13 novembre 2014

NO AL CARBONE NEL PROGETTO "ENVIRONMENTAL RESISTANCE"


La collaborazione del movimento No al carbone al progetto "Environmental Resistance" in un libro che scandaglia la zona industriale di Brindisi.


Quella che segue è la traduzione di un' intervista al Dr. Conohar Scott, fondatore del collettivo e artista in sede  presso il Centre for Environmental and Marine Science.




Intervista con Dr. Conohar Scott di ‘Environmental Resistance’.



1. Conohar,  cos’è Environmental Resistance?

Environmental Resistance è un collettivo composto da artisti, scienziati e professionisti che condividono una vasta gamma di competenze. Collaborano su progetti che mettono insieme l'arte e la scienza per protestare contro episodi di inquinamento ambientali provocati dalla grande industria a livello internazionale.  Il collettivo è nato nel 2013 durante il corso del progetto su Brindisi effettuato con il movimento No al carbone. Mi sono reso conto del bisogno di collaborare con altri professionisti, con delle capacità in campi diversi del mio, e ho sentito il dovere di riconoscere pubblicamente, attraverso la fondazione del collettivo, il fatto che il progetto non sarebbe stato portato al successo senza il loro coinvolgimento.  Questo progetto costituiva la parte pratica dei miei studi per il dottorato, sul ruolo del fotografo come attivista ambientale, che ho appena completato all’università di Loughborough. Adesso sono artista in sede presso il Centre for Environmental e Marine Science (Università di Hull). I miei collaboratori attuali includono il Dr.Will Mayes, professore e ricercatore al Centre for Environmental and Marine Science (sempre all’università di Hull), Victoria Redman, grafica freelance e docente universitaria alle sedi universitarie di Loughborough e di Derby, e Emma Ward, traduttrice, e interpreter.  Il progetto più recente del collettivo ci ha visto collaborare con il NAC per creare un libro che mette insieme i risultati di vari studi scientifici eseguiti sul territorio Brindisino, con delle immagini che ho scattato nella zona industriale di Cerano.



2. Qual è stato il tuo ruolo in questo progetto?

Io sono il fondatore del collettivo, e dirigo i progetti; oltre che essere accademico e attivista, sono anche un artista fotografico. Lo scopo di Environmental Resistance è quello di aiutare gruppi di attivisti tramite un servizio. Un servizio che ha preso la forma, in quest’istanza, dell’utilizzo di  tecniche molto sofisticate di creazione d’immagini e arte grafica, per poter tradurre in modo visivo la ricca gamma di ricerca scientifica sulla minaccia all’ambiente che affronta Brindisi, provocata dalla grande industria presente nella zona industriale.  Abbiamo deciso di produrre un libro interattivo, che combina l’arte con dei studi scientifici che confermano il nostro argomento (si possono visionare questi studi su internet tramite codici QR). E’ stato il modo più efficace per evidenziare i problemi ai quali ho assistito a Brindisi.



 3.  Perché hai deciso di occuparti di Brindisi?

Sono stato informato della lotta di No al Carbone da conoscenti comuni nell' ambito artistico; In passato, NAC ha lavorato con svariati artisti e curatori, e come gruppo di attivisti si è mostrato sempre estremamente aperto a collaborazioni nuove, e creative, come mezzo per educare il pubblico e coinvolgerlo nella lotta continua per chiudere le centrali a carbone di Brindisi,  avvicinandosi invece all’utilizzo di soluzioni energetiche più ecologiche e sostenibili.


Il testo è consultabile a questo link
http://issuu.com/noalcarbone 

sul sito Environmentalresistance.org 
environmental-resistance.org
 

La versione in PDF è scaricabile sul nostro blog a questo link  




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