana, Ferrarese ha scatenato contro di noi una vera e propria campagna mediatica, richiamando attorno a se le tifoserie sportive locali attraverso il racconto di inverosimili scenari di salvezza per lo sport brindisino affidati alla firma delle convenzioni con le società elettriche. Ancora una volta Ferrarese dimentica che l'unica salvezza da rincorrere con quelle convenzioni è la tutela dell'ambiente e la salute dei cittadini. Con le affermazioni di oggi Ferrarese vuole distogliere l'attenzione dal problema vero, quello ambientale, cercando di recuperare la figuraccia fatta con l'abbandono della squadra di basket, un addio sicuramente pretestuoso e tentato altre 2 volte negli ultimi 8 mesi, prima con la scusa della mini contestazione per gli abbonamenti e poi per l'affaire palazzetto. E' evidente che anche l'odierno attacco da parte di Ferrarese non solo non ci spaventa ma ci incoraggia nell'azione e ci conferma, semmai ve ne fosse ancora bisogno, la bontà delle nostre posizioni. Piuttosto Ferrarese dovrebbe riflettere sulle reali capacità di rivestire un ruolo così importante quale è quello di Presidente della Provincia. Concludendo è doveroso da parte nostra rinnovare i più profondi sentimenti di stima alla magistratura (alla quale ci siamo rivolti qualche mese addietro, presentando una denuncia sui temi delle nostre battaglie) e agli organi inquirenti, dichiarando sin da subito di essere a completa disposizione per ogni chiarimento sulle vicende.

24 giugno 2010

NASCE IL COORDINAMENTO NAZIONALE COMITATI CONTRO IL CARBONE

AGI) - Roma, 22 giu. - Dal prossimo 10 luglio sara' attivo il Coordinamento Nazionale dei comitati italiani che si battono contro le centrali a carbone e per le fonti rinnovabili. Lo si legge in una nota del Coordinamento Nazionale No Coke in cui si precisa, "la decisione per un organismo unico di coordinamento e supporto legale e scientifico e' stata presa a Tarquinia (Viterbo) dai rappresentanti dei comitati veneti, liguri, umbri, laziali, pugliesi e calabri, nell'ambito del convegno di presentazione dei risultati del 10 'Monitoraggio autonomo della qualita' dell'aria', pagato interamente dai cittadini per fare in proprio dove le istituzioni hanno fallito". E, aggiunge la nota, "Tarquinia e' colpita dagli inquinanti rilasciati dalla centrale a carbone di Civitavecchia: obiettivo dichiarato del Coordinamento Nazionale e' far emergere le responsabilita' politiche e penali che rendono ancora possibile in Italia l'uso del peggiore combustibile fossile, che libera sostanze tossiche pericolosissime anche quando sono nei limiti di legge". Infine "il Coordinamento varera' anche un programma di sostituzione delle fonti fossili con fonti rinnovabili - conclude la nota - per soddisfare i fabbisogni energetici delle proprie comunita'".

BASKET BRINDISI-FERRARESE LASCIA-IL DIBATTITO IN CITTA'


di Franco De Simone  
Alla delusione dei sostenitori della New Basket Brindisi, per le dimissioni già in atto da ogni incarico da parte di Massimo Ferrarese, si contrappone la speranza dei tifosi del Brindisi Football 1912, visto che da parte del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, si registra la promessa di un interessamento, allorquando saranno sottoscritte le convenzioni con le imprese elettriche presenti sul territorio, a che possano giungere aiuti, sotto forma di sponsorizzazioni, anche al calcio (ma non solo). Intanto, ieri, il giorno dopo la conferenza stampa in città, sulla questione delle dimissioni dell’ormai ex patron, si registra una netta spaccatura e come sempre si registrano i contrari ed i pro Ferrarese. Ci sono parole di profonda delusione nel giudicare la decisione dell’ex patron della New Basket Brindisi, ma anche porte aperte alla speranza di un ravvedimento che punta alla passione personale dell’uomo per la “sua” squadra. 
I commenti dei “pro” - «Gli insulti sottolineati da Ferrarese nel corso della conferenza stampa non erano presunti, perché quelle urla a squarciagola “Ferrarese pezzo di… m” da parte di pseudo tifosi del calcio le hanno ascoltate in tanti”. Ed ancora: «Ma avete capito che è stato minacciato insieme ai suoi familiari? E’ questa l’unica vera ragione delle sue dimissioni». Ma c’è anche chi è andato oltre cercando di interpretare il Ferrarese pensiero: «Siccome si accosta il nome di Ferrarese a quello dell’Enel solo perché l’ente elettrico è sponsor del basket, lui lascia la società e quindi nessuno potrà più accostare il suo nome all’Enel. Anche in questa occasione a Brindisi ha vinto la politica del “no” a vantaggio di altre realtà. Lecce ad esempio, il cui presidente della Provincia ha formalmente chiesto all’Enel di sponsorizzare la squadra di calcio». C’è anche chi pensa già al dopo Ferrarese: «Il contratto di sponsorizzazione sottoscritto con Enel è per i prossimi tre anni. Di conseguenza, la serie A la vedremo quest’anno ed anche nei prossimi due campionati».

