
Nella serata del 13 giugno 2016 intorno alle 21.00 la torcia di Punta di
Torre Cavallo di ENI-Versalis brucia tanto da rendere rosso e
lampeggiante il cielo di Brindisi, con una fiamma visibile a distanza di
molti chilometri. Sulle ripetute sfiammate delle torce ENI che vanno
continuamente in blocco abbiamo presentato diversi esposti. L’Arpa
comunica che in concomitanza con la fermata programmata dell'impianto di
cracking del petrolchimico, avvenuta fra il 30 e il 31 maggio, si sono
registrati picchi di benzene.

Il gruppo di
ricerca era guidato dal dott. Forastiere del Dipartimento di
Epidemiologia della Regione Lazio che aveva già condotto su Taranto uno
studio di coorte residenziale. In occasione di un incontro che abbiamo
avuto con la ASL di Brindisi nel mese di ottobre 2014, è stato
comunicato dalla Direzione che l'Azienda Sanitaria è impegnata
istituzionalmente nell’elaborazione dell'indagine. Sono passati quasi
due anni dall'avvio dello studio che doveva essere effettuato nell’area
di Carovigno, San Vito dei Normanni, Brindisi, Mesagne, San Pietro
Vernotico, Torchiarolo, Cellino San Marco, come previsto dalla delibera
regionale del 2013.

Vogliamo sapere cosa mangiamo e cosa
respiriamo. Vogliamo sapere perchè un territorio come il nostro debba
essere costretto ad aspettare i risultati di un'indagine epidemiologica
mai finita come la tela di penelope. Quanto ancora devono aspettare i
cittadini di Brindisi, di Torchiarolo, di S.Pietro e di tutti quei paesi
coinvolti dalle emissioni della più grande centrale a carbone italiana e
di un polo petrolchimico obsoleto che continua a produrre senza
controllo, per conoscere gli effetti nefasti sulla propria salute e su
quella dei propri figli. Perché i cittadini di questa terra, dopo aver
perso il diritto di determinare il proprio sviluppo economico, hanno
perso anche il diritto di conoscere il loro stato di salute..... a chi
fa paura quest'indagine epidemiologica?
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