Si è svolto a Brindisi il 21-22 novembre
scorsi il convegno nazionale della FNOMCeO, in collaborazione con
l'Ordine degli Avvocati e l'ISDE (International Society of Doctors for
Environment) su Ambiente e Salute: criticità in epidemiologia e legislazione,
con la presenza di relatori provenienti anche da importanti enti extra
regionali come ARPA Emilia Romagna, ISDE, ARPA Piemonte, Università di
Brescia.
A conclusione del convegno si è convenuto di elaborare un documento, sulla base del recente Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018, da proporre, con il sostegno della FNOMCeO, alle Istituzioni nazionali e regionali e che affronti le seguenti questioni:
1. L' esigenza di cominciare a superare la separazione delle politiche sanitarie e ambientali, mediante la necessaria integrazione, almeno funzionale, tra strutture sanitarie (Dipartimenti di Prevenzione ) e ambientali ( ARPA).
2. La VIS (Valutazione Impatto Sanitario) come indispensabile procedura prospettica di prevenzione per la tutela della salute nella valutazione di determinate attività antropiche.
3. La rete di medici sentinella come sistema di sorveglianza e di advocacy per le patologie ambiente-correlate.
Il Documento dovrà anche affrontare la questione della responsabilità civile e penale dei "reati ambientali", evidenziando la necessità di superare i limiti oggi vigenti: il concetto dei valori soglia dei cancerogeni, la contravvenzione come pena, la possibilità e le modalità della prescrizione del reato ambientale.
La VIS è sicuramente uno strumento utile in fase di valutazione preventiva alla installazione di un nuovo impianto. Ma spesso ci si trova a fronteggiare situazioni di grave inquinamento e di danno alla salute nelle quali si vogliono introdurre nuove attività inquinanti. E' necessario quindi, prima di ogni nuova installazione, conoscere l'entità del danno prodotto.
Dal dibattito è emerso il ritardo delle istituzioni meridionali nella valutazione del danno da inquinamento alle popolazioni per la mancata applicazione di metodologie epidemiologiche ben note ed utilizzate in altre regioni, alcune illustrate anche durante il convegno. Si tratta di un ritardo in parte culturale ma sicuramente determinato dalla volontà politica della classe dirigente di occultare i danni da inquinamento. Nel dibattito è emerso anche il divario con altre realtà industriali del Nord dove per analoghi rischi e patologie si sono celebrati processi giudiziari e sono state inflitte condanne.
Dal link di seguito è possibile scaricare alcune presentazioni del Convegno, il Piano Nazionale della Prevenzione e gli audio degli interventi del Prof Lugi Masera (Il ruolo dell'evidenza epidemiologica nel processo penale) e dell'Avv. Stefano Palmisano (La difesa del popolo inquinato: il ruolo del diritto penale)
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