I commenti dei “contrari” - Discorsi che scendono anche sul piano politico. «Chi ha fatto lo striscione “FerrarEnel” ha posto in evidenza il conflitto di interessi di Massimo Ferrarese presidente della Provincia che è la stessa persona che fa affari nello sport con Enel. Per eliminare il conflitto ha scelto la strada delle dimissioni». C’è anche chi lo ha accusato di essere un “bambino viziato”. «Non è la prima volta che si dimette. All’inizio della stagione si “offese” contro i tifosi del basket per la questione abbonamenti. Ora per un polemico ma civilissimo striscione. Ma chi si crede di essere? Alla più piccola critica mette il broncio come i bambini e se ne va. Ma per piacere… ». 

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E intanto arriva  anche il comunicato stampa dei giovani di Sinistra e Libertà :

"Noi giovani, cittadini e tifosi, non concepiamo come si possa  strumentalizzare politicamente lo sport della nostra città. Avendo partecipato attivamente alla manifestazione di sabato – dicono i giovani di Sel – testimoniamo che gli slogan e gli striscioni del corteo erano palesemente rivolti all’assenza del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, in quanto figura rappresentante del territorio e della nostra Provincia e non a Massimo Ferrarese in quanto presidente della New Basket Brindisi”.
“Il tema della manifestazione non riguardava, infatti, lo sport cittadino, ma le tematiche ambientali e occupazionali del territorio. Vogliamo ricordare – si legge ancora nella lettera aperta – al presidente della Provincia, eletto con la maggioranza di centrosinistra, che la sua assenza alla manifestazione sembrava quasi un dissenso rispetto alle tematiche della manifestazione e un mancato supporto per tutte quelle migliaia di persone che sono scese in piazza per una Brindisi migliore e diversa.
“Il presidente della Provincia – secondo Sel – doveva rappresentare politicamente quella gente e, se ormai non si sente di rappresentarla, la poltrona che deve lasciare non è quella della presidenza della squadra di basket cittadina, ma quella per la quale la piazza lo ha contestato cioè quella di presidente della Provincia”.
“Leggere il suo comunicato in cui afferma di voler mollare la squadra di basket (voce che già da tempo prima della promozione in A1 circolava in città) e rimanere presidente della Provincia alimenta sospetti su una strumentalizzazione della questione, un conflitto di interessi ed un ricatto per questa città, già da tempo sotto  ricatto occupazionale”.
“Noi giovani di Sinistra Ecologia e Libertà della città di Brindisi siamo contrari a tutti i tipi di ricatti e strumentalizzazioni che possono frenare o fermare l’avanzata di una città diversa e migliore. Chiediamo al presidente della Provincia i reali motivi per cui lui abbia deciso di lasciare la presidenza della squadra cittadina di basket. Se Ferrarese vuole continuare a rappresentare il territorio, deve rendersi conto che questo ormai da tempo chiede a gran voce che si riduca almeno del 30% l’uso del carbone, che si imponga la conversione a gas della centrale Edipower e la netta opposizione alla realizzazione del rigassificatore”, conclude la lettera.
 

22 giugno 2010

19 GIUGNO -UNITI CONTRO IL CARBONE-

MENTRE A BRINDISI SI SFILAVA ALLA TIRRENO POWER SI MANIFESTAVA CON UN SIT-IN

Manifestazione alla Tirreno Power: tra Digos e Diluvio

di VALERIA ROSSI – Prima considerazione: a forza di allarmismo (questo sì) sulla “sicurezza”, oggi come oggi annunciare pubblicamente e chiedere regolare autorizzazione per una manifestazione pacifica significa arrivare lì al mattino (mezz’oretta prima dell’ora stabilita, giusto per organizzare un po’ di “posizionamento striscioni”) e trovare più Forze dell’ Ordine che manifestanti e visitatori messi insieme.


