Quello che sembra caratterizzare Brindisi, ma non solo, è la disarmante
lentezza nelle reazioni da parte dei cittadini e istituzioni, ma soprattutto
della politica, a seguito di fatti accertati che danneggiano le popolazioni.
Sono rimaste inascoltate negli anni le denunce delle associazioni, ignorati gli
esposti presentati alla magistratura, disperse le indagini per illegalità di
tutti i tipi, ignorate le normative intervenute nel tempo a tutela dell’ambiente e della salute e minimizzati i
reati con le poche sentenze emesse. Così come sono rimasti finora sulla carta
gli studi scientifici dei ricercatori pubblicati negli anni e poco scalpore
sembra aver generato l’ultima indagine epidemiologica conclusa dal Centro
Salute e Ambiente regionale. Oppure, molti proclami e nessuna azione concreta,
almeno per quanto riguarda una centrale a carbone come quella di Cerano.
“Sono numerose le evidenze scientifiche circa un
impatto negativo sulla salute delle popolazioni vicine ad impianti energetici
ed in particolare a quelli che hanno come combustibile il carbone” dichiarava
l’Ordine dei Medici della provincia di Brindisi in una lettera aperta del 2014.
E ancora: “Se la prova del nesso causale esposizioni ambientali/patologie,
sotto il profilo della rilevanza penale, è materia che riguarda la
magistratura, il processo penale e i suoi attori, il fondamentale principio di
prevenzione impone invece a tutta la comunità brindisina, a partire dai
protagonisti della scena politico-istituzionale, di adottare e valorizzare
politiche di tutela dell’ambiente e della salute pubblica di questa città,
incentrate su un cospicuo abbattimento di tutte le sostanze “sospettate” di
incidere negativamente sulla salute delle persone”.
Noi oggi aggiungiamo: CHIUDERE, o meglio accelerare
la chiusura perché, in verità, la chiusura della centrale di Cerano è già
prevista entro il 2030. Ma per noi è troppo tardi. L’ultimo scandalo delle
ceneri contaminate è stato davvero troppo. A nostro parere è necessario avviare
una politica energetica di Brindisi, che coinvolga anche le Istituzioni
regionali e nazionali, atta ad avviare un processo di chiusura di questo
impianto - perché non crediamo assolutamente alla favola della riconversione a
gas - e avviare in fretta le bonifiche con un valido progetto per il recupero e
la rivalorizzazione del territorio.
Per questo vi invitiamo a partecipare alla manifestazione
che abbiamo indetto per il 28 ottobre prossimo a partire dalle ore 15.00, nei
pressi della centrale di Cerano, chiedendo un vostro contributo attivo. La
presenza di singoli cittadini, associazioni ed istituzioni sarebbe un bel
segnale per ripartire.
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