Anta, Fondazione Tonino Di Giulio, Italia Nostra, No al Carbone,
Passeggino Rosso, Rinascita Civica, Salute Pubblica, WWF, sono queste le associazioni promotrici di un documento/appello rivolto ai cittadini per una mobilitazione popolare entro fine anno, sui temi fondamentali per il futuro del nostro territorio: lavoro, ambiente e salute.
Il documento è stato proposto e illustrato stamattina in Piazzetta Sottile De Falco, di fronte a Palazzo Nervegna, dove si è svolta la conferenza stampa.
APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE POPOLARE
Le contraddizioni di un modello di
sviluppo, basato sui grandi impianti di produzione di energia e della chimica
di base, sono negli ultimi anni esplose nella loro piena evidenza. L’emergenza
ambientale, certificata dall’enorme quantità di sostanze inquinanti rilasciate
ogni anno in aria, acqua e suolo e dall’inserimento di gran parte del nostro
territorio nei siti di interesse nazionale da bonificare, si accompagna alla
ormai conclamata emergenza sanitaria evidenziata da numerosi studi tra cui
l’ormai noto dato delle malformazioni cardiache congenite neonatali superiori
del 50% rispetto al valore medio europeo.
Condizioni indispensabili per
affrontare le emergenze e coniugare la salvaguardia dell’ambiente e della
salute, sviluppo sostenibile ed occupazione sono quelle di determinare la
riduzione sensibile della bolla massica, su base annua, degli inquinanti
immessi in atmosfera dal polo energetico (convenzione del 1996) e la piena
attivazione della riconversione dei cicli produttivi a più forte impatto
ambientale, oltre che la realizzazione, opportunamente aggiornati, dei progetti
prioritari previsti nel Piano di Risanamento dell’Area ad Elevato Rischio di
Crisi Ambientale e nel Piano di bonifica del SIN.
Quasi nulla di quanto pianificato è
stato realizzato; è forse un caso che EVC e Dow Chemical hanno potuto
abbandonare Brindisi e non assumersi gli oneri rispetto a bonifiche e
lavoratori e che oggi i disoccupati sono circa 20.000 ?
Invece oggi tentano di imporre con il ricatto
occupazionale:
-
La
conversione della centrale di Edipower alla co-combustione di Carbone e CSS
(Combustibile Solido Secondario) proveniente dal trattamento dei Rifiuti Solidi
Urbani che, per le quantità previste, potrebbero arrivare da gran parte della
Puglia, privando questo territorio di quel minimo di dignità residuale ancora
presente rendendolo la pattumiera della Puglia;
-
Il
perpetuarsi della combustione di milioni di tonnellate di carbone nella
centrale di Enel di Cerano che sparge i suoi veleni nell’intero Salento. Una
centrale che l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha dichiarato la più inquinante
d’Italia e la diciottesima in Europa per danni sanitari e ambientali.
Inoltre
-
mancano
per le bonifiche i 135 milioni di euro stanziati con l’accordo di programma e i
40 milioni di euro che lo Stato ha incassato dagli accordi con le aziende.
Tutte risorse per le necessarie bonifiche della zona industriale. Mentre con un
Accordo di Programma, del dicembre 2007 di cui denunciamo l’inefficacia, artatamente
realizzato e frutto della peggiore simbiosi fra politica e grande industria, si
continua a penalizzare i piccoli imprenditori a favore delle grandi industrie;
-
il
polo chimico disconosce ogni responsabilità in merito alla contaminazione ed
alla realizzazione dello scempio della discarica abusiva dei “sali sodici” che
erroneamente si continua a definire “Micorosa” e che dovrebbe invece chiamarsi
“vergogna della chimica di base”; Il
Principio del “ chi inquina paga “ ancora una volta è stato completamente
disatteso qui a Brindisi.
-
L’ASI
progetta due nuovi inceneritori, il primo per rifiuti speciali e il secondo per
i fanghi dei reflui civili, nonché chiede l’autorizzazione per una discarica di
rifiuti speciali da 190.000 metri cubi.
