4 febbraio 2012

Brindisi Bene Comune sulla questione bonifiche.

Negli ultimi giorni si è riacceso il dibattito sulla questione delle bonifiche a Brindisi a seguito di una richiesta che il Consorzio ASI ha prodotto al ministero dell’Ambiente e dopo l’Audizione che lo stesso Ministro Clini ha tenuto il primo febbraio dinanzi la commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.


Di bonifiche si parla da anni a Brindisi e su di esse si gioca una partita importante che avrà un forte impatto nel bene o nel male sul futuro di Brindisi. E’ più che opportuno per noi di Brindisi Bene Comune fare e pretendere chiarezza su tale vicenda. 

Un primo punto da monitorare attentamente è la vicenda delle bonifiche connessa agli impianti del gruppo ENI. Da tempo ENI ha proposto al Ministero dell’Ambiente di chiudere la vicenda delle bonifiche ambientali con una transazione globale che riguarda complessivamente i nove siti italiani in cui è presente, compresa Brindisi, del valore di circa 2,3 miliardi di euro. Il settimanale Espresso in una sua inchiesta dello scorso ottobre segnala come il Ministero dell’Ambiente accettando tale proposta cancellerebbe con un colpo di spugna ogni contenzioso ed ogni possibilità di risarcimento a fronte di una cifra ridicola. 

Un cifra ridicola perché in realtà ci vorrebbero 20 miliardi di euro. A titolo di esempio solo a Crotone una perizia del Ministero dell’Ambiente valuta in 1,9 miliardi di euro i danni nell’ ex fabbrica di Pratola Sud, danni che con le richieste di risarcimento porterebbero il conto a circa 3 miliardi di euro. 
Situazione che si ripeterebbe in ognuno dei nove siti. Anche qui a Brindisi ENI non può pensare di cavarsela con 200 milioni di euro, pochi spiccioli a confronto dei danni che probabilmente si possono quantificare vista l’estensione degli impianti in circa 2 miliardi di euro.

Occorre quindi vigilare e pretendere che le Regione, Provincia e Comune non accettino questa umiliazione che porrebbe una pietra tombale sul futuro della zona industriale di Brindisi. 

Nessun colpo di spugna, nessun condono è ammissibile. L’ENI deve integralmente farsi carico dei costi di bonifica e dei danni che abbiamo subito. Una partita che non si può chiudere con 200 milioni di euro. Occorre quindi formulare una valutazione dei costi per la bonifica e chiedere i danni. Noi di Brindisi Bene Comune pensiamo che occorra una cifra vicina ai due miliardi di euro, una cifra importante che consentirebbe di far ripartire l’economia del nostro territorio. 

Vogliamo fare chiarezza anche su un secondo punto legato alla vicenda delle bonifiche. 

Ci riferiamo alla vicenda della zona Micorosa, 40 ettari di discarica a cielo aperto situata a sud del petrolchimico nei pressi dell’oasi naturale delle Saline. Questa zona è interessata anche da un ordinanza sindacale emessa dal Sindaco Mennitti che ne vieta la fruizione per alto tasso di inquinamento. In quell’area sono infatti stati sversati immense quantità di fanghi provenienti dal petrolchimico e dalle caratterizzazioni dell’area, costate quasi un milione di euro, si è evidenziata la presenza di benzene, arsenico, dicloroetilene, cloruro di vinile in quantità impressionanti. 
Nell’ultima assemblea ASI, in cui erano presenti anche Comune e Provincia, in preparazione di un incontro con il Ministero dell’Ambiente, si è deciso di chiedere che le risorse stanziate siano impiegate per bonificare l’area Micorosa. 

Noi invece chiediamo che la Provincia che ha la competenza sull’ambiente chiami al risarcimento dei danni la società Micorosa che possiede i terreni e la discarica in questione. 

Da una visura camerale risulta tra i soci della società oggi in liquidazione il signor Massimo Ferrarese. Chiediamo se è lo stesso Massimo Ferrarese Presidente della Provincia? 

E se si, non pensa il Presidente che ci sia un conflitto di interessi, visto che la Provincia dovrebbe insieme al Ministero dell’Ambiente chiamare la Micorosa srl al risarcimento del danno? 

Perché nessuno ha fatto questa richiesta? Chi deve pagare i danni procurati nella zona Micorosa? Forse al solito lo Stato ovvero tutti noi? Sulla vicenda delle bonifiche noi vigileremo affinchè né Eni né i privati che hanno inquinato possano scaricare i costi dei danni inferti alla nostra comunità sulla collettività.

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