tratto dall''articolo di Valentina Valente ilcambiamento.it
Come si vive in una città stretta dalla morsa dell’inquinamento di
una centrale a carbone? Quali sono gli effetti sulla vita e sulla salute
delle persone? Ce lo spiega il giovane regista brindisino Simone
Salvemini, nel suo “Il giorno che verrà”, un docufilm
amaro che racconta attraverso la forza delle sole immagini la realtà del
territorio brindisino che da anni convive con la presenza ingombrante
ma silenziosa di una centrale a carbone fra le più grandi e inquinanti
d’Europa.
L’opera, prodotta da La Kinebottega in coproduzione con AIACE Brindisi e Metaluna production, è stata realizzata con il sostegno della Apulia Film Commision e del Salento Film Fund. Nel 2011 ha vinto il bando Euro Connection
ed il progetto è stato presentato al Festival Internazionale di
Clermont Ferrand , in Francia, la più importante manifestazione europea
di cinema breve.
“La centrale Enel a
carbone di Cerano, vicino Brindisi, è una realtà subdola, nascosta, non
la vedi, ma la senti nell’aria. Ubicata nelle campagne, è lontana dalla
vista dei brindisini e dei leccesi, che però ne subiscono gli effetti,
ogni giorno. Ho provato a dare un’impronta cinematografica al
documentario, non ci sono commenti, le immagini parlano da sole”.
Simone Salvemini, giovane regista brindisino, formatosi, come quasi
tutti al Nord, racconta: “Ho ripreso la vita quotidiana di quattro
persone: c’è Paola che sta per incidere un disco, Pierpaolo, che ha
censito tutti gli impianti industriali della zona, Gianni che ha un blog
che parla del suo paese, Torchiarolo, il più colpito dalle terribili polveri
della centrale. E infine Daniela, una donna incinta che porta avanti
una gravidanza in una città dove la percentuale di malformazioni
neonatali supera del 18 per cento il dato europeo complessivo, e passa i
mesi della gravidanza a chiedersi che futuro sta offrendo al suo
bambino”.
Alle storie dei personaggi principali si affiancano informazioni sui rischi ambientali
prodotti dal carbone: “Ho raccolto tutti i dati ufficiali sulla
movimentazione del carbone e gli studi sulle patologie neonatali
presenti sul territorio. Uno studio sul rapporto tra inquinamento
industriale e malformazioni neonatali, pubblicato quasi un anno fa
dell’Istituto Fisiologia Clinica del Cnr di Lecce , in collaborazione
con l’Università di Pisa, ha ottenuto la pubblicazione nella rivista BMC Pregnancy and Childbirth e ha dimostrato che qui le malformazioni neonatali qui sono più frequenti che in altri posti”
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