In questo quadro pensiamo che i
cittadini, le istituzioni e ogni forma di cittadinanza attiva di Brindisi e
dell’intero Salento, debbano direttamente mobilitarsi.
Solo una grande partecipazione
popolare può imporre al Governo centrale i temi di uno sviluppo differente.
Proponiamo
una grande mobilitazione che parta subito, coinvolgendo non solo i cittadini di
Brindisi ma tutti quelli del Salento e dell’intera Puglia anch’essi sottoposti ai
danni sanitari ed ambientali degli inceneritori e
dell’uso dei combustibili fossili, in particolare di quelli notoriamente più
inquinanti e di minor resa energetica, come il carbone bruciato a Cerano, e di
scelte di sviluppo economico del territorio vantaggiose solo per i gruppi
industriali che le attuavano, per
arrivare ad una grande manifestazione popolare a fine Dicembre a Brindisi per
CHIEDERE
-
Il veto ad ogni nuovo insediamento di produzione
di energia non da fonte rinnovabile a Brindisi.
-
La
chiusura definitiva della centrale A2A Edipower (Brindisi Nord) salvaguardando
i lavoratori e privilegiando le società e le
maestranze locali da impiegare sia
nei lavori di smantellamento della centrale e bonifica dei luoghi e sia nella
successiva fase di riconversione e riqualificazione dell’area; il GOVERNO adempia agli obblighi assunti con la convenzione del 1996
che imponeva la chiusura della centrale nel 2004 e la totale salvaguardia di ogni posto di lavoro (mediante il passaggio
dei lavoratori alla centrale Enel di Cerano od altro); si inizi immediatamente
dallo smantellamento dei due gruppi in disuso e alla bonifica della relativa
area.
-
Immediate
Nuove Convenzioni con Enel al fine di ottenere una immediata drastica riduzione
delle quantità di carbone impiegate, consentendo il ridimensionamento della
bolla massica delle emissioni inquinanti in atmosfera, partendo da quanto
stabilito dalle convenzioni del 1996, recepite nel piano di disinquinamento e
risanamento della Provincia di Brindisi con il Decreto del Presidente della
Repubblica del 1998. Si attuino le
procedure per la trasformazione dell’impianto
a gas, meno inquinante e con resa energetica
nettamente superiore . Occorre chiudere definitivamente la fase del
carbone a Brindisi in un percorso finalizzato alla
totale indipendenza da tutte le fonti fossili a favore delle sole fonti rinnovabili.
-
la non
accettazione del consueto ricatto O SALUTE O OCCUPAZIONE: SI CHIEDE SALUTE ED
OCCUPAZIONE; non si accettera’ mai alcuna contrapposizione con i lavoratori,
perche’ saremo sempre al loro fianco; non si accettera’ mai che
la conversione o l’ammodernamento o anche, semplicemente, l’attuale crisi
economica possa essere presa a pretesto dall’enel per una riduzione del
personale impiegato nella centrale federico ii con il facile utilizzo della
cassaintegrazione o di vili licenziamenti, che, dopo i danni ambientali già
causati, sarebbe, nel breve, un colpo gravissimo alla occupazione locale;
-
Ottenere
le necessarie ed ingenti risorse economiche per le bonifiche del nostro
territorio a partire da quelle già stanziate. Inoltre occorre che le aziende
tutt’ora presenti, a partire da quelle del gruppo ENI, smantellino tutti gli
impianti non più utilizzati ed avviino bonifiche per il risanamento dei luoghi.
Queste richieste sono in grado di
creare occupazione e risanare il territorio, fermarne il degrado ed avviare un
percorso verso un’economia capace di coniugare i principi di Giustizia
Ambientale e Giustizia Sociale.
Primi firmatari: Ass. ANTA, Fondazione Tonino Di Giulio, Italia Nostra, No al Carbone, Passeggino Rosso, Rinascita Civica, Salute Pubblica, WWF.
Brindisi, 21 settembre 2013
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