28 settembre 2013

CLIMA , L'ALLARME DEGLI SCENZIATI ONU: DATI CONFERMATI, BISOGNA INTERVENIRE SUBITO



Presentati oggi a Stoccolma i numeri del rapporto sul cambiamento climatico (stilato ogni sei anni) del panel di esperti dell'Ipcc che concludono: bisogna dimezzare le emissioni di gas serra in pochi anni. Altrimenti le temperature saliranno di 3,7 gradi e i mari di 61 centimetri con scenari apocalittici 

QUELLO che preoccupa non sono i dati, un affinamento di previsioni già note, ma il progressivo restringersi dei margini di incertezza: le decine di centimetri che i mari ruberanno nell'arco del secolo, le onde roventi che colpiranno le città, la crescente violenza degli uragani fanno parte di una nuova natura che, a suo danno, l'uomo costruisce bruciando combustibili fossili e deforestando. E' questa la principale novità contenuta nel quinto rapporto dell'Ipcc, la task force intergovernativa dei climatologi Onu, presentato oggi a Stoccolma. Rispetto al quarto rapporto, quello del 2007, c'è un nuovo salto di conoscenza.
"E' estremamente probabile che l'influenza umana sul clima abbia causato più della metà dell'aumento di temperatura tra il 1951 e il 2010", si legge nel testo. Vuol dire che le probabilità che gli esseri umani stiano logorando l'equilibrio climatico su cui si è basata l'evoluzione della nostra specie sono comprese tra il 95 e  il 100%. Lo confermano i dati sui ghiacci che battono quasi ovunque in ritirata, specialmente nell'Artico dove il pack perde più del 3,5% di superficie ogni dieci anni.  
 
Assieme al termometro - ognuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo del precedente e la prima decade del secolo ha toccato il record da quando, il 1850, vengono registrate le temperature globali - salgono anche gli oceani. Tra il 1901 e il 2012 si è già registrato un aumento di temperatura pari a 0.89 gradi. Nello stesso periodo i mari si sono alzati di 19 centimetri ed è "virtualmente certo" (probabilità tra il 99 e il 100%) che il ritmo di crescita è diventato più rapido negli ultimi due secoli. A rischio ci sono un miliardo di persone che vivono nelle aree costiere: potrebbero dover sostituire la macchina con la canoa.

Cosa ci aspetta nel prossimo futuro, nell'arco di vita di un bambino che nasce oggi? Tutto dipende dal taglio dei gas serra. Per l'effetto di inerzia del  sistema climatico, un'ulteriore crescita di temperatura compresa tra 0,3 e 0,7 gradi viene considerata inevitabile nel periodo 2016 - 2035. E' un altro colpo di acceleratore brusco, ma sopportabile con danni contenuti. 

In nero la linea della serie storica delle emissioni di CO2. In rosso lo scenario catastrofico che porta a un aumento di oltre 4 gradi rispetto all'era preindustriale. In blu lo scenario virtuoso della riconversione green. In mezzo alcune ipotesi intermedie.
La vera partita si apre dopo il 2035, quando molti tra coloro che oggi prendono le decisioni cruciali non saranno più a un posto di responsabilità. Da allora sino alla fine del secolo si aprono 4 scenari estremamente diversi. Nel primo ci sarà un aumento medio di temperatura (rispetto al presente) di 1 grado con una crescita dei mari di 40 centimetri. Nel secondo l'aumento di temperatura sarà di 1,8 gradi e degli oceani di 47 centimetri. Nel terzo il termometro salirà di 2,2 gradi e le acque di 47 centimetri. Nel quarto avremo un + 3,7 gradi e un + 62 centimetri per i mari (con un possibile picco fino a 81 centimetri).

L'andamento dell'estensione dei ghiacci artici
Come si vede la differenza è molto ampia. Tutto dipenderà da quello che si decide oggi sul fronte dell'energia e delle foreste. Il cosiddetto "business as usual", andare avanti come se niente fosse continuando a sparare CO2 in atmosfera, ci porta dritto dritto verso lo scenario peggiore. Imboccare questa strada non è difficile: basta continuare ad aumentare le emissioni serra del 2 o 3% l'anno come siamo riusciti a fare, a livello globale, anche durante questi ultimi anni di crisi economica.

Per prendere invece la via che garantisce un buon livello di sicurezza ai 9 miliardi di esseri umani che affolleranno il pianeta nella seconda metà del secolo, bisogna dimezzare le emissioni serra nell'arco di pochi anni. Cioè dare un taglio immediato agli sprechi e puntare con decisione sul passaggio dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili rilanciando con forza sul fronte dell'innovazione tecnologica. Un modello che i paesi più avanzati stanno già sperimentando e che potrebbe costituire anche il volano per far ripartire l'economia.


Fonte: Repubblica.it

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