24 e 31 gennaio, queste le date fissate per il consiglio comunale
sul tema Energia, così dopo anni di attese, rinvii e consigli disertati
forse questa è la volta buona. L’ultimo incontro ufficiale tra
istituzioni e i vertici dell’Enel risale al 2009, poi il black out fino
ad arrivare al settembre scorso e ai due ordini del giorno di Brindisi Bene Comune e Sì Democrazia sulle centrali termoelettriche Edipower ed
Enel, che si sarebbero dovuti discutere in un consiglio fissato per l'11 novembre.
Ma anche in questo caso niente, consiglio rinviato ancora una volta perchè si deve consentire l’ avvio delle audizioni delle parti sociali interessate: aziende, sindacati, associazioni, ecc. per provare a portare in consiglio una o più ipotesi di deliberazione da discutere e approvare. Audizioni che pare ci siano sono state, ma solo con le aziende. Una mail datata 9 gennaio a firma del Presidente del Consiglio Comunale ci notifica direttamente l' invito al consiglio di venerdì 24.
Data importantissima per Brindisi, data in cui (speriamo) si inizi seriamente a prendere delle
decisioni significative perchè l' impatto ambientale e sanitario che ha il polo chimico ed energetico (e non solo) sul territorio brindisino non è più sostenibile. Chiudere definitivamente e bonificare i vecchi impianti, quantificare i danni, avere delle serie indagini epidemiologiche sulla popolazione, abbattere subito e in modo drastico le quantità di carbone bruciate iniziando a programmare da subito l'uscita definitiva non solo dal carbone ma da tutte le fonti fossili, crediamo non siano utopie ma piuttosto sfide ed obiettivi che il nostro movimento sente il dovere di proporre.
Vogliamo quindi indicare con chiarezza la prospettiva di un diverso modello di sviluppo, che recuperi le peculiarità e le ricchezze intrinseche del territorio. Solo se una terra è sana può esserlo anche la sua popolazione. Per questo non possiamo accettare ancora la presenza di grandi impianti inquinanti, legati ad un modello economico superato e fallimentare, anche sul piano occupazionale. Così come riteniamo inaccettabile la realizzazione di un'opera come il gasdotto TAP, con il relativo "toto approdi" e le recenti ipotesi del tutto strumentali che vengono avanzate. Siamo convinti che il cambiamento di rotta verso un futuro migliore, che tutti auspichiamo, può derivare solo da un nuovo approccio culturale (innovativo ma anche antico), oltre che da una politica che vada oltre gli interessi particolari o l'accettazione del male minore e che intraprenda finalmente azioni intelligenti, coraggiose e lungimiranti.
Ma anche in questo caso niente, consiglio rinviato ancora una volta perchè si deve consentire l’ avvio delle audizioni delle parti sociali interessate: aziende, sindacati, associazioni, ecc. per provare a portare in consiglio una o più ipotesi di deliberazione da discutere e approvare. Audizioni che pare ci siano sono state, ma solo con le aziende. Una mail datata 9 gennaio a firma del Presidente del Consiglio Comunale ci notifica direttamente l' invito al consiglio di venerdì 24.
Data importantissima per Brindisi, data in cui (speriamo) si inizi seriamente a prendere delle
decisioni significative perchè l' impatto ambientale e sanitario che ha il polo chimico ed energetico (e non solo) sul territorio brindisino non è più sostenibile. Chiudere definitivamente e bonificare i vecchi impianti, quantificare i danni, avere delle serie indagini epidemiologiche sulla popolazione, abbattere subito e in modo drastico le quantità di carbone bruciate iniziando a programmare da subito l'uscita definitiva non solo dal carbone ma da tutte le fonti fossili, crediamo non siano utopie ma piuttosto sfide ed obiettivi che il nostro movimento sente il dovere di proporre.
Vogliamo quindi indicare con chiarezza la prospettiva di un diverso modello di sviluppo, che recuperi le peculiarità e le ricchezze intrinseche del territorio. Solo se una terra è sana può esserlo anche la sua popolazione. Per questo non possiamo accettare ancora la presenza di grandi impianti inquinanti, legati ad un modello economico superato e fallimentare, anche sul piano occupazionale. Così come riteniamo inaccettabile la realizzazione di un'opera come il gasdotto TAP, con il relativo "toto approdi" e le recenti ipotesi del tutto strumentali che vengono avanzate. Siamo convinti che il cambiamento di rotta verso un futuro migliore, che tutti auspichiamo, può derivare solo da un nuovo approccio culturale (innovativo ma anche antico), oltre che da una politica che vada oltre gli interessi particolari o l'accettazione del male minore e che intraprenda finalmente azioni intelligenti, coraggiose e lungimiranti.
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