Posti esauriti sull'autobus che sabato scorso, alle ore 9.30, è partito da via Spalato per percorrere le 5 tappe del VELENI TOUR, all’interno
della zona industriale brindisina. Diversi ospiti provenienti da ambiti
istituzionali, scientifici e scolastici ma anche della cultura e del
giornalismo insieme a tanti cittadini hanno condiviso un viaggio in una
periferia tre volte più grande della città, che
nemmeno i residenti stessi conoscono a
fondo. Scopo del tour, che ha visto la
partecipazione anche del fotografo Conohar Scott, fondatore del collettivo
Environmental Resistance, non era quello di presentare una realtà sullo
stato del nostro territorio, ma piuttosto quello di andare a scoprirlo insieme,
condividendo suggestioni e punti di vista.
Un tour che non fosse una sorta
di “convegno mobile“, ma un ‘esperienza
di socializzazione in un clima informale che portasse tutti i passeggeri, molto
diversi tra loro per il ruolo professionale svolto, sullo stesso piano rispetto alla percezione di quella realtà drammatica che andavamo a visitare.
Prima tappa la spiaggia di Sant'Apollinare, situata nel porto medio poco oltre canale Pigonati, alla quale si è arrivati costeggiando lo zuccherifico SFIR con annessa centrale a biomasse. Sant’Apollinare era la spiaggia dei brindisini con diversi lidi funzionanti già dagli inizi del ‘900. Oggi l’Autorità Portuale col benestare di comune e regione hanno deciso di avvallare un progetto che prevede una “connessione con le banchine di costa morena ovest , realizzando così un’unica cinta doganale.
Seconda fermata al Terminal di Costa
Morena dove attraccano le navi carboniere e petroliere fino a 80.000 tonnellate
di stazza, e da dove parte il sistema di movimentazione con un nastro
trasportatore che taglia le campagne fino a Cerano, 18 km. più a sud.
Terza tappa Edipower: vecchio
catorcio entrato in servizio nel 1969 che, a poche centinaia di metri dal
centro cittadino, ha bruciato per decenni olio combustibile ad alto tenore di
zolfo e carbone. Oggi l’impianto è fermo
ma la nuova proprietaria A2A vorrebbe riattivare la produzione di energia
utilizzando come combustibile il carbone e l’ecoergite, un derivato dal ciclo
dei rifiuti, con un piano industriale che prevedere di bruciare 75.000
tonnellate di ecoergite prodotta da oltre 100mila tonnellate di rifiuti in
co-combustione con oltre 600 tonnellate di carbone. Pura follia!
L'autobus si rimette in marcia fino
a Capobianco in cui doveva sorgere il rigassificatore, luogo per sempre
sfregiato dalla colmata realizzata dalla British Gas e confiscata dal tribunale nel 2012. Si
prosegue. Punta di Torre Cavallo davanti
alla nota torcia di Versalis, circondiamo il Petrolchimico, fino alla centrale
elettrica a ciclo combinato di Enipower, la discarica di rifiuti industriali di
Micorosa alle spalle e la Centrale a Carbone di Cerano che spunta chiara
all'orizzonte.
Proprio la discarica Micorosa è
stato l’argomento di confronto con il sindaco Consales , con il quale si è
creata una accesa discussione sul progetto della messa
in sicurezza e i ridicoli finanziamenti , sempre e comunque a carico dello Stato
e non delle aziende.
Di ritorno da Micorosa c’è stata
la fermata all'impianto di stoccaggio di GPL dell'IPEM passando per la
discarica di rifiuti pericolosi di Termomeccanica.
Durante il tour c’è stata anche
la presentazione del libro fotografico
nato dalla collaborazione dei No al Carbone con Conohar Scott, contenente le
immagini di un reportage che l'autore irlandese ha effettuato lo scorso anno
durante un periodo di permanenza a Brindisi di circa un mese. “Ero venuto per
documentare e raccogliere materiale per uno studio sugli effetti del carbone,
ma ho scoperto che Brindisi ha molti altri problemi causati da un rilevante
numero di impianti pericolosi”.
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