Presentati oggi a Stoccolma i numeri del
rapporto sul cambiamento climatico (stilato ogni sei anni) del panel di
esperti dell'Ipcc che concludono: bisogna dimezzare le emissioni di gas
serra in pochi anni. Altrimenti le temperature saliranno di 3,7 gradi e i
mari di 61 centimetri con scenari apocalittici
QUELLO che preoccupa non sono i
dati, un affinamento di previsioni già note, ma il progressivo
restringersi dei margini di incertezza: le decine di centimetri che i
mari ruberanno nell'arco del secolo, le onde roventi che colpiranno le
città, la crescente violenza degli uragani fanno parte di una nuova
natura che, a suo danno, l'uomo costruisce bruciando combustibili
fossili e deforestando. E' questa la principale novità contenuta nel
quinto rapporto dell'Ipcc, la task
force intergovernativa dei climatologi Onu, presentato oggi a Stoccolma.
Rispetto al quarto rapporto, quello del 2007, c'è un nuovo salto di
conoscenza.
"E' estremamente probabile che l'influenza umana sul clima abbia causato più della metà dell'aumento di temperatura tra il 1951 e il 2010", si legge nel testo. Vuol dire che le probabilità che gli esseri umani stiano logorando l'equilibrio climatico su cui si è basata l'evoluzione della nostra specie sono comprese tra il 95 e il 100%. Lo confermano i dati sui ghiacci che battono quasi ovunque in ritirata, specialmente nell'Artico dove il pack perde più del 3,5% di superficie ogni dieci anni.
"E' estremamente probabile che l'influenza umana sul clima abbia causato più della metà dell'aumento di temperatura tra il 1951 e il 2010", si legge nel testo. Vuol dire che le probabilità che gli esseri umani stiano logorando l'equilibrio climatico su cui si è basata l'evoluzione della nostra specie sono comprese tra il 95 e il 100%. Lo confermano i dati sui ghiacci che battono quasi ovunque in ritirata, specialmente nell'Artico dove il pack perde più del 3,5% di superficie ogni dieci anni.
Assieme al termometro - ognuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo del precedente e la prima decade del secolo ha toccato il record da quando, il 1850, vengono registrate le temperature globali - salgono anche gli oceani. Tra il 1901 e il 2012 si è già registrato un aumento di temperatura pari a 0.89 gradi. Nello stesso periodo i mari si sono alzati di 19 centimetri ed è "virtualmente certo" (probabilità tra il 99 e il 100%) che il ritmo di crescita è diventato più rapido negli ultimi due secoli. A rischio ci sono un miliardo di persone che vivono nelle aree costiere: potrebbero dover sostituire la macchina con la canoa.
Cosa ci aspetta nel prossimo futuro, nell'arco di vita di un bambino che nasce oggi? Tutto dipende dal taglio dei gas serra. Per l'effetto di inerzia del sistema climatico, un'ulteriore crescita di temperatura compresa tra 0,3 e 0,7 gradi viene considerata inevitabile nel periodo 2016 - 2035. E' un altro colpo di acceleratore brusco, ma sopportabile con danni contenuti.
La vera partita si apre dopo il 2035,
quando molti tra coloro che oggi prendono le decisioni cruciali non
saranno più a un posto di responsabilità. Da allora sino alla fine del
secolo si aprono 4 scenari estremamente diversi. Nel primo ci sarà un
aumento medio di temperatura (rispetto al presente) di 1 grado con una
crescita dei mari di 40 centimetri. Nel secondo l'aumento di temperatura
sarà di 1,8 gradi e degli oceani di 47 centimetri. Nel terzo il
termometro salirà di 2,2 gradi e le acque di 47 centimetri. Nel quarto
avremo un + 3,7 gradi e un + 62 centimetri per i mari (con un possibile
picco fino a 81 centimetri).
L'andamento dell'estensione dei ghiacci artici |
Come si vede la differenza è molto
ampia. Tutto dipenderà da quello che si decide oggi sul fronte
dell'energia e delle foreste. Il cosiddetto "business as usual", andare
avanti come se niente fosse continuando a sparare CO2 in atmosfera, ci
porta dritto dritto verso lo scenario peggiore. Imboccare questa strada
non è difficile: basta continuare ad aumentare le emissioni serra del 2 o
3% l'anno come siamo riusciti a fare, a livello globale, anche durante
questi ultimi anni di crisi economica.
Per prendere invece la via che garantisce un buon livello di sicurezza ai 9 miliardi di esseri umani che affolleranno il pianeta nella seconda metà del secolo, bisogna dimezzare le emissioni serra nell'arco di pochi anni. Cioè dare un taglio immediato agli sprechi e puntare con decisione sul passaggio dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili rilanciando con forza sul fronte dell'innovazione tecnologica. Un modello che i paesi più avanzati stanno già sperimentando e che potrebbe costituire anche il volano per far ripartire l'economia.
Per prendere invece la via che garantisce un buon livello di sicurezza ai 9 miliardi di esseri umani che affolleranno il pianeta nella seconda metà del secolo, bisogna dimezzare le emissioni serra nell'arco di pochi anni. Cioè dare un taglio immediato agli sprechi e puntare con decisione sul passaggio dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili rilanciando con forza sul fronte dell'innovazione tecnologica. Un modello che i paesi più avanzati stanno già sperimentando e che potrebbe costituire anche il volano per far ripartire l'economia.
Fonte: Repubblica.it
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