Noi arrivavamo tranquilli e sereni, alla spicciolata, con le nostre borse della spesa piene di volantini e manifestini, un po’ stampati e un po’ fatti a mano, molti  fatti dai bambini: loro erano schierati in forze, con auto di pattuglia e facce perfino un po’ preoccupate. Carabinieri, Polizia Municipale, Digos… la prima cosa che ho detto scendendo della macchina è stata: “Ecche è!!!”
Manco avessimo annunciato una manifestazione delle BR.
Poi, per carità, tutti gentilissimi, perfino collaborativi e in molti casi anche solidali (“Se solo potessi, mi metterei in mezzo a voi e indosserei la vostra maglietta -  mi ha confessato uno di loro – visto che abito in questa Provincia…”).
E niente da recriminare sulla loro presenza, a parte il fatto che ovviamente vanno dove li mandano:  se qualcuno avesse aggredito “noi”, sarei stata felicissima di avere le Forze dell’Ordine a disposizione!
Però è il “clima” che è preoccupante.
E’ il fatto che una manifestazione tranquillissima e pacifica metta in moto tutto  ’sto ambadaran, quando poi mancano i mezzi e il personale per tenere protetta questa provincia dai delinquenti veri.


Ma questo è il mondo in cui  viviamo, quindi prendiamo atto e stiamo zitti.
Seconda considerazione: ammesso e non concesso che invece che pacifici cittadini noi fossimo disturbatori professionisti, provocatori, picchiatori e  affini…che sarebbe potuto succedere?
Qualche scontro con la polizia? Qualche pugno, qualche randellata?
Ma mettiamoci pure UN morto, toh… che è proprio la sciagura più terribile che può capitare durante una manifestazione?
Bene: una centrale a carbone – dati alla mano – provoca TRENTA MORTI OGNI ANNO. Senza contare tutti quelli che si ammalano e che magari non muoiono (o non muoiono subito), ma fanno una vita infame e la fanno fare alle loro famiglie.
Eppure nessuno fa irruzione dentro alla centrale a carbone intimando l’ALT.
La polizia stava lì a sorvegliare NOI per proteggere LORO.
Anche questo è il mondo in cui viviamo. E prendiamo atto anche di questo…ma zitti ci stiamo un po’ meno.
IL CARBONE UCCIDE. NO AL CARBONE. Questo il significato degli slogan dei manifestanti, espresso in modi diversi e in forme diverse – dalla più seria a quella più  ironica – e che i visitatori dell’ “Open day Tirreno Power” osservavano con curiosità, molti accettando i volantini esplicativi,  altri ringhiando fra i denti “Sono un dipendente dell’azienda, i volantini ve li potete tenere”.
A dire il vero, sembravano essere MOLTO numerosi i dipendenti in visita: ma che visitavano a fa’? Se sono dipendenti la conosceranno, la centrale: o no? A me è venuto il  flash di un telefilm dei Simpson, col direttore che annuncia: “Oggi pomeriggio alle 14 riunione aziendale: non è obbligatorio intervenire, ma siete gentilmente pregati di farlo. Chi non viene si consideri licenziato dalle 14,30″.
Ma forse sono troppo maligna. Comunque…
erza, terribile, considerazione sul mondo in cui viviamo: il terrore che qualcuno attenti al “posto di lavoro”  va oltre ogni considerazione sulla salute. Lo stipendio, ovvero i SOLDI, vanno difesi con le unghie e con i denti anche da chi si sta sbattendo per TE e per i tuoi figli. Per non farvi crepare di infarto o di cancro.
Ricordate il caso-amianto?
I lavoratori morivano come mosche – addirittura PIU’ che col carbone,  il che è tutto dire, e con un rapporto causa-effetto (ovvero, con la relazione tra amianto e malattia) sicuramente dimostrata al di là di ogni ragionevole dubbio.
Eppure anche chi manifestava contro l’amianto era malvisto, inviso e addirittura preso a male parole dagli stessi lavoratori che cercava di tutelare: perché il terrore di “perdere il lavoro” faceva chiudere gli occhi, le orecchie, la ragione.
Senza lavoro non c’è vita:  meglio rischiare la morte – anzi, meglio morire quasi sicuramente, nel caso dell’amianto – che restare senza un posto da operaio magari sfruttato e spremuto fino all’osso.
Per fortuna, nel caso della Tirreno Power, questo problema NON ESISTE: i cosiddetti “ambientalisti” (etichetta che non amo e che non mi piace, perché io non sono “ambientalista”: sono soltanto una persona che vorrebbe respirare ARIA e non merda allo stato gassoso) non vogliono assolutamente distruggere la centrale, né lasciare per strada chi ci lavora. Non siamo mica dei pazzi fanatici.
Però, evidentemente, qualcuno ha messo in giro la voce che invece vogliamo proprio la chiusura della centrale.
E’ FALSO. Quello che si vorrebbe, al momento,  è  SOLO la chiusura dei gruppi obsoleti 3 e 4, che NON rispondono ai requisiti minimi richiesti dalla Comunità Europea (ed accolti anche dal nostro governo) e la loro sostituzione con impianti a metano, che impiegherebbero lo stesso identico numero di lavoratori.
Nel tempo, ovviamente, si vorrebbe ANCHE che la TP investisse di più e meglio nelle energie rinnovabili, quelle che non inquinano e che possono dare lavoro a MIGLIAIA di persone in più, come avviene regolarmente in tutto il mondo, laddove si fa questo tipo di progressivo miglioramento energetico (ma non ve lo dicono, eh… per trovare i dati bisogna ravanare in rete). Ma tutto questo col tempo, con calma, con metodo. 

