Sul sito dell’Airtum – Associazione Italiana Registri Tumori – sono
già disponibili gli atti del convegno che si terrà a Taranto dal 9
all’11 aprile 2014. Tra le comunicazioni c’è quella di Cannone e
colleghi dal titolo “Incidenza dei tumori maligni infantili in Puglia, anni 2003-2008“.
Gli autori, prendendo come riferimento l’insieme dei registri
italiani, riportano un eccesso di tumori in tutta la regione tra i
bambini e le bambine di età compresa tra 0 e 14 anni (+8%, non
statisticamente significativo). L’eccesso è elevato e significativo tra i
bambini le bambine della provincia Taranto: +35%.
Viene riportato anche un eccesso non statisticamente significativo (+8%) per la provincia di Brindisi e per la BAT ed un tasso al di sotto della media nazionale a Lecce.
Nel caso di Taranto, l’eccesso, pur non essendo stato
correlato dagli autori in maniera diretta a fenomeni di inquinamento,
ricalca, tuttavia, quanto già emerso nello studio condotto nel quadro
dell’incidente probatorio ordinato dal GIP del Tribunale di Taranto,
dott.ssa Todisco. Si deve anche osservare che nello stesso studio
condotto in sede giudiziaria i tumori infantili rappresentavano appena
l’1% delle cause di ricoveri dei soggetti di età tra 0 e 14 anni ed i
casi attribuibili alle polveri PM10 di origine industriale erano 17
contro i 638 dovuti a malattie respiratorie. Ciò semplicemente per
sostenere che i tumori infantili sono la punta di un “iceberg” della
malattia e della soffernza ambientale molto più vasto e profondo.
Nel caso di Brindisi, il dato, comunque, non può
essere ignorato. Infatti, se da un lato un’osservazione più lunga potrà
conferire significatività all’indicatore, esso si inserisce in un
contesto sanitario e ambientale già descritto in altri studi come
critico.
Le autorità interessate alla tutela della salute collettiva
dovrebbero chiedere di conoscere il tasso nei capoluoghi per
confrontarli con quelli dell’intera provincia (al netto del capoluogo)
dal momento che questo “zoom” in altri casi fornisce dati significativi a
danno della popolazione della città (vedi codici di esenzione per
tumori e il recente studio sulla maggiore prevalenza di BPCO nelle donne
della città di Brindisi rispetto al resto della provincia).
Ad ogni modo, qualunque sia la lettura che si vorrà dare ai risultati
preliminari del registro tumori, c’è una considerazione che può avere
una valenza enorme, non solo in sede scientifica o nelle aule
universitarie: i tumori in età infantile possono riflettere esposizioni
ambientali anche recenti.
Questo ulteriore dato di evento avverso sanitario in presenza di
valori di macroinquinanti all’interno dei limiti di legge, richiede un
urgente intervento delle autorità sanitarie, ambientali e della Procura
della Repubblica.
Nessun commento:
Posta un commento