La torcia del Petrolchimico è tornata a sfiammare, l'immagine
è impressionante, ma ciò che non si vede è assai peggiore. Ancora una volta
ARPA ci dirà che i valori sono nella norma ma anche quando si registrano
sforamenti non ci risultano né penalizzazioni per l'azienda, né tutele per i
cittadini. Intanto i brindisini continuano a vivere (e a morire) con
l'ingombrante presenza dei mostri che li avvelenano. E non è una semplice
supposizione. Abbiamo un archivio continuamente aggiornato con video e foto di
ogni sfiammata, abbiamo presentato un esposto in procura, abbiamo raccolto
migliaia di firme per avere un'indagine epidemiologica che confermasse ciò che
già si sapeva, che si viveva quotidianamente con il dramma della malattia e
della morte di parenti, amici, conoscenti. Abbiamo fatto presidi sotto la ASL
per chiedere che venissero resi noti i dati relativi. E finalmente lo studio
Forastiere ha sancito in maniera netta la responsabilità delle emissioni del
petrolchimico e delle centrali per l'incidenza di patologie e morti ad esse
collegate. Emissioni continue, inaccettabili.
Fu proprio l'attuale sindaco Rossi a consegnare quelle firme
a Consales, e a ribadire più volte che il sindaco ha il potere e l'obbligo di
tutelare la salute dei propri cittadini, anche chiedendo il blocco degli
impianti.
Il Sindaco Riccardo Rossi ha incontrato alcuni giorni fa la
dirigenza Eni Versalis per proporre l'apertura di un tavolo con la
partecipazione di tecnici del Comune. Si vuole discutere sull'introduzione
delle "migliori tecnologie" che impediscano il ripetersi degli ormai
consueti episodi di blocco del compressore e conseguente accensione della
torcia. Si discuta pure di questo per imporre misure urgenti, ma non bastano
più le solite inutili promesse di "ambientalizzazione", è necessario
porre le basi di una dismissione programmata di questi impianti obsoleti che
continuano indisturbati a fare danni al nostro territorio.
Poche settimane fa abbiamo anche appreso la notizia del
progetto per la costruzione di una nuova torcia a terra per la quale è stata
chiesta la Via . In un'epoca in cui la
plastica è nel mirino di tutti i Paesi che si adoperano per ridurla puntando
alla sua eliminazione, qui a Brindisi si continua a proporre come innovativi gli
investimenti su impianti anacronistici e impattanti che hanno bloccato e
bloccano uno sviluppo alternativo per questa città e che proseguono senza sosta
e impunemente a rendere insalubre l'aria che respiriamo.
Tra qualche giorno il Sindaco incontrerà anche l’AD di Enel
per discutere della centrale di Cerano. Si continua a parlare di “uscita dal
carbone” senza mai usare chiaramente la parola “chiusura” per cominciare ad
accantonare l'uso delle fonti fossili, come previsto dagli accordi
internazionali sottoscritti anche dall’ Italia . Chiusura e ripristino dei
luoghi, quindi, sia in considerazione dei danni sanitari causati dalle sue
emissioni (studi CNR e Forastiere) ma anche per il recupero di quella magnifica
porzione di costa sottratta alla collettività e deturpata. Si inizi quindi a
pensare anche alla bonifica verticale e orizzontale di quel paesaggio,
cominciando con l’eliminazione del nastro trasportatore e del camino.
Di questo e di molto altro avremmo voluto parlare con il
Sindaco prima degli importanti colloqui che avrebbe avuto con le varie realtà
industriali. Proporre le nostre idee in questa importante fase di avvio dei
lavori della nuova amministrazione in cui i programmi ed i propositi si vanno a
delineare come azioni concrete. Per questo motivo in data 24 luglio abbiamo
protocollato una richiesta di incontro per la quale, trascorsi due mesi, non
abbiamo ad oggi avuto ancora riscontro.
La voglia di cambiamento ha bisogno di risposte, di svolte
nette e di coraggio. Sappiamo bene che non è facile né immediato ma il
"nuovo modello di sviluppo" non può partire se le catene di quello
vecchio continuano a tenerci legati, avvelenandoci i polmoni, la vita e il
futuro di un territorio e della sua comunità.
Questa terra continua ad essere in vendita, sotto l'assedio
di vecchie e nuove "emergenze" che vogliono apparire
"normalità", vecchi e nuovi progetti calati dall'alto e imposti alla
cittadinanza. Non possiamo accettarlo, non lo faremo.
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