(l'articolo completo e il reportage del sit-in su  www.savonaeponente.com)

21 giugno 2010

DOPO LA CONTESTAZIONE, FERRARESE: "LASCIO IL BASKET"

Il Gruppo “No al Carbone” apprende con sorpresa la notizia della volontà del Presidente della Provincia Massimo Ferrarese di voler cedere la squadra di basket in seguito alle dure contestazioni che ci sono state durante la grande manifestazione dello scorso sabato.
Tutti coloro i quali hanno partecipato alla manifestazione hanno potuto verificare che la contestazione per l'assenza del Presidente della Provincia (e non del patron del basket) era ben lungi dall’essere offensiva.
Il Presidente Ferrarese è libero di partecipare o meno alla manifestazione ma altrettanto legittime sono le contestazioni per la sua scelta. Volerle raccontare come offese personali è non solo falso ma anche strumentale .
Vogliamo inoltre ricordare che Massimo Ferrarese è stato contestato come Presidente della Provincia e come assessore all’Ambiente ad interim e se la contestazione ha sortito davvero questi effetti sul Presidente Ferrarese, allora è nostro dovere ricordare allo stesso che la poltrona che deve lasciare non è quella di patron della squadra di basket ma quella per la quale la piazza lo ha contestato cioè quella di Presidente della Provincia con “l'aggravante” dell'interim all'ambiente.
La manifestazione di sabato ha ancora una volta ribadito che il tempo dei ricattia a Brindisi è finito.

IL Presidente Ferrarese se non vuol essere contestato ha ben altri metodi da usare per mostrare quanto tenga alla suo territorio costringa l’Enel a firmare delle convenzioni che riducano almeno del 30% l’uso del carbone, imponga la conversione a gas per la centrale Edipower o ne chieda la chiusura, convochi un consiglio provinciale in cui si deliberi la netta opposizione alla realizzazione del rigassificatore.
Dire abbandono il Basket e rimango presidente della Provincia alimenta sospetti su un conflitto di interessi che solo Ferrarese con atti concreti può annullare.

20 giugno 2010

La marcia dei 5000


In 5mila per dire no al rigassificatore
«Bisogna tutelare lavoro e salute»

Ieri la manifestazione a Brindisi che ha coinvolto
tutta la Puglia. Vendola: "Non siamo una discarica"

  1. BRINDISI (19 giugno) - Erano in cinquemila, ieri pomeriggio alla manifestazione organizzata dalle associazioni ambientaliste per dire no al rigassificatore. Si parte con 47 minuti di ritardo rispetto al programma previsto, giusto il tempo di attendere quelli che proprio non se la sentivano di sfidare il sole più caldo. E, in   effetti, prima del vespro, erano quasi in cinquemila ad esibire striscioni. Il più fantasioso è stato ancora una volta il popolo degli striscioni, con il presidente della Provincia Massimo Ferrarese - il grande assente annunciato - tra i più bersagliati. “FerrarEnel assente ingiustificato”, tra i cori di “Chi non salta Ferrarese è” e i fischi che hanno accolto il suo nome al momento degli interventi a fine marcia, in piazza Vittoria. C’era, invece, il suo predecessore, quel Michele Errico che sfilava per dire di no all’impianto Lng assieme al sindaco Domenico Mennitti. E ieri c’era anche il primo cittadino, affiancato dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Alle loro spalle, l’assessore regionale Fabiano Amati, i senatori Giuseppe Caforio e Michele Saccomanno.
    C’erano, tra gli altri, l’assessore regionale Michele Losappio, i consiglieri Toni Mattarelli e Maurizio Friolo. C’era l’assessore provinciale Enzo Ecclesie, «ma a titolo personale», sostiene. E tantissimi consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. Si passa dalle parti delle navi crociere, con un suono di saluto e i turisti che si sbracciano. C’è solo il fumo che fuoriesce dalle navi, fa quasi sensazione, ma va bene così. «Questo è il porto che vogliamo», dicono i ragazzi di “No al carbone”, quelli che un territorio sempre più inquinato non lo vogliono.

