Leggiamo,
con non poco stupore, le farneticanti dichiarazioni rilasciate dai consiglieri
comunali di Brindisi: Francesco Cannalire, Francesco Renna e Ferruccio Di Noi;
ed indirizzate: al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della
Regione Puglia, al Sindaco di Brindisi, al Presidente di Confindustria
Brindisi, al Presidente della CCIAA di Brindisi, al Presidente della CNA
Brindisi, al Presidente del Consorzio ASI di Brindisi ed ai Segretari di CGIL,
CISL, UIL e UGL.
La
lettera aperta, redatta dai consiglieri, propone di valutare l’ipotesi di
approdo del gasdotto TAP a Brindisi e più precisamente nell’area denominata
Micorosa - che ricordiamo ricadere nel Parco regionale delle saline punta della
contessa e nelle cui vicinanze sono già presenti ben nove stabilimenti
Le
anacronistiche affermazioni, tentano in maniera scolastica, di coniugare la
sacrosanta esigenza di riqualificazione ambientale di Micorosa - ma dell’intera
area SIN di nome Brindisi – con l’approdo della TAP, esattamente tra il
petrolchimico e la Centrale di Cerano.
Non
può certo sfuggire che tale esercizio verbale, di coniugare bonifica del
territorio, ambiente, salute e benessere, con l’arrivo di TAP sia inattuabile.
Il continuare, da parte delle amministrazioni che si sono succedute nei decenni, a proporre la solita litania della contropartita occupazionale o pecuniaria, non fa che sottolineare la loro incapacità di provare a pensare un futuro diverso rispetto al mortificante presente, che ha già ampiamento dimostrato quanto siano false le affermazioni che vedono nella presenza di questi MOSTRI - utili solo ai profitti dei proprietari e degli azionisti - l’unico modo per garantire prosperità e benessere.
Il continuare, da parte delle amministrazioni che si sono succedute nei decenni, a proporre la solita litania della contropartita occupazionale o pecuniaria, non fa che sottolineare la loro incapacità di provare a pensare un futuro diverso rispetto al mortificante presente, che ha già ampiamento dimostrato quanto siano false le affermazioni che vedono nella presenza di questi MOSTRI - utili solo ai profitti dei proprietari e degli azionisti - l’unico modo per garantire prosperità e benessere.
Ribadiamo
quindi con forza, che queste storielle andavano bene nel passato, oggi non sono
più tollerabili specie se espresse da chi dovrebbe essere un portavoce e un
difensore del territorio e del benessere comune.
Non esisteranno mai compensazioni che possano ripagare il danno arrecato ad un territorio in termini sia ambientali ma anche di castrazione di uno sviluppo alternativo a quello industriale.
Non esisteranno mai compensazioni che possano ripagare il danno arrecato ad un territorio in termini sia ambientali ma anche di castrazione di uno sviluppo alternativo a quello industriale.
Brindisi
non ha e non ha mai avuto questo tipo di vocazione industriale, la storia dovrà
ricordare solo come una lunga e sciagurata parentesi quella in cui la città è
stata asservita ai vari gruppi industriali che hanno di volta in volta stuprato
ed impoverito il nostro territorio.
Per
questo i consiglieri accettino un suggerimento, ossia quello per una volta di
non prendere posizioni sulla pelle dei cittadini senza aver nemmeno ascoltato
il loro volere e soprattutto cerchino di agire in coerenza con quanto il
consiglio comunale di Brindisi, di cui fanno parte, ha votato all’unanimità il
19 dicembre 2013, ossia il NO secco ad un eventuale approdo del gasdotto Tap.
(http://www.quotidianodipuglia.it/brindisi/brindisi_il_consiglio_comunale_dice_quot_no_quot_al_gasdotto_tap/notizie/410640.shtml).
L’incoerenza dimostrata su questo tema, non fa che sottolineare la completa assenza di visione e di programmaticità per uno sviluppo serio e sostenibile del nostro territorio, ampliando così il solco, divenuto voragine, che separa la politica dai reali bisogni del cittadino.
L’incoerenza dimostrata su questo tema, non fa che sottolineare la completa assenza di visione e di programmaticità per uno sviluppo serio e sostenibile del nostro territorio, ampliando così il solco, divenuto voragine, che separa la politica dai reali bisogni del cittadino.
Ribadiamo
infine il nostro NO a Tap né qui né altrove, un no ampiamente motivato dalla sua inutilità nel quadro di una nuova politica
energetica italiana ed europea. Utile quindi solo per chi la propone,
ma ancora una volta in contrasto con gli interessi delle popolazioni.
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