19 giugno 2011

Indagine choc A Brindisi neonati con malformazioni

(fonte: La Gazzetta Del Mezzogiorno)
BRINDISI - Anomalie congenite nei neonati. Ne sono state registrate 176 di diversa gravità a Brindisi, tra il 2001 e il 2008. Un eccesso rispetto alla media europea del 18%. E non solo, l’eccesso è maggiore, sfiora quasi il 68%, se si analizzano le malformazioni congenite di tipo cardiovascolare. I dati emergono da un’indagine che è stata presentata un mese fa da undici ricercatori in un convegno di Neonatologia che si è tenuto nel capoluogo, ma da quel momento l’inquietante risultato sembra caduto nel dimenticatoio. Eppure si tratta di un’indicazione inquietante che imporrebbe, come è stato autorevolmente suggerito, l’istituzione in Puglia, di un registro delle malformazioni congenite. Così, come esiste per esempio, per la mortalità o per i ricoveri per malattie neoplastiche.

Gli studiosi suggeriscono anche che non si abbandonino le ricerche e si prosegua con studi di tipo eziologico.

È essenziale che si studi l’origine del fenomeno che potrebbe essere in relazione con l’inquinamento prodotto dal polo industriale.

Le anomalie congenite rappresentano una questione cruciale per la sanità pubblica.

Il lavoro degli undici ricercatori aveva un obiettivo ben preciso: stimarne la diffusione a Brindisi, città con alto tasso di inquinamento.

Perciò sono stati tenuti sotto osservazione i neonati da zero a 28 giorni di età, nati tra il 2001 e il 2009, da madri residenti in Brindisi, ovunque abbiano partorito, dimessi con una diagnosi di anomalia congenita.

I casi sono stati classificati in vaste categorie e validati con un database di terapia intensiva neonatale. Sono state quindi comparate la prevalenza delle anomalie congenite registrate a Brindisi con quelle riportate dalla rete di sorveglianza europea sulle anomalie congenite (Eurocat).

Lo studio è il prodotto di una collaborazione interistituzionale che vede in primo piano l’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Lecce e di Pisa (che da anni lavora su aspetti sanitari di notevole rilevanza pubblica), l’Unità operativa di Neonatologia dell’ospedale Perrino di cui è responsabile Giuseppe Latini, la Asl Br e l’Università di Pisa. Ne sono autori: Emilio Gianicolo, Antonella Bruni, Enrico Rosati, Saverio Sabina, Roberto Guarino, Anna Pierini, Gabriella Padolecchia, Carlo Leo, Maria Angela Vigotti, Maria Grazia Andreassi e Giuseppe Latini (che ha dato l’input allo studio sulla base dei dati osservati nel suo reparto).

L’esito dell’indagine è di notevole rilievo perché, per la prima volta, nel capoluogo si ha la misura di un indicatore sanitario, le malformazioni congenite, diverso dalla mortalità o dai ricoveri per malattie neoplastiche o di altro tipo. I dati sono stati verificati incrociandoli con altri disponibili presso l’Utin (unità di terapia intensiva neonatale) di Brindisi dal 1986.

Vediamo nello specifico.

Sono state registrate un totale di 176 anomalie su 7.644 neonati, osservando una percentuale di prevalenza di 230 casi su 10. 000 nati vivi, approssimativamente 18% in più rispetto al dato riportato dal registro europeo.

L’eccesso osservato per le anomali cardiovascolari è maggiore, quasi il 68%.

Sono stati gli stessi ricercatori, nell’esporre gli esiti dello studio, a suggerire l’opportunità di raccogliere i casi registrati negli ospedali al fine di stimare le loro prevalenza tra i neonati.

«Abbiamo osservato una più alta presenza di anomalie congenite a Brindisi - si legge nelle conclusioni dello studio - specialmente per le cardiopatie congenite, dopo averla confrontata con la media europea».


[v. cord. arc.]

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