23 novembre 2014

GRANDE PARTECIPAZIONE NELLA PRIMA EDIZIONE DEL "VELENI TOUR"

Posti esauriti sull'autobus che sabato scorso, alle ore 9.30, è partito da via Spalato per percorrere le 5 tappe del VELENI TOUR, all’interno della zona industriale brindisina. Diversi ospiti provenienti da ambiti istituzionali, scientifici e scolastici ma anche della cultura e del giornalismo insieme a tanti cittadini hanno condiviso un viaggio in una periferia tre volte più grande della città, che nemmeno i residenti  stessi conoscono a fondo. Scopo del tour, che ha visto la partecipazione anche del fotografo Conohar Scott, fondatore del collettivo Environmental Resistance, non era quello di presentare una realtà sullo stato del nostro territorio, ma piuttosto quello di andare a scoprirlo insieme, condividendo suggestioni e punti di vista. 

Un tour che non fosse una sorta di “convegno mobile“,  ma un ‘esperienza di socializzazione in un clima informale che portasse tutti i passeggeri, molto diversi tra loro per il ruolo professionale svolto, sullo stesso piano rispetto alla percezione di quella realtà drammatica che andavamo a visitare.


Prima tappa la spiaggia di Sant'Apollinare, situata nel porto medio poco oltre canale Pigonati, alla quale si è arrivati costeggiando lo zuccherifico SFIR con annessa centrale a biomasse. Sant’Apollinare  era la spiaggia dei brindisini con diversi lidi funzionanti già dagli inizi del ‘900. Oggi l’Autorità Portuale col benestare di comune e regione hanno deciso di avvallare un progetto che prevede una “connessione con le banchine di costa morena ovest , realizzando così un’unica cinta doganale.  

Seconda fermata al Terminal di Costa Morena dove attraccano le navi carboniere e petroliere fino a 80.000 tonnellate di stazza, e da dove parte il sistema di movimentazione con un nastro trasportatore che taglia le campagne fino a Cerano, 18 km. più a sud. 

Terza tappa Edipower: vecchio catorcio entrato in servizio nel 1969 che, a poche centinaia di metri dal centro cittadino, ha bruciato per decenni olio combustibile ad alto tenore di zolfo e carbone. Oggi l’impianto è fermo ma la nuova proprietaria A2A vorrebbe riattivare la produzione di energia utilizzando come combustibile il carbone e l’ecoergite, un derivato dal ciclo dei rifiuti, con un piano industriale che prevedere di bruciare 75.000 tonnellate di ecoergite prodotta da oltre 100mila tonnellate di rifiuti in co-combustione con oltre 600 tonnellate di carbone. Pura follia!


L'autobus si rimette in marcia  fino a Capobianco in cui doveva sorgere il rigassificatore, luogo per sempre sfregiato dalla colmata realizzata dalla British Gas  e confiscata dal tribunale nel 2012. Si prosegue. Punta di Torre Cavallo davanti alla nota torcia di Versalis, circondiamo il Petrolchimico, fino alla centrale elettrica a ciclo combinato di Enipower,  la discarica di rifiuti industriali di Micorosa alle spalle e la Centrale a Carbone di Cerano che spunta chiara all'orizzonte.

Proprio la discarica Micorosa è stato l’argomento di confronto con il sindaco Consales , con il quale si è creata una accesa discussione sul progetto della messa in sicurezza e i ridicoli finanziamenti , sempre e comunque a carico dello Stato e non delle aziende.

Di ritorno da Micorosa c’è stata la fermata all'impianto di stoccaggio di GPL dell'IPEM passando per la discarica di rifiuti pericolosi di Termomeccanica.


Durante il tour c’è stata anche la presentazione del  libro fotografico nato dalla collaborazione dei No al Carbone con Conohar Scott, contenente le immagini di un reportage che l'autore irlandese ha effettuato lo scorso anno durante un periodo di permanenza a Brindisi di circa un mese. “Ero venuto per documentare e raccogliere materiale per uno studio sugli effetti del carbone, ma ho scoperto che Brindisi ha molti altri problemi causati da un rilevante numero di impianti pericolosi”.



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