Mennitti e Vendola si ritrovano più che mai affiatati sull’argomento-rigassificatore al momento degli interventi finali: «Questa grande manifestazione di piazza - spiega il presidente Vendola - è l’ennesima conferma di quale sia la volontà di questo territorio. E Brindisi parla a nome e per conto di tutto il Mezzogiorno che non vuole continuare ad essere percepito come una discarica. Faremo la guerra - conclude - a questa decisione, con tutti gli strumenti politici e tecnico-giuridici a nostra disposizione».

«La massiccia presenza di oggi - spiega - dimostra che la forza delle istituzioni e dei cittadini è ancora intatta, che chi credeva di avere piegato la volontà popolare con il marketing ha fallito. Ma dimostra anche dove sia la forza della ragione, dimostra che quella operazione è stata un imbroglio: sono state rilasciate autorizzazioni che non si sarebbero potute rilasciare». ( fonte www.quotidianodipuglia.it) 




L’urlo dei giovani:”- A Brindisi malata di carbone, il silenzio non cura”-
            (REPORTAGE DI  WWW.PUGLIANTAGONISTA.IT )

Una grande manifestazione  quella che oggi 19 giugno 2010 si è svolta  a Brindisi:
una manifestazione che ha visto una presenza di tutte le fasce sociali e di età e dove giovani e giovanissimi han fatto sentire la voce di chi da sempre è escluso dalle decisioni per il proprio futuro.
In testa i trattori della Coldiretti, gonfaloni delle amministrazioni locali e provinciali presenti con i loro rappresentanti, ma anche coloro che furono negli anni 80 in testa ad altri cortei, altre proteste contro le lobby dell’Energia padrona  e del nucleare, e che oggi vedono confermata la giustezza di quelle lotte.
A seguire,nel corteo,  mischiati tra la gente i due protagonisti istituzionali che sorreggono l’onda ambientalista brindisina: il sindaco di centro-destra Mennitti e il presidente della regione  di centrosinistra Nichi Vendola. Tutti e due uniti in un colloquio che è proseguito con un’intervento a due mani sul palco del comizio finale e dove a beccarsi i fischi per la sua mancata presenza è stato il presidente della Provincia Massimo Ferrarese.
Una presenza nel corteo delle bandiere del Partito democratico, Sinistra e Libertà, del Partito dei Pensionati , della CGIL, dei Cobas, di Rifondazione Comunista,  di Lega Ambiente,  dell’Unione degli Studenti  (UDS) e di tante altre associazioni fa comprendere quanto vasto fosse il fronte di lotta rappresentato in questa manifestazione.
Il gruppo più agguerrito e che da un anno primeggia nelle lotte ambientali era quello del NO AL CARBONE che vedeva in testa le donne e i bambini compresi quelli in passeggino. Tra questi ultimi  , una nostra vecchia conoscenza , la giovanissima  militante NO AL CARBONE  che non ne perde una di iniziative , che questa volta armata di megafono trascinava dietro di sé alcune centinaia di suoi compagni in quella che è stata una splendida dimostrazione della volontà dei giovani brindisini di non voler delegare a nessuno il proprio destino.
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PER LEI      (lettera di una cittadina)

