L’esperienza di scrivere un libro, teatralizzare le
presentazioni, viaggiare in lungo e in largo tra Sud e Nord Italia per portare
una voce diversa nelle scuole, nei circoli e nei posti in cui c’era bisogno si
è chiusa. In questi giorni sentivo il bisogno di qualcosa di nuovo, quindi ho
praticato il migliore esercizio per raccogliere delle idee: informarsi,
leggere. Questo articolo, però, non nasce dalla cronaca delle ultime settimane
come qualcuno potrebbe pensare, ma da più lontano.
A questo punto è utile usare il trucco, molto narrativo, di
descrivere quattro fotografie per spiegare meglio quello che sta succedendo.
Nella prima istantanea troviamo il leader dei Nobraino che
parla ad una folla di oltre 100.000 persone durante il concerto del primo
maggio a Taranto: “ Durante il nostro
ultimo concerto in Puglia ci è stato chiesto di scrivere una canzone sull’Ilva.
Abbiamo avuto l’idea di raccogliere sulla nostra pagina Facebook tutti i vostri
pensieri e i vostri versi sul tema. Il mio compito è stato quello di cucire,
come un artigiano, le vostre parole e farne una canzone: oggi vi presentiamo
‘La Fabbrica delle Nuvole’ “.
La seconda immagine, invece, è molto meno esaltante e
contagiosa e riguarda una classifica. Possiamo prendere un articolo comparso in
questi giorni, non importa la testata che lo ha riportato, perché il contenuto
è chiarissimo: il recente studio Dirty
30, che analizza le 30 peggiori centrali termoelettriche in termini di
emissioni in Europa, ha collocato la centrale Enel di Cerano al nono posto
(prima in Italia). Nel 2011 si trovava in diciottesima posizione e in soli
tre anni continua la scalata di Enel a rincorrere il peggio. Nella stessa
classifica del 2007 era al venticinquesimo posto, quindi non è difficile pensare
il vero obiettivo che Enel ha fissato per questo stabilimento: il podio.
Per la terza immagine possiamo prendere una nave molto
particolare che si è fatta vedere nel porto di Brindisi, la Rainbow Warrior,
nave ammiraglia di GreenPeace. Il tour di questa nave, “Non è un paese per fossili”, sta toccando diversi porti italiani e
in questi giorni toccava a noi. Nella foto si riesce quasi a respirare
l’atmosfera di festa all’accoglienza, nonostante il meteo pare sia stato poco
clemente. Però sull’immagine c’è un piccolo asterisco in alto a destra che
accompagna una scritta: “vedi retro”. Giriamo l’istantanea e troviamo una frase
brutta, che fa incazzare: “Vendola e
Consales assenti”. Già, assenti, un aggettivo che per loro calza a
pennello, non solo in questa manifestazione.
La quarta ed ultima foto riprende il tema musicale della
prima ed è scattata anche questa guardando un palco: siamo al Casalabate Music
Festival, l’evento che annualmente ospita David Rodigan. Per capire questa
immagine non è importante riconoscere il volto di chi è sul palco, ma basta
vedere quella maglietta nera con la scritta “NO AL CARBONE” messa in bella
vista su un amplificatore. Il messaggio è chiaro: “noi oggi balliamo e ci
divertiamo, ma basta girarsi per vedere quella torre in lontananza e capire che
la nostra battaglia non è finita ed è presente”. E da noi la musica reggae ha
sempre avuto un posto in prima fila nella battaglia al carbone.
Da qui nasce l’idea di creare qualcosa insieme. Nasce dal
senso dell’artigiano che ha avuto il cantante dei Nobraino, dall’indignazione
verso una multinazionale ospite indesiderata a casa nostra e antistorica, dalla
bellezza del porto di Brindisi, dall’assenza di chi (non) ci rappresenta e da
un gruppo di ragazzi capaci di organizzare ancora grandi eventi in una marina
Adriatica compromessa da quella porcheria alta 200 metri.
Insieme si può creare uno spettacolo teatrale: parlerà di tre
amici del brindisino con i loro problemi, le prospettive future e i loro
genitori impegnati tra il sudore delle campagne e la puzza del petrolchimico.
Tutto immerso a cavallo degli anni ’80 e ’90, un periodo in cui a Brindisi non
è cambiato solo il paesaggio e il modo di respirare, ma sono state cambiate le
persone e il loro modo di pensare.
In questi giorni ho saccheggiato gli archivi dei blog e delle
testate on-line, sto mettendo insieme una quantità di materiale tale da non
lasciarmi sfuggire alcun particolare, ma quando nasci del 1990 hai bisogno di
testimonianze, di persone che ti raccontino com’era prima la città, la
provincia e chi ci abitava. Tutto è indispensabile per fare un buon lavoro.
L’atmosfera che ho respirato nelle scuole presentando il mio
primo libro merita ancora più attenzione e rispetto. Non è più come quando ci
accompagnavano in visita guidata all’interno della Federico II, dove camino e
carbonile venivano descritti come se ci trovassimo in un parco giochi. I
ragazzi che ho incontrato in questi due anni hanno voglia di conoscere, una
sete di storie ed esperienze su cui poter farsi delle domande. Vogliono sapere
perché.
La cultura deve soprattutto essere corsara. Mi impegnerò a
creare questo spettacolo, a metterlo in scena e a portarlo ovunque ci sia
bisogno.
Qualsiasi vostro aiuto sarà artigianalmente usato per
costruire questa storia.
Il vostro scriba.
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