Il 17 Aprile si andrà a votare per il referendum sulla durata
temporale delle trivellazioni entro 12 miglia dalla costa per decidere
se, una volta arrivate a scadenza, le concessioni debbano essere
revocate o continuare fino ad esaurimento del giacimento.
Le
ragioni del SI’ sono state ampiamente argomentate nel merito, ma votare
SI’ ha anche un valore simbolico. Votare SI’ significa dire in maniera
ferma e decisa al Governo Renzi che tipo di futuro vogliamo, un futuro
libero dal vecchio paradigma energetico legato alle fonti fossili, un
futuro basato sull’energia pulita ma soprattutto un futuro basato su
politica e coscienze pulite.
Non è vero che non è possibile,
questo futuro è già in atto nel mondo. Dal Canada agli Stati Uniti, o in
Francia dove proprio pochi giorni fa la ministra dell’Ambiente e
dell’Energia, Ségolène Royal, ha comunicato la decisione di mettere
immediatamente in atto una moratoria sulle ricerche di idrocarburi nel
Mediterraneo perché è troppo alto il rischio di disastri ambientali, e
in tanti altri paesi del mondo che stanno attuando politiche per
convertire economie e produzione industriale in senso verde.
Questo
succede nel mondo, e in Italia?
In Italia il governo risponde a
questi impegni continuando ad utilizzare le fonti fossili, difendendo le
lobby petrolifere per seguire una linea diametralmente opposta a quelli
che sono i vincoli degli accordi di Parigi della COP21. Un governo
fossile guidato da Renzi che invita all’astensionismo confermando così
la propria malafede e la propria connivenza con le multinazionali
fossili. Insomma un governo con le mani in pasta.
Questo succede in
Italia. E a Brindisi?
A Brindisi la linea è pressoché la stessa
del governo e la candidatura di un uomo dell’Enel alle prossime elezioni
amministrative ne è la palese dimostrazione. Una città ed un territorio
circostante da troppo tempo governati da Enel, azienda che oggi osa
fare un vergognoso “salto di qualità” piazzando direttamente il
Presidente dell’Enel Basket Brindisi alla candidatura a sindaco, con un
colpo di mano operato attraverso Michele Emiliano, governatore della
Regione Puglia.
Un governatore fossile che si muove secondo un
assioma del tutto simile a quello del governo nazionale, che da un lato
sottoscrive gli accordi di Parigi sul clima e dall’altro con lo Sblocca
Italia dà invece via libera a trivellazioni, inceneritori, gasdotti
ecc., esautorando gli enti locali delle loro prerogative di governo e
tutela del proprio territorio.
Un governatore fossile che, mentre
si atteggia da ambientalista esaltando l’industria del turismo contro
le trivellazioni, allo stesso tempo si fa ostinato promotore di TAP a
Brindisi, città da lui stesso definita “strainquinata” e dunque a suo
parere condannata anche ad essere sacrificata come approdo naturale per
il gasdotto, senza invece muovere un dito per avviare le bonifiche che
aspettiamo da anni.
Un governatore fossile che getta la maschera
riguardo alla sua idea di Brindisi e si fa promotore della candidatura
di un uomo Enel per governarla.
Per Emiliano i concetti di
turismo, tutela del paesaggio e dell’ambiente per Brindisi non sono
contemplati. Non apparteniamo alla Puglia da valorizzare e tutelare, ma a
quella da sfruttare e da tenere sotto controllo della monocultura
dell’industria pesante. Così come per Renzi il Sud non è Italia ma una
colonia da depredare, in sfregio alle sue bellezze e alla sua natura,
Brindisi (e Taranto) sono per Emiliano sgabuzzini dove infilare tutte le
nefandezze ambientali e fossili di questa regione.
Presidente
Emiliano, se lei ha capito che è l’industria del turismo (e aggiungiamo
noi quella dell’agroalimentare e della trasformazione insieme alla
manifatturiera di qualità) il futuro della Puglia, non può non aver
capito che la Puglia intera deve fare sistema (e tutto il Sud) e non
possono esserci figli e figliastri.
A Brindisi, come in
Basilicata, politici “esterni” decidono quali mani devono disegnare il
destino di interi territori, calpestando la dignità e il diritto di
autodeterminazione della gente che li abita, la volontà di cambiare
rotta per dare un’altra possibilità a questa terra e ai suoi figli, con
un nuovo progetto verso uno sviluppo lontano da vecchie logiche e da
vecchie connivenze.
Lasciate libere queste terre, siamo certi che sapranno stupirvi, siamo certi che sapranno rinascere.
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