Con uno striminzito annuncio l'Autorità Portuale comunica di aver
approvato il Programma triennale delle opere pubbliche 2015-2017
(composto da sole sette pagine), a nostro parere per nulla rispondente
alle esigenze di sviluppo e alle potenzialità che offre la nostra città. (leggi l'articolo)
Sembra che l’unica funzione dell’Ente
sia quella di cementificare,
con
una tipologia di interventi che continua a legare il futuro di Brindisi
ad una presunta vocazione industriale, finora assolutamente imposta e che ha contribuito solo ad ostacolare la crescita di nuovi settori.
Ne citiamo solo alcuni, di quelli che ci fanno inorridire.
Il progetto, già previsto e da noi ampiamente contestato, di banchinamento di Sant'Apollinare per la realizzazione di tre attracchi per traghetti ro-ro, a cui si aggiunge, sempre all’imbocco del Canale Pigonati, la costruzione di una banchina d’attracco per unità navali presso la base ONU, per continuare con un nuovo pontile gasiero, e ancora una nuova colmata tra il pontile petrolchimico e Costa Morena est, per finire con la inutile mostruosità della realizzazione di scogliere sottoflutto che collegherebbero le isole Pedagne.
Solo cemento, nessun recupero o valorizzazione, nessun servizio che riguardi il sostegno o lo sviluppo di nuove attività.
Possibile che non si veda altra
alternativa al cemento? Il porto di Brindisi sta cambiando la sua
morfologia, e da tempo cambia anche la sua storia.
La città viene spinta sempre più lontano dal suo porto e la parte fruibile dai cittadini si riduce sempre di più, il porto medio cresce a dismisura mentre il porto interno muore, nonostante gli interventi di riqualificazione del lungomare citati nel piano, peraltro già previsti.
Riteniamo questo programma un'altra offesa a questa città, segno evidente di una gestione privatistica del porto che nasconde chissà quali interessi sconosciuti ai più.
E se abbiamo ormai capito qual è la visione dell’Ente in questione, che gestisce il nostro porto come un feudo, ci chiediamo quale sia quella di un Sindaco che ha espresso il voto favorevole al programma e poi considera il Presidente dell’Autorità Portuale “una iattura”.
La città viene spinta sempre più lontano dal suo porto e la parte fruibile dai cittadini si riduce sempre di più, il porto medio cresce a dismisura mentre il porto interno muore, nonostante gli interventi di riqualificazione del lungomare citati nel piano, peraltro già previsti.
Riteniamo questo programma un'altra offesa a questa città, segno evidente di una gestione privatistica del porto che nasconde chissà quali interessi sconosciuti ai più.
E se abbiamo ormai capito qual è la visione dell’Ente in questione, che gestisce il nostro porto come un feudo, ci chiediamo quale sia quella di un Sindaco che ha espresso il voto favorevole al programma e poi considera il Presidente dell’Autorità Portuale “una iattura”.
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