SI AI DIRITTI, NO AI RICATTI
LAVORO? MA QUALE LAVORO!!
LAVORO? MA QUALE LAVORO!!
In linea con le azioni intraprese a partire dal 30 luglio 2012, il Comitato spontaneo e apartitico “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti” organizza e promuove:
1° MAGGIO DI LOTTA – “SI AI DIRITTI, NO AI RICATTI”
una giornata di confronto, politica dal basso e di musica cui sono invitate tutte le strutture e/o singole/i dei “sud” di questo paese che lottano dal basso ed in modo autorganizzato per l’ambiente, la salute, il lavoro, il reddito, la cultura e lariappropriazione di tutti i diritti negati.
PERCHE’ A TARANTO?
Ci hanno definiti come una città e un territorio “a vocazione industriale”. Ad “imposizione industriale e militare”, aggiungiamo noi.
La monocultura dell’acciaio con l’llva spadroneggia sul territorio insieme alla raffineria Eni, due tra le discariche più grandi d’Europa, la Marina Militare con le sue basi, una base Nato, due inceneritori ed un cementificio. Un sistema industriale ed economico-sociale imposto dai cosiddetti poteri forti, che qui si identificano in logge massoniche occultate e si insinuano in parte dell’industria e delle Forze Armate. Un sistema che, in nome del profitto
e grazie alla connivenza ed i cointeressi politico/sindacali, oltre a stuprare questo territorio disseminando quantità abnormi di veleni che provocano danni irreparabili alla salute ed all’ambiente, vive e si alimenta in modo parassitario sul ricatto occupazionale (circa il 40% di disoccupati), sulla precarietà, sulla colonizzazione e sulla devastazione sociale.
D’altra parte questo è un territorio da valorizzare: due mari, un clima gradevolissimo per quasi tutto l’anno, una storia dal passato indiscutibile, tradizioni e mestieri che stannosoccombendo a quello sviluppo imposto dall’alto.
La monocultura dell’acciaio con l’llva spadroneggia sul territorio insieme alla raffineria Eni, due tra le discariche più grandi d’Europa, la Marina Militare con le sue basi, una base Nato, due inceneritori ed un cementificio. Un sistema industriale ed economico-sociale imposto dai cosiddetti poteri forti, che qui si identificano in logge massoniche occultate e si insinuano in parte dell’industria e delle Forze Armate. Un sistema che, in nome del profitto
e grazie alla connivenza ed i cointeressi politico/sindacali, oltre a stuprare questo territorio disseminando quantità abnormi di veleni che provocano danni irreparabili alla salute ed all’ambiente, vive e si alimenta in modo parassitario sul ricatto occupazionale (circa il 40% di disoccupati), sulla precarietà, sulla colonizzazione e sulla devastazione sociale.
D’altra parte questo è un territorio da valorizzare: due mari, un clima gradevolissimo per quasi tutto l’anno, una storia dal passato indiscutibile, tradizioni e mestieri che stannosoccombendo a quello sviluppo imposto dall’alto.
In questa fase Taranto, suo malgrado, per la notissima vicenda Ilva è decisamente stata al centro dell’attenzione e lo è stata perché un territorio ha avuto la forza di rompere gli argini e di ribellarsi, tagliando i ponti con il sistema politico/sindacale ed intraprendendo un discorso di autorganizzazione, di politica dal basso e di rifiuto della delega.
Ma quante “Taranto” ci sono in questo Paese? Quanti territori sono violentati e colonizzati al pari del nostro? Ed in quanti ci si è autorganizzati per rispondere adeguatamente?
Queste sono tutte realtà che vogliamo convogliare nella nostra città, che in questo momento è particolarmente al centro dell’attenzione. L’appello per questo 1° Maggio lo rivolgiamo a tutte/i perché anche nel nord geografico ci sono tanti di quei “sud” in termini di colonizzazione e violenze sui territori e di negazione di diritti. Il nostro proposito sta nel poter vivere pienamente la realtà di questo territorio con l’intenzione di condividere il percorso iniziato qui il 2 agosto 2012 e basato su scelte che partono dal basso, sul concetto di democrazia partecipata e diretta e di riappropriazione dei propri diritti.
Ma quante “Taranto” ci sono in questo Paese? Quanti territori sono violentati e colonizzati al pari del nostro? Ed in quanti ci si è autorganizzati per rispondere adeguatamente?
Queste sono tutte realtà che vogliamo convogliare nella nostra città, che in questo momento è particolarmente al centro dell’attenzione. L’appello per questo 1° Maggio lo rivolgiamo a tutte/i perché anche nel nord geografico ci sono tanti di quei “sud” in termini di colonizzazione e violenze sui territori e di negazione di diritti. Il nostro proposito sta nel poter vivere pienamente la realtà di questo territorio con l’intenzione di condividere il percorso iniziato qui il 2 agosto 2012 e basato su scelte che partono dal basso, sul concetto di democrazia partecipata e diretta e di riappropriazione dei propri diritti.
OBIETTIVI
Il 1° Maggio a Taranto sarà un momento di confronto e di eventi musicali. Diversamente da altri più noti 1° maggio, finanziati lautamente con i soldi dei lavoratori, il nostro non vuole essere solo una “festa”, ma anche un tornare ad essere momento di lotta, di riflessione e confronto collettivo e gli artisti che vi parteciperanno lo faranno a titolo gratuito poiché condividono il nostro percorso.Vogliamo dare un segnale forte: ripartire da qui per ribaltare le sorti di quelle donne e quegli uomini che costituiscono quella grandissima maggioranza di questo Paese che da sempre è ignorata nei diritti e calpestata in nome di quei processi produttivi capaci di annientare vite umane ed interi territori in nome del profitto. Siamo operai, lavoratori, cittadini, disoccupati, precari, studenti, attivisti di spazi sociali che, per la prima volta insieme, pretendono di essere al centro di ogni decisione politica del futuro del proprio territorio, uniti nell’intento di riappropriarsi delle proprie identità e delle proprie vite.
Vogliamo farlo dicendo basta allo sfruttamento dei territori, alle intimidazioni ed ai ricatti da parte di Stato, classe dirigente, partiti, privati, sindacati di Stato e padronali, tutti artefici di quel sistema capitalistico che negli anni ha provocato solo morti da inquinamento e incidenti in fabbrica, guerre sociali e reali, devastazioni ambientali e quant’altro abbia, anche solo in parte, condotto a quei risultati che ormai sono sotto gli occhi di tutti.
Vogliamo sia un momento di confronto e riflessione su salute, ambiente, lavoro, reddito, cultura e altre tematiche da condividere e sviluppare insieme attraverso l’autorganizzazione e la riappropriazione dei diritti dal basso, e senza alcuna delega, avvalendoci di metodi di democrazia diretta e partecipata. Vogliamo costruire un futuro insieme, attraverso le lotte nei territori in cui viviamo affinché nulla più sia deciso sulle nostre teste e sulla nostra pelle e qualunque sviluppo economico-sociale abbia rispetto delle vocazioni naturali del territorio, dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori e dei bisogni dei cittadini, il tutto attraverso il controllo popolare.
PER ADESIONI SCRIVERE A
comitatocittadinioperaitaranto@gmail.com
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