26 settembre 2013

BRINDISI SOTTO UN TAPPETO. di Andrea Martina

Il titolo di questo articolo può essere visto come un paradosso o una provocazione. Alcuni staranno già pensando che il tappeto di cui si parla è fatto di fumi e veleni che circolano nell'aria, ma si sbagliano.

Qui si parla di un tappeto di soldi, tantissimi soldi.

Le bellezze e le risorse di una città (e del suo interland) possono essere rovinate con una decisione di dieci persone in una stanza, una semplice firma che certifica la falsa idea di democrazia che abbiamo. Ma la testa delle persone, a volte, ha bisogno di altro.

Che a Brindisi e dintorni non si respiri borotalco è ormai noto, così come è noto che sempre più raramente si muoia di vecchiaia. Tempo fa, in una presentazione del mio libro un signore aveva visto la maglietta "No al Carbone" che avevo indossato sul palco. Dopo un breve scambio di battute sulla serata, mi aveva confidato di avere il fratello titolare di un'impresa funebre e che ogni tanto gli dava una mano. Soprattutto negli ultimi sei mesi avevano avuto tanti, troppi funerali di under 60. Parliamo di Mesagne.

Oltre a queste esperienze molto dirette, c'è una cosa che non si può bloccare quando si è in dieci persone in una stanza e si deve decidere per centomila: i sensi delle persone. Occhi per vedere polvere nera sulle terrazze e nuvole di smog, naso per respirarle.

E allora come fare? Non basta più una firma. Servono soldi, tantissimi soldi.

Il primo modo per stendere il tappeto è quello dei posti di lavoro in una terra che faticava, poi toccava allargare il tappeto fino ai comuni (non sia mai che un sindaco osi denunciare quello che facciamo) foraggiando bilanci sempre bisognosi di liquidità e alla fine occorreva agire sul territorio.

Se state pensando a poli ospedalieri, iniziative per l'abbattimento dell'inquinamento e investimenti in ricerca, questo è un momento buono per chiudere l'articolo che state leggendo e mettere su un video della campagna pubblicitaria #guerrieri (arrivati a questo punto si può credere a qualsiasi cosa).

Se invece pensate che sotto questo tappeto doveva andare il silenzio delle persone, possiamo fare un passo avanti. Perché non tutti sono amministratori e non tutti lavorano nel polo industriale, ci sono anche gli altri. Da qui, parte la piccola pioggia di finanziamenti per ogni starnuto: feste patronali, concerti, sagre, rassegne teatrali, mostre, fino ad arrivare allo sport.

Capito il gioco? Divertitevi e sognate, avete sulla testa un grosso tappeto che vi protegge.

Guai a tirarlo dalla parte sbagliata perché la domanda che vi faremo è molto semplice: se noi ce ne andiamo voi come farete?

Qualcuno potrebbe considerarlo un ricatto, infatti a Taranto è di questo che si parla ora, ma alcuni potrebbero far notare che una squadra di basket non riscatta l'orgoglio che una città sta via via perdendo, magari quello lo può fare un forte polo turistico che attrae gente e culture diverse o eccellenze agricole. Anche qui credo sia superfluo parlare del divieto di coltivazione (!) che pende su numerosi terreni.

Parlando di energia che verrebbe a mancare, qui la situazione sfocia nel grottesco. È notizia di pochi giorni fa: il fotovoltaico del brindisino non è come ci avevano raccontato. Troppi impianti sono oggetto di inchieste che vedono coinvolti imprenditori che fanno "cartello" tra loro in barba alle leggi concorrenziali, mafia cinese e locale e chi più ne ha più ne metta. Se il fotovoltaico ha avuto questa aggressione criminale, figuriamoci il resto. D'altronde alcuni processi e diversi gruppi ambientalisti stanno giorno dopo giorno scoprendo le magagne che il tappeto doveva coprire.

Dovevamo essere portati a credere di non essere autosufficienti dal punto di vista energetico, in Italia parlare di autosufficienza è blasfemia, meglio continuare a stendere tappeti su tappeti comprando il silenzio e arricchendo i soliti noti.

Ma realtà non troppo diverse dalla nostra, in paesi che ragionano in modo unito senza zone sacrificabili e da mungere come il sud Italia, l'autosufficienza è la prassi senza tralasciare il fatto che ambiente e salute devono viaggiare a braccetto.

Adesso che avete finito di leggere l'articolo provate a pensare: "come posso bucare questo tappeto?".

Se non vi viene nessuna idea o, peggio, non lo vedete come un problema da risolvere, conviene accettare una cosa.

Avete un prezzo, nemmeno così elevato.

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