Avevo deciso di non esserci… e oggi alla manifestazione così è stato.
Decisa di non fare il "seguito" a politici politicanti, regione e comune, che continuano a cavalcare l’onda del NO al rigassificatore, NON PRONUNCIANDOSI ancora sulla riduzione del carbone, assai più nocivo perché già PRESENTE nell’aria che respiriamo e perché innumerevoli i danni che provoca.
Politici che si nascondono dietro lo spillo: il governo, che alla fine prenderà la decisione di installare il rigassificatore nella nostra terra, senza che se ne assumano la responsabilità.
Politici che preoccupati del numero dei partecipanti, non si chiedono chi sono costoro, molti dei quali sbandieratori di stemmi di partiti, urlatori di nomi politici, politici che, ahimè, al momento NON stanno facendo NULLA se non "sfilare" con un corteo …
Mi domando quale il motivo del loro manifestare? a chi hanno manifestato il loro dissenso…? non comprendo. Sicuramente non era a noi che dovevano trasmetterlo, ma è al governo centrale che devono imporre la volontà cittadina brindisina. Che chimera..
Sembrerà una contraddizione ma ingiustificata è l’assenza del presidente della provincia (OPS.. giustificata sic!!) , quella persona , nella quale, nonostante io sia di destra, riposi la mia fiducia, sprecando il mio voto , rimane sulla sua equivocabile posizione, per altro non definita, rimanendo in attesa degli eventi senza fare nulla che questi prendano il giusto verso.
Dovete bloccare le morti in questa città.
E, sicuramente, non lo state facendo, poiché non è combattendo SOLO contro il rigassificatore che risolvete il problema.. dove eravate il 23 dicembre? cosa fate per evitare i viaggi della speranza? dove siete quando seppelliamo i nostri cari?
Io scenderò in piazza al vostro fianco, solo quando farete veramente qualcosa per la vostra città.
Non farò “numero” (senza alcuna offesa per gli Amici presenti) per far sì che la “vostra manifestazione sia andata bene”.
A detta mia, non lo è andata per nulla, se la rapportiamo numericamente e qualitativamente a quella del 23 dicembre 2009, indetta dal gruppo NO AL CARBONE, alla quale , senza l’appoggio delle amministrazioni comunali e provinciali, senza l’appoggio di tutte le sigle, hanno partecipato più di 4.000 persone.. e queste persone erano tutti “liberi” cittadini.
Al di fuori del corteo ho osservato… Cosa ho visto ?
Ho visto la marea delle maglie nere!!! Sì signori politici, se avete fatto numero, era perché quelle “maglie” erano presenti, quelle maglie hanno sostenuto la manifestazione promuovendola con ogni mezzo.
Signori politici, l’illusione è il peggior ingannatore, e di sicuro gli illusi non erano né quelli che hanno aderito, né quelli che vi “osservano” (non è accidentale il tempo diverso..).
Una bimba di sei anni si è ammalata… purtroppo ho subito capito di cosa… per Lei, un attimo ho esitato, poi, sempre per Lei ho deciso che non meritavate di avere nessuno al vostro fianco.  
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 I VIDEO DI PUGLIANTAGONISTA

 






discorso di Vendola (video di D.P.)

16 giugno 2010

Protesta a Tuturano contro la costruzione dell’elettrodotto di Moncada

di F.C.  www.brindisireport.it

L’impianto lungo 155 chilometri in totale collegherà Valona a Cerano e costerà 750 milioni di euro.
TUTURANO – Contro un elettrodotto che permetterà ad Enel di bruciare più carbone nella centrale Federico II e, contemporaneamente porterà livelli elevatissimi di inquinamento elettromagnetico a pochi passi da una scuola materna di Tuturano, questa sera hanno manifestato con un sit in pubblico in via Vittorio Emanuele i gruppi di opposizione del consiglio comunale di Brindisi.
C’erano Salvatore Brigante, Luciano Loiacono e Antonio Monetti del Pd, Pasquale Luperti di Alleanza per l’Italia ma alla protesta hanno aderito anche Udc, Idv, Democratici e repubblicani e Sviluppo e lavoro. Tutti compatti contro l’elettrodotto del gruppo siciliano Moncada Energy Group che porterebbe in Italia con 130 chilometri di elettrodotto sottomarino e 14 da Cerano all’impianto elettrico di Brindisi Sud, l’energia eolica prodotta a Valona con un parco di 250 aerogeneratori da 2 Megawatt e che costerà 750 milioni di euro.
Nasce sui monti albanesi ma, nel tratto di 14 chilometri su territorio brindisino lambirà parte dei boschi Santa Teresa e dei Leucci e il centro abitato della frazione di Tuturano. I cittadini hanno annunciato, proprio in occasione del sit in, che costituiranno un comitato e promuoveranno una raccolta di firme “contro l’ennesima decisione che coinvolge Brindisi ma viene presa a Roma”. La Conferenza dei servizi infatti, ha già espresso parere favorevole sul progetto mentre al consiglio comunale resta il compito di approvare una semplice “presa d’atto” sulla decisione.
“Questo impianto è un cavallo di Troia – conferma Salvatore Brigante – se da un lato porterà in Italia energia pulita prodotta in Albania, dall’altro consentirà ad Enel di esportare la propria: questo significa aumento della produzione e, dunque, aumento delle quantità di carbone da bruciare. A farne le spese sarà il nostro ambiente”. Contro queste decisioni e, più in generale, contro impianti come il rigassificatore, i gruppi di opposizione vogliono sensibilizzare il sindaco Domenico Mennitti a prendere decisioni anche contro il Governo centrale.
“Troppo comodo presentarsi alla manifestazione del 19 – conclude Brigante – e illudere i ragazzi del No al carbone di essere dalla loro parte senza però avere il coraggio di scrivere al Ministero per prendere una posizione contro un governo di centrodestra. Scriva a Berlusconi piuttosto, e riporti a lui la volontà di questo territorio che non vuole più essere depredato dai gruppi industriali”.

