Il 30 marzo del 2012 durante un raduno a
Taranto alcuni cittadini manifestano contro linquinamento procurato
dall' Ilva. La maggioranza di loro ha un'età giovane, sono studenti. In
quella stessa giornata migliaia di lavoratori dell' acciaieria
manifestano per difendere il proprio posto di lavoro. Mentre nel palazzo
di giustizia si discute dei danni causati ai lavoratori e ai cittadini,
dalle emissioni nocive dellIlva.
Marzo 2015 - 32 manifestanti
presenti al raduno del 2012 ricevono una sanzione perché avevano
disobbedito. E una punizione per chi non ha rispettato un ordine
impartito per quella giornata dalla questura di Taranto: i sit-in per i
cittadini comuni sono vietati.
L' accadimento fa riflettere profondamente. Induce noi ambientalisti attivisti di Brindisi e di Taranto a manifestare la nostra solidarietà per quei 32 cittadini che hanno donato e manifestato la propria vicinanza umana ad un organo giuridico che in quella giornata svelava i danni causati dallIlva.
L' accadimento fa riflettere profondamente. Induce noi ambientalisti attivisti di Brindisi e di Taranto a manifestare la nostra solidarietà per quei 32 cittadini che hanno donato e manifestato la propria vicinanza umana ad un organo giuridico che in quella giornata svelava i danni causati dallIlva.
Manifestare pacificamente in un paese libero significa ricordare che la
costituzione sancisce il diritto alla difesa della vita e alla sicurezza
della propria persona e di ogni individuo, ogni giorno.
Il paese ha bisogno di regole. E l' adunata di quel 30 marzo 2012 non recò intralci in città.
Esistono motivazioni importanti che fanno porre domande altrettanto importanti.
Qual’è una reale disattesa?
Disobbedire perché si rifiuta un inquinamento imposto e privo del rispetto delle regole civili?
Le ragioni dell' occupazione lavorativa all' interno dell' ilva rappresentano un aspetto importante. Importante è anche rifiutare una fabbrica che procura la morte. Però, perchè scendere in strada? Perché ribellarsi ad una fabbrica che procura inquinamento umano e ambientale? Perché 32 uomini, quel giorno non potettero rifiutare la morte indotta?
Il paese ha bisogno di regole. E l' adunata di quel 30 marzo 2012 non recò intralci in città.
Esistono motivazioni importanti che fanno porre domande altrettanto importanti.
Qual’è una reale disattesa?
Disobbedire perché si rifiuta un inquinamento imposto e privo del rispetto delle regole civili?
Le ragioni dell' occupazione lavorativa all' interno dell' ilva rappresentano un aspetto importante. Importante è anche rifiutare una fabbrica che procura la morte. Però, perchè scendere in strada? Perché ribellarsi ad una fabbrica che procura inquinamento umano e ambientale? Perché 32 uomini, quel giorno non potettero rifiutare la morte indotta?
Esiste anche un numero maggiore di 32 che abbraccia quella morte. Forse
in quel 30 marzo, tra la vita ed il lavoro la reale differenza stava
nella morte del buon senso. Il 30 marzo non è il 29 e neppure il 31.
Quel 30 marzo era un giorno libero come tutti gli altri per dire: <è
anche oggi che noi vogliamo vivere senza alcun danno>.
Esprimiamo solidarietà per i 32 cittadini di Taranto: Rosangela Chirico
(figlia di un ex operaio petrolchimico di Brindisi), No al Carbone di
Brindisi, Peacelink con Alessandro Marescotti.
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