La vicenda degli operai Sogesa, che da giorni occupano il nastro
trasportatore della centrale Edipower, è nient’altro che l’epilogo di un
film del quale conoscevamo da tempo trama, protagonisti e finale.
Oggi
la città sta vivendo la drammaticità della condizione di questi operai
ma vogliamo essere onesti fino in fondo e non possiamo esimerci dal
sottolineare anni di atteggiamento immiserito rispetto a questi temi da
parte della politica e di pezzi del sindacato.
Non possiamo non criticare anni di scelte non solo inconcludenti ma anche pericolose per la città e i lavoratori e per farlo dobbiamo usare parole precise: ricatto occupazionale.
Ed ancora oggi mentre la situazione si fa più
drammatica e reclama una svolta qualcuno pensa di poter perseverare su
questa strada piena di sofferenze e sangue.
E’ evidente che questo territorio non può sopportare ulteriori ricatti da parte di chi pensa di poter fare profitto sulla salute e sulla vita di cittadini e lavoratori.
E’ evidente che questo territorio non può sopportare ulteriori ricatti da parte di chi pensa di poter fare profitto sulla salute e sulla vita di cittadini e lavoratori.
Occorre chiudere, ed anche subito, la partita con A2A:
quella centrale obsoleta va chiusa, così come era già stato detto nel
lontano 1996, messo nero su bianco e mai realizzato.
Per noi occorre, senza vuoti giri di parole ed inutili attese di piani industriali, aprire un tavolo di crisi con Governo e società Edipower, A2A ed Enel: quella centrale va chiusa e i lavoratori, come previsto dalle convenzioni del 1996, assorbiti da Enel nell’impianto di Cerano ed in parte coinvolti nel processo di smantellamento e bonifica del sito.
Ai lavoratori in lotta in questa giorni va ovviamente tutta la nostra solidarietà ed è nostro dovere abbracciare la loro vertenza e lo facciamo chiedendo loro di iniziare con noi un percorso che possa coinvolgere tutto il territorio (cittadini e lavoratori) verso un nuovo modello di sviluppo, verso un’altra idea di città : siamo stati per anni schiavi delle necessità ora riprendiamoci la nostra libertà.
Per noi occorre, senza vuoti giri di parole ed inutili attese di piani industriali, aprire un tavolo di crisi con Governo e società Edipower, A2A ed Enel: quella centrale va chiusa e i lavoratori, come previsto dalle convenzioni del 1996, assorbiti da Enel nell’impianto di Cerano ed in parte coinvolti nel processo di smantellamento e bonifica del sito.
Ai lavoratori in lotta in questa giorni va ovviamente tutta la nostra solidarietà ed è nostro dovere abbracciare la loro vertenza e lo facciamo chiedendo loro di iniziare con noi un percorso che possa coinvolgere tutto il territorio (cittadini e lavoratori) verso un nuovo modello di sviluppo, verso un’altra idea di città : siamo stati per anni schiavi delle necessità ora riprendiamoci la nostra libertà.
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