Il Circolo della Vela di Brindisi, anche per
quest'anno, organizza quella che è diventata una delle più importanti regate
del Mediterraneo: la Brindisi-Corfù.
Il 2015 è un anno importante. Gli organizzatori e la
città intera festeggiano, infatti, i trent'anni di questa iniziativa.
Come si sostiene finanziariamente e organizzativamente
la regata?
La regata si sostiene con il contributo dell'Autorità
Portuale e del Comune di Brindisi nonché della cospicua tassa di iscrizione
richiesta ai partecipanti. Un ulteriore sostegno arriva da un progetto di
cooperazione europea, finalizzato ala promozione della carta europea del
turismo sostenibile.
Inoltre, il Circolo della Vela per aiutare i naviganti ha stretto una
collaborazione con un Istituto del CNR e con il Centro Euro-Mediterraneo sui
Cambiamenti Climatici (CMCC), che supporteranno i naviganti con le previsioni
meteo.
Infine, il Circolo della Vela promuove associazioni
impegnate nel sociale e cioè Telethon e l'Associazione Nazionale Tumori.
Il quadro fin qui abbozzato sfoggia indubbiamente colori pastello, di
quelli rassicuranti. La figura, tuttavia, si tinge di nero quando, scorrendo la
lista dei main sponsor, si scorge la parola ENEL. Sorvolando su TAP come new
entry, che meriterebbe un capitolo a parte con numerosi interrogativi circa
il suo approdo in città, è inevitabile rimarcare le
contraddizioni in cui sono caduti gli organizzatori della regata.
Il Circolo della Vela stringe una collaborazione con
chi fa ricerca sui cambiamenti climatici. Ma lo sanno gli amici del Circolo che Enel-Brindisi
è la prima industria italiana per emissioni in atmosfera (oltre 12.200.000
tonnellate nel 2012) di CO2, per l'appunto un gas clima alterante?
Ottimo, quanto meno nelle intenzioni e nel titolo, il
progetto europeo sul turismo sostenibile. Ma cosa ci trovano di sostenibile gli amici del
Circolo nella produzione di energia elettrica mediante il carbone? Quella è una
produzione che non si può sostenere per almeno tre motivi:
1) per i danni già arrecati al territorio dalla
costruzione del nastro trasportatore, un vero e proprio scempio di natura
paesaggistica e idrogeologica;
2) per
la continua emissione in atmosfera e in acqua di sostanze, oltre quelle
clima-alteranti, note e certificate per i danni che arrecano alla salute umana
e degli ecosistemi;
3) per le modalità di smaltimento delle ceneri di
carbone, oggetto più volte di inchieste da parte della magistratura.
L'ultima e non meno importante contraddizione è il
sostegno ad una associazione che assiste i malati di tumore.
La domanda che rivolgiamo agli organizzatori è,
dunque, la seguente: perché avete dato la possibilità ad Enel di alterare
questa bellissima iniziativa?
Per queste nostre certezze, unite a forti perplessità, aderiamo alla
campagna No Dirty Sponsor promossa dal movimento No al Carbone
Brindisi.
Brindisi, 4 giugno 2015
COMUNICATO STAMPA SALUTE PUBBLICA
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