9 febbraio 2013

QUELLO CHE ENEL SCARICA NELLE ACQUE DI BRINDISI.

Circa dieci giorni fa abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Brindisi, che aveva come oggetto le vicende relative allagamento della trincea del nastro trasportatore e lo sversamento di acqua mista a carbone nel canale e nei terreni adiacenti. Una vicenda e dei fatti (dei quali è responsabile Enel) fuori da ogni logica e ragione prima ancora che fuori dalla legge. Ma Enel gli sversamenti li ha sempre fatti anche nei "cosidetti" limiti consentiti dalla legge....o almeno avrebbe dovuto. Riproponiamo questo articolo, pubblicato a luglio del 2010 su questo blog, a firma di Flavio Stasi del Forum Ambientalista Calabrese, che riportando i dati del Registro Europeo delle Emissioni evidenzia il grave impatto sul territorio di Enel e del suo carbone.

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In una cosa i dirigenti di Arpa Puglia, al cospetto dei dirigenti Enel,sono stati chiari: le falde acquifere della provincia di brindisi sono << inquinate e compromesse al 90%>>.
In pratica sono tossiche. Allo stesso tempo, però, la stessa agenzia regionale precisa che la causa non è da attribuirsi all'Enel, bensì è da ricercare nel petrolchimico e nelle industrie farmaceutiche del territorio.
Anche in questo caso non mettiamo in dubbio la parola di nessuno, saranno i cittadini a giudicare, ci prendiamo semplicemente la briga di sottolineare quanto riportato dai dati degli autorevoli registri europei, di pubblico dominio, quali  Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti (EPER, fino al 2005)Registro Europeo Emissioni e Trasferimenti di Sostanze Inquinanti (E-PRPT) istituito dal parlamento europeo nel 2006.
Anche per le falde acquifere, facendo riferimento esclusivamente agli scarichi della centrale a carbone Federico II, le scoperte sono sorprendenti. 

Partiamo dai floruri, altamente tossici: Enel ne ha scaricato nel 2005 più di 6,5 tonnellate, mentre gli ultimi dati attestano 5,3 tonnellate: in qualche anno sono centinaia le tonnellate riversate dall'impianto a carbone. 
L'arsenico, vero e proprio veleno prodotto dalla combustione del carbone, dovrebbe essere scaricato per una quantità massima di 5 kg l'anno secondo gli organi europei: una quantità che comunque ha degli effetti pesanti sulla salubrità dell'acqua. 
Nel 2005 Enel ne ha versato 134,4 kg, mentre oggi ne versa circa 42,2 kg l'anno. 

Il mercurio ha degli effetti terrificanti: con una soglia massima di un chilo l'anno, nel 2005 sono stati versati 2,7 kg, ad oggi sappiamo che vengono scaricati 3,8 kg di mercurio l'anno. 

Ecco altri dati interessanti: Nichel, con una soglia massima di 20 kg, nel 2005 ne sono stati versati 120 kg, gli ultimi dati riportano 75,7 kg l'anno; 

Cadmio, nel 2005 15 kg versati, ad oggi 7 kg l'anno;  

Rame, con una soglia di 50 kg, viene riversato per quasi 80 kg l'anno;  

Zinco, con una soglia di 100 kg, viene riversato per 150 kg l'anno; 

quasi 40 kg di piombo l'anno; 

quasi 70 kg di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). 

 Stiamo parlando di sostanze altamente tossiche e cancerogene, le cui soglie massime stabilite definiscono comunque delle quantità pesantissime per la salute. Tali soglie vengono abbondantemente e costantemente superate da Enel ormai da decenni. Se il petrolchimico è molto inquinante, la centrale a carbone di Brindisi non ci sembra un miracolo sanitario, come sanno bene i reparti oncologici degli ospedali pugliesi. Le falde acquifere della sibaritide non saranno avvelenate dal carbone per il solo profitto di Enel e dei suoi faccendieri. Il carbone pulito non esiste, il futuro della nostra terra si. 
(Flavio Stasi)

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