12 aprile 2010

No al Carbone dopo il sit-in Edipower

L’altro giorno dinanzi ai cancelli dell’Edipower oltre duecento brindisini hanno ribadito con forza che occorre cambiare, che occorre fare in quella centrale investimenti veri per convertirla a gas e non continuare a prendere in giro i lavoratori e la cittadinanza con piani industriali che già sappiamo che mai verranno attuati. Con il carbone non c’è futuro né per la città di Brindisi né per quei lavoratori che tra ferie forzate e corsi di formazione aspettano che la produzione riprenda magari bruciando carbone più inquinante per garantire lauti guadagni all’azienda.
Ma la notizia del giorno è data dall’esternazione del Presidente di Confindustria Brindisi Marinò che attraverso i giornali ci fa sapere di essere molto indignato per il cartellone all’ingresso dell’aeroporto che dà il benvenuto nella città del carbone, ma non solo è indignato chiede anche punizioni esemplari per gli autori di questo gesto per il bene della comunità.
Evidentemente il modo più semplice per risolvere i problemi della comunità per Marinò è rimuoverli, nascondendoli come si fa con la polvere sotto il tappeto.
Anche noi siamo indignati ed oltraggiati dai 500 morti all’anno per tumori registrati in provincia di Brindisi, per i tanti malati che si sottopongono a chemioterapie, ai viaggi della speranza, vittime certamente non solo del carbone ma anche di quel carbone che a Brindisi si brucia a milioni di tonnellate.
Siamo indignati dal comportamento di aziende affiliate a Confindustria quali l’Enel, L’Edipower , la Britannica LNG che continuano ad imporre un modello di sviluppo che condanna al degrado il nostro territorio. Siamo indignati dal comportamento dell’Alenia che intende chiudere lo stabilimento di Brindisi. Siamo indignati da una Confindustria che non crea posti di lavoro senza ricorrere a centrali elettriche e cemento. Siamo indignati dai dati dell’Ufficio Provinciale del Lavoro di Brindisi che ci dice che il tasso di occupazione a Brindisi è inferiore al 20% una città in cui i disoccupati ormai superano in numero gli occupati.
Siamo indignati dalle Istituzioni mute ed in silenzio, assenti ieri dinanzi ai cancelli dell’Edipower, incapaci di dare risposte sia ai manifestanti che ai lavoratori , una classe politica oggi tutta tesa a dibattere se fare un nuovo palazzetto o allargare quello esistente.
Allora all’indignazione di padron Marinò che ci vorrebbe punire perché “sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re”, rispondiamo che lui rappresenta il vecchio sistema che non vuol lasciare il passo al nuovo, ma oggi questa città si sta svegliando e della sua indignazione che sa di arroganza padronale non sa che farsene.

COMUNICATO STAMPA GRUPPO NO AL CARBONE

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