14 giugno 2010

NO AL CARBONE MAGAZINE


Giugno 2010... nasce il Magazine del gruppo No al Carbone distriubuito gratuitamente e scaricabile in PDF dal box Documenti nell'area DOWNLOAD....
Buona lettura...

12 giugno 2010

Barletta, un altro forum è possibile

di Ylena Sina

MOBILITAZIONE. Parallelamente al vertice internazionale, cittadini ed esperti si confronteranno sul tema dell’energia.
L'Altro forum dell’energia di Barletta sarà in piazza, tra la gente, «per costruire dal basso, e con la più ampia partecipazione cittadina possibile, una mobilitazione che punti a salvaguardare l’unica risorsa di cui disponiamo: il territorio».
Sono questi gli intenti del Coordinamento no biomasse e no inceneritori della Bat, neonata provincia pugliese che comprende le città di Barletta, Adria e Trani, organizzatori dell’evento cittadino che si terrà in contemporanea con il Forum Energetico internazionale, il 16 e il 17 giugno, a Barletta.
Così, mentre nelle sale del Castello, chiuse ai “semplici cittadini”, politici e aziende impegnate nel campo della produzione di energia parleranno di biomasse, inceneritori, rigassificatori, petrolio e nucleare, nella piazza della Cattedrale di Barletta attivisti, cittadini ed esperti in materia si confronteranno su diversi modelli di sviluppo energetico.
Primo appuntamento, il 15 giugno con una conferenza che affronterà le conseguenze di discariche e inceneritori sulla salute, alla quale interverranno Ferdinando Laghi dell’Isde e Rossano Ercolini della Rete Rifiuti Zero. Quindi, il giorno seguente, si proseguirà con un incontro dal titolo “Ritorno al passato: nucleare e petrolio. Quali politiche energetiche” al quale parteciperanno Vincenzo Miliucci dei Cobas, il giornalista Gianni Lannes, Giuseppe De Leonibus, ricercatore presso l’università della Basilicata in Gestione dei Rifiuti Industriali, e Roberto Cazzolla, responsabile Ambiente Wwf Puglia. Infine, il 17 giugno alle ore 19, un corteo cittadino sfilerà per le strade di Barletta. Il Forum internazionale, patrocinato dal Comune di Barletta e dalla Provincia della Bat, «spacciato per uno dei primi momenti in città per la discussione sulla tematiche energetiche» denunciano i cittadini, viene dopo mesi di conflitti tra i comitati locali e le amministrazioni pubbliche con al centro la costruzione di una serie di centrali a biomasse che vanno dai 37 ai 56MW nella provincia.
A Trani, Andria, Canosa, Trinitapoli e in altri comuni della zona sono infatti attive procedure di autorizzazione per una serie di centrali mentre, a Barletta, l’iter del progetto proposto dalla Tre Tozzi Renewable Energy spa è stato temporaneamente sospeso dal sindaco Nicola Maffei.
«Oltre all’inquinamento prodotto dalla combustione - spiegano dal Coordinamento, nato nell’aprile scorso per unire i diversi comitati della Bat - le biomasse non sono vincolate alla filiera corta, in quanto la produzione locale non è sufficiente ad alimentare centrali delle dimensioni proposte, favorendo così l’importazione, con relativo inquinamento, il disboscamento e l’impoverimento di foreste del sud del mondo».
Sulla scia di queste mobilitazioni è nato l’Altro Forum dell’energia che si oppone a quello internazionale, che, come scritto sul sito ufficiale, presenta l’obiettivo «di chiarire e favorire i rapporti tra investitori e Istituzioni, compresi gli Enti locali sempre pronti a scaricare sui territori di altri progetti proposti».
Tra gli sponsor dell’evento il ghota del capitalismo mondiale in fatto di energia tra cui Enel, A2A, Ansaldo Nucleare e Sorgenia. Ma a preoccupare particolarmente il Coordinamento è la presenza, tra gli sponsor, del gruppo Techint (dal 2005 azionista in Impregilo con il consorzio Igli), la multinazionale della famiglia Rocca, specializzata in infrastrutture, petrolchimici, raffinerie, acciaierie e rigassificatori alla cui guida per l’Italia siede Gianfelice Rocca il quale, tra i tanti incarichi di rilievo, fra cui la presenza nel cda della Tenaris, figura quello di essere membro del cda della Buzzi Unicem, azienda che possiede il cementificio di Barletta. «Questa società» spiegano dal Coordinamento «non ha mai fatto mistero circa il possibile utilizzo dei propri stabilimenti come veri e propri inceneritori». È questa, per i cittadini della Bat, la prova che «con questo Forum, le multinazionali dell’Energia puntano a imporre, a porte chiuse, il loro modello di sviluppo basato sullo sfruttamento delle risorse che domani, sui nostri territori, lascerà solo miseria e devastazione».
Per questo il Coordinamento invita il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, «se veramente vuole fare opposizione alle trivellazioni petrolifere e alle centrali nucleari di partecipare all’Altro Forum insieme ai movimenti e alle associazioni che stanno costruendo, dal basso, una nuova idea di società basata sulla tutela dell’ambiente».

