15 aprile 2016

FONTI FOSSILI E GOVERNATORI FOSSILI

Il 17 Aprile si andrà a votare per il referendum sulla durata temporale delle trivellazioni entro 12 miglia dalla costa per decidere se, una volta arrivate a scadenza, le concessioni debbano essere revocate o continuare fino ad esaurimento del giacimento.
Le ragioni del SI’ sono state ampiamente argomentate nel merito, ma votare SI’ ha anche un valore simbolico. Votare SI’ significa dire in maniera ferma e decisa al Governo Renzi che tipo di futuro vogliamo, un futuro libero dal vecchio paradigma energetico legato alle fonti fossili, un futuro basato sull’energia pulita ma soprattutto un futuro basato su politica e coscienze pulite.
Non è vero che non è possibile, questo futuro è già in atto nel mondo. Dal Canada agli Stati Uniti, o in Francia dove proprio pochi giorni fa la ministra dell’Ambiente e dell’Energia, Ségolène Royal, ha comunicato la decisione di mettere immediatamente in atto una moratoria sulle ricerche di idrocarburi nel Mediterraneo perché è troppo alto il rischio di disastri ambientali, e in tanti altri paesi del mondo che stanno attuando politiche per convertire economie e produzione industriale in senso verde. 
Questo succede nel mondo, e in Italia?
In Italia il governo risponde a questi impegni continuando ad utilizzare le fonti fossili, difendendo le lobby petrolifere per seguire una linea diametralmente opposta a quelli che sono i vincoli degli accordi di Parigi della COP21. Un governo fossile guidato da Renzi che invita all’astensionismo confermando così la propria malafede e la propria connivenza con le multinazionali fossili. Insomma un governo con le mani in pasta. 
Questo succede in Italia. E a Brindisi?
A Brindisi la linea è pressoché la stessa del governo e la candidatura di un uomo dell’Enel alle prossime elezioni amministrative ne è la palese dimostrazione. Una città ed un territorio circostante da troppo tempo governati da Enel, azienda che oggi osa fare un vergognoso “salto di qualità” piazzando direttamente il Presidente dell’Enel Basket Brindisi alla candidatura a sindaco, con un colpo di mano operato attraverso Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia.
 
Un governatore fossile che si muove secondo un assioma del tutto simile a quello del governo nazionale, che da un lato sottoscrive gli accordi di Parigi sul clima e dall’altro con lo Sblocca Italia dà invece via libera a trivellazioni, inceneritori, gasdotti ecc., esautorando gli enti locali delle loro prerogative di governo e tutela del proprio territorio.
Un governatore fossile che, mentre si atteggia da ambientalista esaltando l’industria del turismo contro le trivellazioni, allo stesso tempo si fa ostinato promotore di TAP a Brindisi, città da lui stesso definita “strainquinata” e dunque a suo parere condannata anche ad essere sacrificata come approdo naturale per il gasdotto, senza invece muovere un dito per avviare le bonifiche che aspettiamo da anni.
Un governatore fossile che getta la maschera riguardo alla sua idea di Brindisi e si fa promotore della candidatura di un uomo Enel per governarla.

Per Emiliano i concetti di turismo, tutela del paesaggio e dell’ambiente per Brindisi non sono contemplati. Non apparteniamo alla Puglia da valorizzare e tutelare, ma a quella da sfruttare e da tenere sotto controllo della monocultura dell’industria pesante. Così come per Renzi il Sud non è Italia ma una colonia da depredare, in sfregio alle sue bellezze e alla sua natura, Brindisi (e Taranto) sono per Emiliano sgabuzzini dove infilare tutte le nefandezze ambientali e fossili di questa regione.
Presidente Emiliano, se lei ha capito che è l’industria del turismo (e aggiungiamo noi quella dell’agroalimentare e della trasformazione insieme alla manifatturiera di qualità) il futuro della Puglia, non può non aver capito che la Puglia intera deve fare sistema (e tutto il Sud) e non possono esserci figli e figliastri.
A Brindisi, come in Basilicata, politici “esterni” decidono quali mani devono disegnare il destino di interi territori, calpestando la dignità e il diritto di autodeterminazione della gente che li abita, la volontà di cambiare rotta per dare un’altra possibilità a questa terra e ai suoi figli, con un nuovo progetto verso uno sviluppo lontano da vecchie logiche e da vecchie connivenze.
Lasciate libere queste terre, siamo certi che sapranno stupirvi, siamo certi che sapranno rinascere.

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