6 novembre 2009

COMUNICATO STAMPA ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI BRINDISI

Riceviamo e volentieri inoltriamo il comunicato che segue

 Brindisi, 06/11/2009

Ordine dei Medici sulle convenzioni energetiche

In questi giorni si sta svolgendo nella comunità provinciale un dibattito riguardo la produzione energetica di cui la città capoluogo ospita da anni una notevole concentrazione.

L’occasione per questo dibattito è fornita dalla congiuntura della firma delle convenzioni con gli enti di produzione elettrica. Nei numerosi interventi si affrontano diverse tematiche tra cui quella della salute. Una tematica che non può vedere assente l‘Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Brindisi.

Sono numerose le evidenze scientifiche circa un impatto negativo sulla salute delle popolazioni vicine ad impianti energetici ed in particolare a quelle che hanno come combustibile il carbone. Le sostanze emesse in aria, acqua e suolo nonché nei residuo di combustione sono numerose, particolarmente tossiche ed alcune cancerogene. Gli idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti tra cui l’arsenico, il mercurio, il nichel, il piombo, polveri sottili, ossido di carbonio e anidride carbonica, sostanze radioattive (210-Polonio e 210-Piombo), ossidi di azoto e ossidi di zolfo, diossine e furani.

La quantità di carbone utilizzata dalle due centrali elettriche che insistono nel Comune capoluogo è cresciuta progressivamente negli ultimi anni sfiorando gli 8 milioni di tonnellate nel 2007, come riportato dall’Autorità Portuale. Si tratta di quantità che rappresentano probabilmente se non un caso unico, sicuramente una situazione rara nel panorama mondiale.

Le indagini epidemiologiche disponibili da diversi anni segnalano nell’area ad alto rischio di crisi ambientale di Brindisi, e soprattutto nel capoluogo, un eccesso di mortalità generale e per alcuni tumori in particolare. Esistono studi recenti sull’aumento dì mortalità e dì ricoveri per cause cardiovascolari e respiratorie nei giorni in cui si registra innalzamento delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria. Le caratterizzazioni dell’area industriale hanno messo in evidenza un inquinamento del suolo che attende ancora di essere bonificato e incombe sulla salute collettiva.

La letteratura scientifica riporta patologie a carico dei nascituri e dei bambini che risiedono nei pressi di produzioni energetiche che utilizzano carbone.

Siamo anche consapevoli che oltre le centrali a carbone ci sono altri fattori antropici che contribuiscono all’inquinamento. Il nostro compito non è quello di trovare soluzioni economiche e politiche a questa situazione. Ma riteniamo che le condizioni a cui siamo giunti necessitino di una sostituzione del carbone con altro combustibile meno nocivo, di un vero controllo in continuo delle emissioni stesse in modo che si possa intervenire nelle fasi di maggiore criticità per le popolazioni.
Considerato lo status di area ad alto rischio di crisi ambientale, sarebbe necessario pensare ad un intervento legislativo regionale che per ragioni sanitarie impedisca ulteriori insediamenti che emettono sostanze tossiche e prescriva rimedi per la riduzione di quelli esistenti in tempi ragionevoli ma compatibili con il valore della vita e della salute. Il settore energetico ha in particolare sviluppato tecnologie già ora disponibili per realizzare, a parità di energia prodotta, un sensibile minor impatto ambientale e sanitario di quello fin qui realizzato.

L’Ordine sollecita altresì la Regione Puglia e la ASL Brindisi a dare pronta attuazione al progetto triennale “Valutazione del rischio correlato ad esposizione ad inquinanti” recentemente finanziato col Documento di indirizzo Economico Funzionale del 2009, rendendosi disponibile ad ogni forma di collaborazione. L’Ordine rivolge alla Regione Puglia un appello perché l’ARPA sia potenziata per poter far fronte alle esigenze di controllo suddette ed il Dipartimento di Prevenzione della ASL Brindisi sia messo in condizione di sviluppare attività di prevenzione anche delle malattie ambientali.

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