Fonte: Terra 04/06/10

COMUNICATO STAMPA GRUPPO NO AL CARBONE

Il Gruppo No al Carbone aderisce alla manifestazione del 19 giugno indetta da numerose Associazioni Ambientaliste per l’Ambiente il Lavoro e la Salute a Brindisi.
Dopo la grande manifestazione del 23 Dicembre, con la quale cinquemila brindisini hanno chiesto una forte riduzione del carbone, occorre una nuova mobilitazione alla vigilia della riapertura del tavolo per la firma delle convenzioni con l’Enel e in attesa della ormai prossimo rilascio della VIA con la quale consentire alla LNG la realizzazione del rigassificatore.
Una città sempre più sotto assedio, un territorio che molti vogliono consegnare alle multinazionali dell’energia con le loro centrali elettriche a carbone, il rigassificatore che sequestra il porto, attraverso i nuovi progetti di centrali a biomasse e gasdotti con cui distruggere anche la costa nord di Brindisi.
Per rompere quest’assedio noi saremo ancora una volta in piazza il 19 giugno per chiedere una riduzione di almeno il 30% del carbone bruciato a Cerano, la bonifica dei terreni ed il giusto risarcimento per i danni causati dall’Enel, la conversione della centrale Edipower a gas o la sua chiusura come previsto dalle convenzioni del 1996 con lo spostamento dei lavoratori a Cerano, per dire no al rigassificatore, in definitiva per dire basta a scelte calate dall’alto, per rivendicare il diritto a decidere in casa nostra, per un modello di sviluppo non invasivo fondato sulle nostre risorse agricole, sul turismo, sull’industria dell’alta tecnologia quale quella del settore aereonautico e meccanico che non può prescindere da una forte Università e un sistema ricerca da potenziare a partire dagli Enti pubblici di ricerca e le aziende presenti nella Cittadella della Ricerca.
Invitiamo quindi tutti i brindisini che hanno a cuore le sorti del loro territorio alla mobilitazione il 19 giugno per una Brindisi nuova in cui i lavoro non si debba contrapporre al diritto alla salute e all’ambiente.
Per preparare al meglio la giornata di mobilitazione,saremo ogni giorno in piazza Vittoria, fino al 18 giugno, per distribuire le magliette “No al Carbone”.
ONE

10 giugno 2010

Conferenza di Gianni Lannes sull'inceneritore Marcegaglia.

Il giornalista Gianni Lannes sarà a Cerignola per discutere dell'inceneritore in zona Fonterosa. La conferenza si terrà venerdì 11 alle ore 20:00 in Piazza della Repubblica. Dopo alcune inchieste giornalistiche il giornalista, oggi sotto scorta dopo due attentati, parlerà dei temi della salute e alla pericolosità dell'inceneritore, indicando oltre alle vie d'uscita, anche il cammino burocratico percorso fino ad oggi per il rilascio di tutte le documentazioni per permettere alla Marcegaglia di operare nel territorio indisturbatamente.

(fonte: www.marchiodoc.it)