La collaborazione del movimento No al carbone al progetto "Environmental Resistance" in un libro che scandaglia la zona industriale di Brindisi.
Quella che segue è la traduzione di un' intervista al Dr. Conohar Scott, fondatore del collettivo e artista in sede presso il Centre for Environmental and Marine Science.
Quella che segue è la traduzione di un' intervista al Dr. Conohar Scott, fondatore del collettivo e artista in sede presso il Centre for Environmental and Marine Science.
Intervista con Dr.
Conohar Scott di ‘Environmental Resistance’.
Environmental Resistance è un collettivo composto da artisti, scienziati e
professionisti che condividono una vasta gamma di
competenze. Collaborano su progetti che mettono insieme l'arte e la
scienza per protestare contro episodi di inquinamento ambientali provocati
dalla grande industria a livello internazionale. Il collettivo è
nato nel 2013 durante il corso del progetto su Brindisi effettuato con il movimento No al carbone. Mi
sono reso conto del bisogno di collaborare con altri professionisti, con delle
capacità in campi diversi del mio, e ho sentito il dovere di riconoscere
pubblicamente, attraverso la fondazione del collettivo, il fatto che il progetto non sarebbe stato portato al successo
senza il loro coinvolgimento. Questo
progetto costituiva la parte pratica dei miei studi per il dottorato, sul
ruolo del fotografo come attivista ambientale, che ho appena completato
all’università di Loughborough. Adesso sono artista in sede presso il Centre
for Environmental e Marine Science (Università di Hull). I miei collaboratori
attuali includono il Dr.Will Mayes, professore e ricercatore al Centre for
Environmental and Marine Science (sempre all’università di Hull), Victoria
Redman, grafica freelance e docente universitaria alle sedi universitarie di
Loughborough e di Derby, e Emma Ward, traduttrice, e interpreter. Il
progetto più recente del collettivo ci ha visto collaborare con il NAC per creare
un libro che mette insieme i risultati di vari studi scientifici eseguiti sul
territorio Brindisino, con delle immagini che ho scattato nella zona industriale di
Cerano.
2. Qual è stato il tuo ruolo in questo progetto?
Io sono il fondatore del
collettivo, e dirigo i progetti; oltre che essere accademico e attivista, sono
anche un artista fotografico. Lo scopo di Environmental Resistance è quello di
aiutare gruppi di attivisti tramite un servizio. Un servizio che ha preso la
forma, in quest’istanza, dell’utilizzo di tecniche molto sofisticate di
creazione d’immagini e arte grafica, per poter tradurre in modo visivo la ricca
gamma di ricerca scientifica sulla minaccia all’ambiente che affronta Brindisi,
provocata dalla grande industria presente nella zona industriale. Abbiamo deciso di produrre un libro
interattivo, che combina l’arte con dei studi scientifici che confermano il
nostro argomento (si possono visionare questi studi su internet tramite codici
QR). E’ stato il modo più efficace per evidenziare i problemi ai quali ho
assistito a Brindisi.
3. Perché
hai deciso di occuparti di Brindisi?
Sono stato informato
della lotta di No al Carbone da conoscenti comuni nell' ambito artistico; In
passato, NAC ha lavorato con svariati artisti e curatori, e come gruppo di
attivisti si è mostrato sempre estremamente aperto a collaborazioni nuove, e
creative, come mezzo per educare il pubblico e coinvolgerlo nella lotta
continua per chiudere le centrali a carbone di Brindisi, avvicinandosi invece
all’utilizzo di soluzioni energetiche più ecologiche e sostenibili.
sul sito Environmentalresistance.org
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